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USA: CONTINUEREMO A VOLARE CON I NOSTRI DRONI SUL MAR NERO 

 

Gli Stati Uniti continueranno a volare sulle acque internazionali del Mar Nero, ha detto il sottosegretario stampa del Pentagono Sabrina Singh in un briefing. 

“Continueremo a volare, navigare e operare in acque e spazi internazionali dove la legge lo permette”, ha dichiarato Singh.

“I commenti del Pentagono sono arrivati dopo l’avvertimento del Ministero della Difesa russo sui voli di droni statunitensi sul Mar Nero. Secondo il ministero, tali voli aumentano “considerevolmente” la possibilità di incidenti tra i droni stessi e con gli aerei appartenenti alle forze aerospaziali russe.

Un tale fatto “aumenta il rischio di scontro diretto” tra la NATO e Mosca, e la responsabilità di questo ricadrà sui paesi membri di quell’Alleanza, ha avvertito il ministero..

I droni che permanentemente stazionano sul Maro rosso sebbene non dirigano il tiro delle artiglierie ucraine, come spesso erroneamente si dice, forniscono però intelligence fondamentale prima e dopo gli attacchi, tenendo sotto osservazione i bersagli e quantificando i danni. È proprio l’intelligence il contributo più importante che la NATO sta dando all’Ucraina, al di là delle forniture di armi e munizioni, ed è la cosa che i russi soffrono di più, scrive Francesco Dall’Aglio su Pagine esteri. 

Le dichiarazioni di Sabrina Singh arrivano dopo che nella tarda serata del 24 giugno un canale telegram russo piuttosto noto e molto bene informato sulle vicende dell’aviazione russa, ‟Fighterbomber” ha pubblicato un post abbastanza criptico congratulandosi ‟con tutti quelli coinvolti”, citando ‟azioni non professionali” e ‟una turbolenza sul Mar Nero”, e chiedendosi se la cosa sarebbe continuata o si sarebbe trattato invece di un singolo evento. Lo stile di Fighterbomber è sempre criptico, dato che spesso rivela dati non di pubblico dominio e non sempre può riferirli esplicitamente, ma ‟azione non professionale” è la frase con cui i bollettini ufficiali descrivono le azioni di disturbo o le provocazioni effettuate da  aerei ostili: tutto lasciava dunque pensare che un drone statunitense fosse stato abbattuto o danneggiato. Il candidato principale era l’RQ-4B Global Hawk ‟FORTE10”, in volo da tempo sul Mar Nero e che aveva fatto precipitosamente ritorno alla base di Sigonella proprio quando Fighterbomber pubblicava il suo messaggio. 

Il giorno dopo sempre Fighterbomber pubblicava un video di sei minuti, nel quale spiegava la dinamica dell’azione: un Mig-31 aveva raggiunto ‟assolutamente per caso” FORTE10 ad altissima velocità alla sua altitudine operativa di 20.000 metri, generando una turbolenza che lo aveva mandato fuori rotta e costretto ad abbandonare la missione e fare ritorno alla base. 

Fighterbomber non ha fornito prove fotografiche o video dell’incidente, ma alcuni eventi contribuiscono a farci credere che è probabile che si sia verificato davvero. In primo luogo, nessun drone da osservazione statunitense ha più volato sul Mar Nero dalla notte del 24; solo nel primo pomeriggio del 27 giugno è comparso in zona un RC-135W britannico, riferisce Francesco Dall’Aglio.

Quindi probabilmente qualcosa è accaduto e la telefonata del Segretario della Difesa statunitense Lloyd Austin con  il Ministro della Difesa russo Andrej Belousov del 25 giugno potrebbe far pensare che qualcosa sia effettivamente accaduto anche perché gli ultimi contatti tra i russi e gli statunitensi risalgono al  15 marzo 2023.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info 

 

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