LA MACCHINA DELLE FAKE NEWS: LA STORIA DELLA CNN DELLA LIBERAZIONE DI UN DETENUTO E’ FALSALA MACCHINA DELLE FAKE NEWS: LA STORIA DELLA CNN DELLA LIBERAZIONE DI UN DETENUTO E’ FALSA

LA MACCHINA DELLE FAKE NEWS: LA STORIA DELLA CNN DELLA LIBERAZIONE DI UN DETENUTO E’ FALSA   

 

Il filmato pubblicato il 12 dicembre dalla CNN sui loro canali social nel quale la corrispondente  Clarissa Ward afferma di aver ritrovato in una prigione in Siria un detenuto torturato dal regime di Assad è falso.

Nel filmato, la corrispondente della CNN Clarissa Ward, accompagnata da un individuo armato, aprono una cella in una prigione di Damasco. Nel servizio giornalistico si vede un uomo, identificato come Adel Gharbal di Homs, che afferma di essere stato arrestato tre mesi prima dopo che gli è stato perquisito il telefono  ed è stato portato a Damasco. E’ stato  inizialmente detenuto in una prigione di cui non viene fornito il nome e poi trasferito nella prigione mostrata nel video. 

. Secondo quanto dichiarato dalla corrispondente della CNN nel servizio , il successivo trasferimento è avvenuto tre giorni dopo la caduta del regime di Assad. Ma qualcosa nel filmato non torna. Il faker checker Verify-Sy ha analizzato il filmato e condotto indagine verificando che le dichiarazioni del presunto prigioniero torturato sono false.

L’uomo detenuto in una cella senza finestre, nascosto sotto una coperta, ha affermato di non aver visto la luce del sole per tre mesi. Tuttavia, la sua reazione alla luce è apparsa subito strana: nonostante i novanta giorni di detenzione al momento della vista della luce non ha neppure sbattuto le palpebre, cosa piuttosto inusuale per una persona che non vede la luce da novanta giorni. Inoltre Nonostante il presunto duro trattamento dei detenuti nelle prigioni segrete, Gharbal è apparso pulito, ben curato e fisicamente sano, senza lesioni visibili o segni di tortura, un ritratto incongruo per una persona detenuta per tutto quel tempo in una prigione. 

Clarissa Ward non ha spiegato perché nella prigione ci fosse solo Gharbal, che tra l’altro nel video si comporta in modo strano: alterna momenti di tranquillità a momenti di smarrimento.

Il team di Verify-Sy ha cercato nei registri pubblici il nome “Adel Gharbal” per verificare le circostanze e la durata della sua detenzione, ma non ha trovato alcun risultato. Gharbal  sosteneva di provenire da Homs. Le indagini condotte  hanno rivelato che il suo vero nome è Salama Mohammad Salama, una scoperta che ha portato alla luce dettagli scioccanti. Salama, noto come “Abu Hamza”, è un primo tenente dell’intelligence dell’aeronautica siriana, noto per le sue attività a Homs. I residenti del quartiere di Al-Bayyada lo hanno identificato e hanno dichiarato che spesso era di  stanza in un posto di blocco nell’ingresso occidentale della zona e noto per essere una persona  famigerata per i suoi abusi.

Secondo quanto riferito, Abu Hamza ha gestito diversi posti di blocco  a Homs ed è stato coinvolto in furti, estorsioni e coercizioni dei residenti. Secondo la gente del posto, la sua recente incarcerazione, durata meno di un mese, deriva da una disputa sulla divisione degli utili dei fondi estorti, avuta  con un ufficiale di rango superiore. Ciò ha portato alla sua detenzione in una delle celle di Damasco, secondo fonti del luogo.

Ma il presunto torturato era un torturatore seriale, secondo quanto riferito da Verify-Sy. Infatti Salama ha una storia cupa alle spalle. Ha partecipato a operazioni militari su diversi fronti a Homs nel 2014, ha ucciso civili ed è stato responsabile della detenzione e della tortura di numerosi giovani uomini in città senza motivo o con accuse inventate. Molti sono stati presi di mira semplicemente per essersi rifiutati di pagare tangenti, per aver rifiutato la cooperazione o anche per motivi arbitrari come il loro aspetto. Questi dettagli sono stati confermati dalle famiglie delle vittime e degli ex detenuti che hanno parlato con Verify-Sy.

Oltre al suo passato violento, i residenti hanno testimoniato che Abu Hamza ha tentato di raccogliere simpatia dopo la caduta del regime, sostenendo di essere stato “costretto” a commettere i suoi crimini. Il team di Verify-Sy ha anche verificato che ha disattivato i suoi account sui social media e cambiato il suo numero di telefono, presumibilmente per cancellare le prove del suo coinvolgimento in attività armate e crimini di guerra.

Quindi la CNN ha preso un bel granchio, oppure ha costruito la solita fake news per dimostrare il coinvolgimento del governo di Assad in torture e incarcerazioni arbitrarie, tesi, questa, sempre diffusa dai nostri mezzi di informazione. Inoltre la televisione statunitense ha, fin dal primo momento, cercato con insistenza di dipingere i nuovi padroni della Siria come persone che hanno cambiato il loro modo di agire, diventando dei bravi ragazzi dimenticandosi da quale parte provengono. I cattivi erano solo quelli del governo di Assad.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *