LA MACCHINA DELLE FAKE NEWS; A CUBA NON C’E’ LIBERTA’ RELIGIOSA
inventare supposte violazioni dei diritti umani e delle libertà dei cittadini di una nazione non è una novità per il nostro civile occidente, poi se si parla di Cuba allora tutto il peggio è possibile.
L’isola caraibica è sottoposta da oltre sessanta anni al più lungo blocco economico, commerciale e finanziario della storia solamente perché ha deciso, nel 1959, di essere un paese socialista e di rimandare a casa propria i leccapiedi degli Stati Uniti.
Per questo è sottoposta ad ogni sorta di angheria che ha lo scopo finale di destabilizzare l’isola e indurre la popolazione a un’insurrezione che porti ad un cambio di governo. Per mettere sotto pressione il governo, Cuba è stata inserita in ogni sorta di lista dei cattivi dalle varie amministrazioni statunitensi. La lista più ridicola e assurda in cui compare l’isola caraibica, non che le altre ne siano da meno, è quella che riguarda la mancanza di libertà religiosa. Secondo gli illuminati politici statunitensi sull’isola non sarebbe garantita la libertà religiosa e quindi le persone sarebbero vessate, sottoposte a pressioni e minacce.
L’inserimento di Cuba in questa lista si basa su un rapporto redatto da un’organizzazione non governativa spagnola denominata Prisoners Defenders. Sul loro sito web, la ONG si presenta ufficialmente come un’organizzazione “che lavora legalmente per proteggere e promuovere i diritti umani nei paesi governati dalla tirannia” che “copre Cuba e diversi paesi dell’Asia”. L’organizzazione è presieduta dall’imprenditore cubano-spagnolo Javier Larrondo, che nella sua presentazione afferma di avere “una vasta esperienza nell’attuazione di progetti pro-democrazia a Cuba, sia filantropici che con finanziamenti non rimborsabili”.
Il rapporto dell’organizzazione non governativa e utilizzato da Washington si è basato su sole 56 interviste e testimonianze, di cui 21 persone hanno dichiarato di aver subito qualche atto di persecuzione da parte del governo. Quindi un rapporto estremamente dettagliato e preciso, sottolineo che solamente 21 persone hanno dichiarato di essere state vessate dal governo per la loro fede religiosa. Ma ciò non importa alla Casa Bianca, l’importante è inserire Cuba in un’altra lista di proscrizione al fine di fare pressioni sul governo.
Ma perché oggi scrivo di questa lista visto che già altre volte ho sottolineato la ridicolezza di tale lista? Perché il 4 dicembre di ogni anno a Cuba si festeggia il giorno di Santa Barbara, uno dei santi più importanti per la Santeria, la religione in assoluto più praticata a Cuba.
In questo giorno vengono svolte in tutta l’isola processioni nelle quali viene esposta la statua di Santa Barbara che viene portata in giro per le strade delle varie città e omaggiata con canti e balli dai devoti alla Santeria. Le foto che pubblico sono state scattate nella città di Trinidad, la terza città più frequentata dai turisti che visitano l’isola. Non si vedono poliziotti, forze speciali che filmano o fermano i cubani che affollano la processione a dimostrazione che tutti sull’isola possono praticare il loro culto religioso senza alcun problema o restrizione.
Insomma basta girare per le città cubane per rendersi conto che nessuno è perseguitato per la professione del suo culto religioso e la festa di Santa Barbara che si tiene ogni 4 dicembre ne è la dimostrazione evidente. Ma alla Casa Bianca credono più al rapporto di un’organizzazione non governativa spagnola che intervista 56 persone delle quali solo 21 denunciano di aver subito pressioni per una frequentazione religiosa.
Oltre alla chiara evidenza delle celebrazioni religiose che avvengono a Cuba dove nessun poliziotto arresta persone perché stanno praticando una religione vi è anche un rapporto redatto da Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, che durante la sua visita, nel dicembre scorso, a Cuba ha affermato che “il governo cubano offre spazi per i cittadini per godere della loro fede”.
La visita del rappresentante religioso avviene un anno dopo che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha incluso Cuba nella lista dei paesi che, secondo loro, non garantiscono la libertà religiosa.
Durante la sua visita Jerry Pillay ha ribadito “il sostegno del Consiglio Mondiale delle Chiese alla lotta di Cuba contro il blocco degli Stati Uniti” e ha espresso il suo rifiuto “dell’inclusione dell’isola nella lista (elaborata dagli Stati Uniti) dei paesi che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo”, ha riferito la presidenza cubana. Ma questa posizione del leader religioso non è chiaramente affine agli interessi statunitensi che mirano a discreditare e attaccare il governo cubano da ogni lato, quindi non viene presa in considerazione.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info