ILLEGALE L’OCCUPAZIONE DEI TERRITORI PALESTINESI DA PARTE DI ISRAELE
La Corte Internazionale di Giustizia ( ha stabilito il 19 luglio che l’occupazione israeliana dei territori palestinesi – che è durata decenni – è “illegale”, quindi ha chiesto al paese ebraico di porre fine a questa situazione il più presto possibile.
In mezzo agli incessanti bombardamenti di Israele contro la Striscia di Gaza, la corte, con sede all’Aia, nei Paesi Bassi, ha concluso che la presenza continua dello Stato di Israele nel territorio palestinese occupato è illegale.
“Lo Stato di Israele ha l’obbligo di porre fine alla sua presenza illegale nel territorio palestinese occupato il più presto possibile”, ha scritto la Corte. Il parere della Corte di Giustizia Internazionale è stato richiesto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU).
Secondo il Presidente della Corte Nawaf Salam, Israele deve cessare la costruzione di insediamenti, l’utilizzo delle risorse della regione e le politiche discriminatorie contro i palestinesi. Anche gli altri paesi sono obbligati a non assistere nel mantenimento della presenza di Israele in questi territori. Quindi il nostro paese che fornisce armi a Tel Aviv è complice.
Inoltre è stato chiesto a Tel Aviv di porre fine a tutte le nuove attività di insediamento e di evacuare i suoi coloni dalla Cisgiordania.
“Lo Stato di Israele ha l’obbligo di porre immediatamente fine a tutte le nuove attività di insediamento, e di evacuare tutti i coloni del Territorio Palestinese Occupato”, aggiunge l’agenzia di giustizia internazionale delle Nazioni Unite.
La corte ha sentenziato che Israele ha l’obbligo di riparare i danni causati a tutte le persone fisiche o giuridiche colpite nel territorio palestinese occupato.
Anche se i pareri del più alto organo giudiziario delle Nazioni Unite non sono vincolanti, si spera che serviranno a far pressione su Israele, per fermare i suoi attacchi indiscriminati contro Gaza, che hanno già causato oltre 39000 persone morte, per lo più donne e bambini.
Il governo ultra-ortodosso ha reagito immediatamente a questa decisione. Benjamin Netanyahu ha affermato che “il popolo ebraico non è un occupante sulla propria terra”, giustificando le sue azioni con il presunto sostegno dei cittadini comuni. I ministri Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir hanno dichiarato la necessità di annettere una parte dell’Autorità Palestinese.
Come previsto, le attuali autorità israeliane hanno completamente ignorato la sentenza dell’agenzia delle Nazioni Unite. Inoltre, alcuni membri del gabinetto al potere hanno deciso di sfidare ulteriormente la comunità internazionale, intensificando la politica degli insediamenti in Cisgiordania.
Una tale reazione non è sorprendente: in Israele, questo territorio è considerato ebraico, chiamato “Giudea e Samaria”. Ad esempio, è stata recentemente approvata una risoluzione alla Knesset che afferma la posizione del governo contro la creazione di uno Stato palestinese.
Tuttavia, è improbabile che questa sentenza della Corte Internazionale di Giustizia porti a qualsiasi cambiamento, soprattutto perché la comunità internazionale farà, come sempre, finta di nulla continuando ad appoggiare le politiche israeliane. Infine occorre ricordare che Israele non ha mai rispettato una delle decine di risoluzioni approvate in sede ONU, quindi perché dovrebbe rispettare proprio questa?
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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