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NAUFRAGATO ACCORDO DI PACE TRA UCRAINA E RUSSIA NELL’APRILE 2022  

 

Nell’aprile del 2022 i negoziatori ucraini e russi erano vicini ad un accordo per fermare il conflitto in corso, il New York Times ha pubblicato la bozza di quell’accordo naufragato per le pressioni occidentali sul governo di Zelensky.

L’ultima versione del documento risale al 15 aprile 2022. “I documenti sono stati forniti da fonti ucraine, russe ed europee, e confermati come autentici dai partecipanti alle conversazioni e da altre persone vicine a loro”, si legge nell’articolo del quotidiano statunitense New York Times.

La bozza sottolinea che il Regno Unito, la Cina, la Russia, gli Stati Uniti e la Francia dovevano agire come garanti della “sicurezza dell’Ucraina come stato neutrale”, Mosca ha proposto anche la Bielorussia quale stato garante, mentre  Kiev ha suggerito di aggiungere la Turchia nella lista.

Secondo il documento; Kiev si impegnava a non partecipare a “conflitti armati dalla parte di uno Stato garante e/o di qualsiasi Stato terzo”, a non aderire a unioni militari e non raggiungere accordi militari che contraddicono il suo status neutrale, a non permettere il dispiegamento di armi e truppe straniere sul suo territorio.

Inoltre l’ucraina si impegnava a non permettere la creazione di basi e altre infrastrutture militari straniere sul suo territorio, a non tenere esercitazioni militari con truppe straniere sul suo territorio senza l’approvazione degli Stati garanti, mentre Mosca insisteva che tutti i paesi garanti dovevano approvare le manovre, a non  addestrare le sue truppe all’uso di armi nucleari e non autorizzare il dispiegamento di armi nucleari nel paese. 

Il progetto d’accordo stabiliva “un numero massimo di personale, armi e attrezzature militari dell’Ucraina”. Tuttavia, entrambe le parti avevano posizioni divergenti al riguardo. Così, la Russia insisteva che le forze armate ucraine non superassero le 85.000 unità, mentre Kiev voleva avere fino a 250.000 soldati. Mosca e Kiev avevano anche posizioni diverse per quanto riguarda i carri armati, i lanciarazzi multipli e i mortai. 

In risposta, gli Stati garanti avrebbero promesso, tra gli altri punti che avrebbero rispettato la sovranità dell’Ucraina, di non  interferire nei suoi  affari interni, di non  usare la forza contro Kiev, di non schierare le sue armi e truppe e non creare basi militari in territorio ucraino.

Entrambe le parti avevano concordato che le disposizioni non dovevano essere applicate alla Crimea e il New York Times dettaglia che questo punto stabiliva che la penisola restasse sotto il controllo russo ma senza che l’Ucraina lo riconoscesse.

L’accordo includeva anche le disposizioni sulla dichiarazione della lingua russa come ufficiale in Ucraina, insieme all’ucraino, e il divieto del nazismo e del fascismo nel paese, ma si precisa che Kiev “si rifiutava di affrontare” questi punti.

Il progetto d’accordo , intitolato “Trattato di neutralità permanente e garanzie di sicurezza per l’Ucraina”  conferma le dichiarazioni della parte russa, che ha ripetutamente rivelato punti del patto già concordati con l’Ucraina. Vale la pena ricordare che nel giugno dello scorso anno il presidente russo Vladimir Putin ha persino mostrato la bozza dell’accordo che oggi pubblica il New York Times.

A febbraio, Putin ha dichiarato che i negoziati che Mosca e Kiev avevano avviato poco dopo l’inizio dell’operazione militare russa nel febbraio 2022 “avevano raggiunto un livello molto alto”, aggiungendo che  “dopo che abbiamo ritirato le truppe da Kiev, […] l’Ucraina ha stracciato tutti questi accordi e ha preso in considerazione le istruzioni dei paesi  europei e degli Stati Uniti di combattere la Russia fino alla fine“. 

David Arajamia, uno dei negoziatori ucraini che ha partecipato ai colloqui di pace con la Russia, ha rivelato nel novembre dello scorso anno che il rifiuto da parte di Kiev di uno status di neutralità per l’Ucraina che gli impediva di unirsi alla NATO, così come la pressione dell’allora primo ministro britannico Boris Johnson, sono stati i fattori che hanno costretto la parte ucraina a ritirarsi dal processo di pace. “Inoltre, quando siamo tornati da Istanbul, Boris Johnson è venuto a Kiev e ha detto che non avremmo firmato nulla con loro. E che ‘andiamo in guerra’”, ha ricordato.

Da parte sua, un altro membro dell’allora delegazione ucraina, il diplomatico Alexander Chaly, ha dichiarato che Mosca e Kiev erano “molto vicine” a raggiungere un accordo nell’aprile 2022. “Eravamo molto vicini a metà aprile, alla fine di aprile, per far terminare la guerra con qualche accordo pacifico. Per alcune ragioni [l’accordo] è stato rinviato”, ha detto alla fine di dicembre dello scorso anno. Secondo le sue parole, Putin “ha cercato di fare tutto il possibile per concludere un accordo con l’Ucraina”, riferisce RT.

Insomma sarebbero state le pressioni degli Stati Uniti e della Gran Bretagna a far fallire l’accordo di pace perché bisognava sconfiggere la Russia sul campo, posizione questa che non è cambiata negli anni successivi.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

 

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