Hunter BidenHunter Biden

ALTRO IMPORTANTE SOCIAL NETWORK CENSURA LO SCANDALO DEL COMPUTER DI HUNTER BIDEN 

 

Nell’ottobre 2020, pochi giorni prima delle elezioni negli Stati Uniti nelle quali è risultato vincitore Joe Biden, il New York Post pubblicava la notizia del ritrovamento in un computer portatile del figlio Hunter di molte email compromettenti, ma Facebook decise di censurare la notizia.

Secondo un rapporto provvisorio della sottocommissione della Commissione giudiziaria della Camera dei Rappresentanti, rivelato mercoledì dal New York Post, le autorità del social network stavano cercando di compiacere, censurando la notizia di suo  figlio, il candidato democratico Joe Biden a pochi giorni dalle elezioni.

Secondo il rapporto, l’FBI ha avvertito le principali aziende tecnologiche statunitensi, prima del rapporto giornalistico, che presunti agenti russi stavano preparando una fuga di documenti simile a quella rivelata dalla stampa.

“L’FBI ci ha avvertito tutti la scorsa settimana che questa storia della [società energetica ucraina] Burisma probabilmente sarebbe venuta alla luce”, ha scritto un dipendente non identificato di Microsoft il 14 ottobre 2020, quando sono venuti alla luce i primi rapporti del New York Post, sottolinea lo studio del Congresso.

Nel frattempo, le comunicazioni interne di Facebook, incluso un registro di chat, mostrano che i lavoratori hanno rapidamente scartato l’indagine giornalistica, perché era “il contenuto esatto previsto per l’hacking e la fuga di notizie”. “Giusto in tempo”, ha riferito un altro dipendente.

“Ovviamente, le nostre opinioni su questo potrebbero influenzare il modo in cui l’amministrazione Biden entrante ci vede”, ha scritto l’allora vicepresidente per gli affari globali di Facebook, Nick Clegg, al vicepresidente delle politiche pubbliche globali, Joel Kaplan.

Nel computer portatile del figlio di Joe Biden sono state trovate diverse e-mail che descrivevano il coinvolgimento di Hunter Biden in numerose società straniere. La diffusione di queste informazioni è stata definita un’operazione di “disinformazione russa” volta a ottenere la rielezione di Donald Trump.

L’FBI era in possesso del laptop abbandonato di Hunter Biden da dicembre 2019, ma non hanno diffuso la notizia dopo che l’allora candidato Biden e 51 ex funzionari dell’intelligence statunitense hanno suggerito che i file provenivano dalla Russia, aggiunge il giornale. (RT)

Un altro esempio di come le grandi aziende tecnologiche che diffondono informazioni in realtà sono sotto il diretto controllo delle autorità statunitensi che ne filtrano i contenuti da pubblicare. Un sistema che censura sistematicamente ciò che  l’opinione pubblica non deve sapere. Dopo Twitter anche Facebook è stata “invitata” a non veicolare sulla sua piattaforma i contenuti del computer di Hunter Biden perché avrebbe potuto nuocere alla candidature del padre.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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