John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.

WSJ DENUNCIA LA PRESENZA DI BASI CINESI A CUBA 

 

Le elezioni negli Stati Uniti si avvicinano e per compiacere l’elettorato di origine cubana residente in Florida Washington stringe il cappio attorno a Cuba con notizie inventate e progetti di legge che toccano la cooperazione dei medici cubani all’estero.

Per la seconda volta il quotidiano The Wall Street Journal pubblica un articolo in cui denuncia che sull’isola caraibica ci sarebbero delle basi usate dai cinesi per monitorare e ascoltare le conversazioni degli Stati Uniti. Il primo articolo risale all’8 giugno 2023 nel quale il quotidiano riportava che i governi cinese e cubano avevano stretto un accordo per la costruzione di un centro di ascolto delle conversazioni provenienti dai vicini Stati Uniti.

Questa volta il The Wall Street Journal giustifica le sue accuse basandosi su un rapporto del Centro di Studi Strategici Internazionali, un think tank con sede a Washington legato agli interessi della politica estera degli Stati Uniti. Il rapporto fa riferimento ad alcune foto satellitari nelle quali non si vedono altro che alcune migliorie compiute negli edifici che ospiterebbero le basi di ascolto. Solamente aver apportato migliorie a quattro edifici in altrettanti complessi militari giustifica la presenza dei cinesi con le orecchie rivolti al cielo che ascoltano le conversazioni provenienti dal vicino paese nord americano.

Come nel primo articolo anche in questo il quotidiano statunitense non fornisce alcuna prova, si limita a sostenere che probabilmente in quelle quattro strutture militari ci potrebbero essere le basi cinesi in questione. Addirittura riferisce che un centro d’ascolto  è posto vicino alla base militare statunitense di Guantanamo. La struttura denunciata si trova a 113 chilometri dalla base di Guantanamo che ancora, in modo illegale, gli Stati Uniti continuano ad occupare.

Ma anche se ipoteticamente fosse vero con che faccia alla Casa Bianca hanno il coraggio di denunciare le basi cinesi a Cuba quando loro ne hanno oltre 800 sparse in tutto il mondo, Italia compresa.  

La notizia, che si basa su semplici supposizioni e non è supportata da nessuna prova, ha l’unico scopo di continuare a fare pressione sul governo cubano per poi giustificare l’inasprimento delle sanzioni a cui è sottoposto. Inoltre serve a compiacere l’elettorato cubano residente negli Stati Uniti che vede nell’inasprimento delle sanzioni contro L’Avana il giusto motivo per votare un candidato, in questo caso quello del Partito Democratico che è al governo.

Ma gli attacchi pre elettorali dell’amministrazione di Joe Biden non si limitano solamente a questo.

Infatti il Congresso ha stanziato per l’anno 2025 35 milioni di dollari per il sostegno alla democrazia a Cuba attraverso il finanziamento dei numerosi canali informativi con sede a Miami, come ADN Cuba, CubaNet, Diario di Cuba e molti altri. Altri 35 milioni di dollari vanno invece al complesso informativo composto da Radio e Tele Martì. Finanziamenti che hanno, come detto, lo scopo di sostenere la democrazia sull’isola attraverso un giornalismo libero e indipendente, ma che in realtà alimentano tutti i vari dissidenti che vivono la loro dorata vita a Miami grazie a questi fondi con la scusa di combattere l’informazione proveniente dai canali statali cubani.

Infine è stata presentata una proposta di legge che mira a colpire tutti i funzionari che, nelle varie nazioni, hanno incentivato in qualunque modo l’arrivo dei medici cubani. Secondo gli Stati Uniti le missioni dei medici cubani all’estero sono da considerarsi uno sfruttamento e per questo definite come tratta di esseri umani. Per questo l’isola è stata inserita al livello massimo, il terzo, nella solita e arbitraria lista di prescrizione stilata da Washington che include tutti i paesi accusati di tratta delle persone.

La proposta di legge mira a impedire le missioni mediche all’estero  proponendo il divieto della concessione del visto di ingresso negli Stati Uniti a tutti i funzionari stranieri che hanno ospitato le brigate mediche cubane, anche quelle che sono andate nelle nazioni dove non esiste un vero e proprio sistema sanitario che garantisca la presenza di un medico che curi le popolazioni. 

Tre esempi di come gli Stati Uniti stanno ogni giorno che passa stringendo il cappio attorno al popolo cubano con lo scopo di indurlo ad insorgere contro il tirannico governo. Misure che, a differenza di quanto sostenuto dalla Casa Bianca, colpiscono direttamente tutti i cittadini cubani e non si limitano, come dichiarato, solamente ai governanti e ai dirigenti del Partito Comunista.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

 

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