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ISTAT: L’INDUSTRIA ITALIANA CONTINUA INESORABILMENTE A CALARE ANCHE IN LUGLIO    

 

Ascoltare i politici di maggioranza nei talk show è davvero spassoso, annunciano mirabolanti performance del nostro paese in campo economico, poi L’Istat snocciola i dati relativi alla produzione industriale italiana e si scopre che la rosa ha solo spine.

Forse i nostri politici di governo vivono su un altro paese o, come penso, a loro poco importa della crisi che la nostra industria soffre da anni in quanto ogni mese incassano lauti stipendi che non sono minimamente influenzati dai negativi dati sulla reale situazione economica del nostro povero paese. 

Sentire ogni giorno che la nostra povera italietta non è mai andata così bene, che l’occupazione è ai massimi storici, che l’industria va a gonfie vele, che questo governo è il migliore da quando esiste la repubblica e che si impegna giornalmente per risolvere i nostri problemi, che la donna, madre e cristiana è una di noi, alla fine convince anche i più scettici, ma la situazione è ben diversa.

Ma tornando nel mondo reale, uscendo dal mondo delle fiabe, dal paese delle meraviglie di Meloni e seguaci, ci si accorge, guardando i dati forniti dall’Istat che il nostro paese non è quello che ci viene ogni giorno dipinto da questi venditori di fumo e illusioni.

Sul pianeta reale e non su quello dei sogni l’Istat, non certamente un istituto comunista o putiniano, rileva una diminuzione della produzione industriale dello 0,9% rispetto a giugno e del 3,3% in confronto allo stesso mese del 2023. L’istituto di statistica  specifica che rispetto al mese precedente  l’indice sale solo per l’energia  del +2,3%, sai che bello … le bollette aumentano, mentre cala per i beni intermedi  del -0,7%, i beni strumentali del -1,2% e i beni di consumo del -2,3%. E anche il confronto annuo premia soltanto l’energia che aumenta del +1,5%, con i beni intermedi in calo abbastanza contenuto del -2,8% meno  dei beni strumentali che affondano al -4,2% e dei beni di consumo che diminuiscono del -5,2%.

I settori di attività economica con gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di prodotti chimici (+3,9%), le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,5%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+1,9%). Le flessioni più ampie riguardano industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-18,3%), fabbricazione di mezzi di trasporto (-11,4%) e attività estrattiva (-5,9%).

Insomma una situazione drammatica che viene colpevolmente nascosta dai nostri governanti che seguitano imperterriti a dipingere il nostro paese come il bengodi mentre si avvicina sempre di più al baratro. E se non bastasse, le poche risorse a disposizione, vengono sperperate in costose e inutili armi per ammodernare il nostro sistema difensivo o per mandarle al macero in Ucraina.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

 

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