Pavel DurovPavel Durov

PAVEL DUROV FONDATORE DI TELEGRAM E’ STATO ARRESTATO 

 

Ieri sera il fondatore di Telegram Pavel Durov è stato arrestato a Parigi dopo essere sbarcato dal suo jet privato. Pavel Durov proveniva dall’Azerbaigian in compagnia di una donna e dalla sua guardia del corpo.

Sceso dal suo aereo sulla pista dell’aeroporto di Parigi-Le Bourget è stato arrestato in seguito ad un mandato di cattura spiccato dall’ufficio dei minori (OFMIN) della Direzione Nazionale di Investigazione Criminale francese sulla base di un’indagine preliminare.

La giustizia francese ritiene che la mancanza di moderazione e la cooperazione di Pavel Dúrov con le forze dell’ordine, così come gli strumenti offerti da Telegram lo rendono complice nei reati di traffico di droga, pedofilia e frode.

Il capo di Telegram, che dal 2021 ha la cittadinanza francese, comparirà davanti a un giudice istruttore che gli potrebbe notificare le accuse  di terrorismo, traffico di droga, complicità, frode, riciclaggio di denaro, contenuti pedofili e molto altro. Tali accuse gli potrebbero costare il carcere per oltre venti anni.

La portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, commentando l’arresto di Durov, ha ricordato che quando nel 2018 la giustizia russa ha ordinato di bloccare Telegram per denunce legislative a causa dei parametri tecnici del sistema di crittografia, un gruppo di 26 ONG, tra cui Human Rights Watch, Amnesty International, Reporters senza frontiere, il Comitato per la protezione dei giornalisti e altre, ha condannato questa decisione.

“Queste ONG occidentali hanno chiesto alle autorità russe di smettere di porre ostacoli al lavoro di Telegram. Hanno chiesto all’ONU, al Consiglio d’Europa, all’OSCE, all’Unione Europea, agli Stati Uniti e ai governi di altri paesi di opporsi alle azioni della Russia e di proteggere i diritti fondamentali di libertà di espressione e privacy”, ha commentato la portavoce.

Vedremo se oggi si ricorderanno di quanto affermavano nel 2018 oppure si rimangeranno quanto detto in quella occasione.

“Pavel Durov si trova in una prigione francese, il che è un monito vivente per qualsiasi proprietario di piattaforma che si rifiuti di censurare la verità per volere dei governi e delle agenzie di intelligence. Sul mondo un tempo libero cala rapidamente l’oscurità”, scrive il giornalista Tucker Carlson a cui Durov aveva concesso una lunga intervista alcuni mesi fa.

Scrivevo il 6 maggio che l’Istituto belga per i servizi postali e le telecomunicazioni sarebbe stato nominato l’organismo di supervisione che avrebbe regolato la messaggistica in tutta l’UE. Monitorerà come Telegram reagisce alla diffusione di contenuti illegali, come le chiamate alla violenza, la vendita illegale di armi e droga. 

Aggiungevo che dovremmo stare a vedere  se la scure della censura colpirà anche Telegram, l’unica grande piattaforma dove circolano le informazioni non gradite ai potenti del mondo.

Avevo ragione: due mesi e mezzo dopo il fondatore della piattaforma è stato arrestato accusato di complicità in terrorismo, pedofilia, truffa ed altro ancora. Siamo di fronte ad un altro caso Assange?

Direi proprio di si. Julian Assange è stato perseguito per aver diffuso documenti classificati sui misfatti delle forze militari statunitensi nelle guerre in Iraq e Afganistan, Pavel Durov potrebbe essere perseguito per non aver censurato le notizie diffuse sulla sua piattaforma scomode ai potenti del mondo. Entrambi hanno diffuso altre verità, verità che cozzano frontalmente con la narrativa che cercano di imporci.

Durante la l’lunga intervista concessa al giornalista statunitense Tucker Carlson Pavel Durv ha riferito tra le altre cose che il governo degli Stati Uniti ha cercato di controllare la sua applicazione.

Nell’intervista l’uomo d’affari ha affermato che l’eccessivo controllo dell’FBI e dei servizi di sicurezza statunitensi è stato uno dei motivi per cui ha abbandonato l’idea di stabilire l’azienda nella città di San Francisco, sede di grandi aziende tecnologiche.

“Abbiamo ricevuto troppa attenzione dall’FBI, dalle agenzie di sicurezza, ovunque arrivassimo”, ha commentato Dúrov a Carlson, e ha descritto l’esperienza come “allarmante”.

Per il governo degli Stati Uniti avere una piattaforma indipendente che conta quasi un miliardo di utenti è un problema, non poter controllare direttamente le informazioni che vengono pubblicate rappresenta una minaccia per Washington. Infatti molto spesso i contenuti non graditi alla Casa Bianca vengono esclusi dalle più note piattaforme social che, guarda caso, hanno  tutte la sede negli Stati Uniti.

Non è fantasia pensare che proprio la censura di alcuni argomenti scomodi permetta alle più note piattaforme social di operare indisturbate nella rete e se non lo fai allora la scure della censura cadrà su di te oppure, come denunciato da Durov, cercano di corrompere un ingegnere che  manometta il codice dell’applicazione. 

Ha denunciato che uno dei   suoi principali dipendenti gli ha riferito una volta che il governo degli Stati Uniti lo aveva contattato. “C’è stato un tentativo segreto di assumere il mio ingegnere alle mie spalle, da parte di funzionari di sicurezza informatica”. 

“Stavano cercando di convincerlo a usare certi strumenti open source che avrebbe poi integrato nel codice di Telegram e che, a mio avviso, sarebbero serviti come backdoor”, ha detto, sottolineando che crede nella versione del dipendente. “Non c’è motivo per cui il mio ingegnere inventi tali storie”.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

 

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