per non dimenticare: dieci ANNI FA LA STRAGE NELLA CAMERA DEI SINDACATI DI ODESSA
Dieci anni fa, il 2 maggio 2014, gruppi di nazionalisti ucraini attaccarono la Casa dei Sindacati di Odessa dove si erano rifugiati gli attivisti che si opponevano al colpo di stato ed alle politiche del nuovo governo provocando decine di morti.
Nella Camera dei Sindacati si erano rifugiate centinaia di persone che si opponevano al nuovo governo per sfuggire alla furia dei gruppi nazionalisti ucraini che li stavano inseguendo. Il 2 maggio 2014, nel bel mezzo della crisi politica sviluppatasi in Ucraina dopo i moti di Euromaidan e il rovesciamento dell’allora presidente Viktor Yanukovich, membri di gruppi radicali attaccarono attivisti di Odessa contrari al colpo di stato e alla politica delle nuove autorità a Kiev.
Pubblichiamo un estratto di un lungo articolo che tratta della crisi ucraina nel quale Ruben Ruiz Ibarruri della Carovana Antifascista della Banda Bassotti descrive quel terribile giorno.
Arriva il fatidico giorno che ha cambiato la vita di migliaia di persone in molti paesi: il 2 maggio 2014.
Il campionato di calcio, “casualmente”, in quel brodo di coltura, organizza una partita amichevole “per la patria” tra due squadre di calcio con grandi tifoserie fasciste. Prima della partita tutti si uniscono in una dimostrazione per l’unità della patria ucraina.
Nelle vicinanze del percorso di quella manifestazione, un accampamento di manifestanti anti-Maidan di origine russa era stato allestito davanti alla Casa dei Sindacati.
In Russia la “Settimana Santa” è segnata dalla storia sovietica, e va dal 1 ° maggio, Giorno della classe operaia, fino al 9 maggio, quando si commemora il Giorno della Vittoria contro il Terzo Reich tedesco; sono giorni di vacanze e le persone colgono l’occasione per fare visita ai parenti e fare escursioni, per questo all’accampamento anti-Maidan sono presenti solo alcune centinaia di persone, per lo più pensionati e bambini.
A un certo punto il corteo fascista devia dal percorso e si dirige verso la Casa dei Sindacati. Ci sarebbe molto da dire su come tutto è successo e di quali agenti sono stati coinvolti, ma se cominciassi non finirei più.
I risultati, li conosciamo già tutti: la gente dell’accampamento, vedendo quella massa infuriata di nazisti con bandiere ucraine, dovette rifugiarsi all’interno dell’edificio;
I nazisti lo circondarono lo incendiarono con tutti dentro. Più di 50 vittime, tra cui ragazzi di 16 anni, sono state bruciate. Le immagini sono a disposizione di chiunque, comprese quelle di una donna incinta strangolata dai nazisti con un cavo telefonico, mentre il resto dei manifestanti gridava “morte ai russi”.
Le persone che cercavano di fuggire dalle fiamme e si gettavano in strada dal terzo piano venivano accolte con spranghe d’acciaio e picchiate a morte dalla folla di “civili innocenti”.
Il dato reale è che oltre alle 50 persone bruciate, ce ne sono altre 150 scomparse senza che si sia mai saputo dove siano finite.
L’infamia non finisce qui, perché le autorità, che erano presenti a quell’attacco, non hanno fatto nulla se non collaborare con gli aggressori. Le uniche persone che sono state arrestate per questi eventi sono state proprio alcune delle persone attaccate. Nel frattempo, i politici ucraini applaudivano pubblicamente sui social media gli eventi che hanno avuto luogo. Le immagini dei corpi dei compagni bruciati sono terribili.
Terribili anche le immagini di molte ragazze e ragazzi ucraini sui vent’anni, che riempiono le bottiglie Molotov con cui avrebbero bruciato vivi i compagni, o le immagini della leader di FEMEN in Ucraina che festeggia il massacro con l’edificio in fiamme alle sue spalle (per vederle basta digitare su Google “Femen, Odessa”)
Qui, nel nostro paese, gli stessi media che vi dicono quanto sono cattivi i russi e che dovete scendere in piazza per protestare contro questa guerra oggi, sono quelli che dopo quei fatti hanno pubblicato titoli come: “PIÙ DI 50 MORTI NEGLI SCONTRI CON I SEPARATISTI FILO-RUSSI”
Bisogna essere profondamente spregevoli e criminali per pubblicar cose del genere, facendo passare le vittime per carnefici: niente di nuovo sotto il sole”.
Ma in occidente questo terribile fatto non rappresenta , sembra, un evento da ricordare come non lo rappresentò a quel tempo. Infatti la solerte macchina mediatica, sempre pronta a mobilitarsi per il volo di una mosca in Venezuela o a Cuba, non ritenne la morte di decine di persone ed il ferimento di centinaia per mano di coloro che avevano compiuto il colpo di stato in Ucraino un fatto degno di essere portato a conoscenza del pubblico.
In effetti non potevano dargli spazio perché i responsabili di questa carneficina erano i buoni che avevano combattuto una rivoluzione che aveva portato la democrazia in Ucraina dimenticandosi però che questi salvatori della patria ucraina andavano in giro salutandosi con il saluto romano e sfoggiavano con orgoglio le svastiche naziste. Sono gli stessi che oggi fanno parte dei vari battaglioni che in occidente continuano ostinatamente a paragonare ai nostri partigiani.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info