Abu Mohammed al-Jolani,

LA TURCHIA SOSTERRA’ IL NUOVO CORSO POLITICO IN SIRIA 

 

Ankara prevede di lavorare in tre direzioni in relazione ai recenti sviluppi in Siria, e una di queste è il sostegno all’opposizione armata, ha riferito lunedì il quotidiano Hürriyet.

“La Turchia ha tre priorità in Siria. In primo luogo, il corretto funzionamento del processo di transizione in Siria e la costruzione di una nuova Siria. La seconda è la lotta contro il PKK )il Partito dei Lavoratori del Kurdistan e le Unità di Protezione Popolare, organizzazioni considerate terroristiche da Ankara)”, si legge nell’articolo.

“In terzo luogo, garantire il ritorno nel loro paese dei rifugiati siriani che si trovano nel nostro”, aggiunge. La pubblicazione sottolinea che “la Turchia fornirà ogni tipo di sostegno alla Siria durante il periodo di transizione” di potere ai miliziani dell’opposizione armata.

“Il periodo di transizione in Siria è di grande importanza per la costruzione della nuova Siria”, sottolinea. “Si prevede che verrà istituita un’amministrazione provvisoria per la costruzione della nuova era in Siria. L’amministrazione di transizione deve costruire una Siria libera dall’estremismo e basata sui diritti umani, la giustizia e la rappresentanza”, precisa il media.

“La Turchia continuerà a sostenere l’opposizione in tutte le questioni durante la fase di costruzione della nuova Siria”, conclude l’articolo.

Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha descritto la caduta del presidente siriano Bashar al Assad, dopo la presa di Damasco da parte delle milizie jihadiste, come “l’inizio di una nuova era”.

“Ci aspettiamo che gli attori internazionali, in particolare le Nazioni Unite, tendano la mano al popolo siriano e sostengano la creazione di un’amministrazione inclusiva”, ha dichiarato. Fidan ha affermato che Ankara vuole vedere una Siria che mantenga buone relazioni con i suoi vicini e porti pace e stabilità alla regione. “Siamo disposti a fornire il supporto necessario per questo”, ha sottolineato.

I gruppi jihadisti, guidati da Hayat Tahrir al Sham, hanno lanciato un’offensiva dalla provincia di Idlib quasi due settimane fa, innescando la più grande escalation della guerra civile in Siria dal 2019. La mattina dell’8 dicembre, le milizie armate hanno annunciato la “caduta” del governo di Bashar al Assad, la presa di Damasco e il rilascio di tutti i prigionieri dalla prigione di Saydnaya, una delle più grandi della capitale. (RT)

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *