La moto d’acqua e le armi sequestrateLa moto d’acqua e le armi sequestrate

SVELATI I DETTAGLI DI UN TENTATIVO DI AZIONE TERRORISTICA A CUBA 

 

Le agenzie di sicurezza cubane hanno rivelato lunedì durante un programma televisivo speciale dettagli e prove su un presunto piano che sarebbe stato organizzato dagli Stati Uniti per perpetrare azioni terroristiche all’interno dell’isola.

L’indagine intorno ai fatti risale al dicembre 2023, quando il Ministero dell’Interno (Minint) ha riferito dell’arresto di Ardenys García Álvarez, un cittadino cubano che risiedeva negli Stati Uniti dal 2014, che era arrivato illegalmente sul territorio nazionale a novembre via mare – attraverso la costa della provincia di Matanzas – a bordo di una moto nautica e portando armi da fuoco e munizioni.

Secondo il colonnello Víctor Álvarez Valle, secondo capo dell’organo specializzato della Direzione di investigazione criminale del Minint, lo scopo di García, 40 anni, era quello di “reclutare persone e provocare una rivolta armata sostenuta e finanziata dagli Stati Uniti”. Non solo è entrato a Cuba con l’intenzione di farlo, ma ha “concretizzato piani” conversando con altre persone, ha aggiunto l’alto comando, sottolineando che ha cercato di aggiungere membri di agenzie governative e di sicurezza che avevano “una certa preparazione fisica” e ha individuato luoghi dove si potevano nascondere le armi e dove si potevano svolgere addestramenti militari.

Ardenys García Álvarez ha dichiarato di aver conosciuto una persona sui social che si chiama Willi González, dopo averla contattata gli ha detto che le comunicazioni si sarebbero svolte su Telegram. Successivamente alla sua disponibilità a compiere azioni terroristiche a Cuba lo ha invitato in un campo di tiro dove ha conosciuto un’altra persona chiamata Il Lupo di cui però non conosce le generalità. Nel campo ha usato diverse armi e mirini di precisione.

Nel campo conosce anche un’altra persona chiamata Rolando che si occupa del suo addestramento, mentre Dayan Quiñones si occupava del reclutamento. Assieme a lui c’erano anche altre persone che si sono incontrate nel campo di tiro altre volte per conoscersi ed addestrarsi. 

L’ultimo giorno che si sono incontrati in un hotel hanno ascoltato una dichiarazione di Rolando e Willy nella quale veniva affermato che per salvare Cuba la via più veloce era dedicarsi alla lotta armata eseguita da un gruppo di uomini determinati. 

Ardenys García Álvarez Ha raggiunto Cuba con una moto nautica, del tipo Yet skay, modello CA2, registrata nello stato della Florida con cui ha introdotto illegalmente armi sull’isola. Ha introdotto cinque pistole e munizioni.

Le armi introdotte sono una pistola calibro 45, modello 1911 G1, la seconda arma è una pistola Taurus, di fabbricazione brasiliana, calibro 9 mm, modello G3 luder. Una mig Wilson di fabbricazione statunitense, calibro 9 millimetri,  modello NGK. Una pistola di fabbricazione austriaca, marca Steve, 9 millimetri di calibro, modello C9 A1, e l’ultima   è una Wilson, di fabbricazione statunitense, 9 millimetri, modello DF9, VE. Sono stati rinvenuti anche binocoli, passa montagna e altri oggetti.

Ha successivamente reclutato altre persone sull’isola tra le quali suo padre Rigoberto García Álvarez ed altri.

“È dimostrato nell’indagine che questa azione è stata pianificata, organizzata, sostenuta e finanziata da un gruppo di terroristi cubani, con sede negli Stati Uniti”, ha detto Álvarez Valle, sottolineando che, anche se questi individui sono stati denunciati alle autorità statunitensi, continuano a “acquisire armi, svolgere pratiche di tiro e reclutare persone”.

Molte di queste organizzazioni sono finanziate direttamente o indirettamente da entità governative statunitensi. In questo senso, l’Avana ha denunciato l’atteggiamento passivo di Washington nei confronti di questi fatti, nonostante che l’isola abbia presentato tutte le prove necessarie. Eduard Roberts Campbell, procuratore capo della Direzione per la lotta alla corruzione e all’illegalità della Procura generale, assicura che gli Stati Uniti hanno l’obbligo di collaborare con Cuba e di adottare tutte le misure per “perseguire, indagare e sanzionare” coloro che sono legati a questi fatti, secondo una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. (RT – Razones de Cuba)

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

 

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