RAPPORTO SIPRI 2023: SPESA MILITARE NEL MONDO FUORI CONTROLLO
La spesa per gli armamenti ha toccato il nuovo record storico, La spesa militare nel mondo è aumentata del 6,8% nel 2023 rispetto all’anno precedente, che ha rappresentato il più grande aumento anno su anno dal 2009, ha riferito il 21 aprile l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI).
Secondo il nuovo rapporto, la spesa militare è aumentata in tutte le regioni del pianeta fino a raggiungere il massimo storico di 2440 miliardi di dollari.
Gli Stati Uniti sono rimasti il paese con la più alta spesa militare nel mondo e della NATO, riferisce il rapporto.
Nel 2023, i 31 membri della NATO hanno speso 1340 miliardi di dollari, che equivale al 55% della spesa militare mondiale. La spesa militare degli Stati Uniti è aumentata del 2,3% a 916 miliardi di dollari nel 2023, che rappresenta il 68% della spesa militare totale della NATO.
Lo scorso anno, la maggior parte dei membri europei dell’Alleanza atlantica ha aumentato la loro spesa militare. La loro partecipazione combinata ha rappresentato il 28% del totale della NATO, la più alta in un decennio. Il restante 4% corrisponde al Canada e alla Turchia.
Secondo l’istituto di ricerca un decennio dopo che i membri della NATO si sono formalmente impegnati a destinare il 2% del PIL alle spese militari, 11 dei 31 membri della NATO hanno raggiunto o superato questo livello nel 2023, la cifra più alta da quando l’impegno è stato assunto.
Un altro obiettivo, ovvero – destinare almeno il 20% della spesa militare a “spese di equipaggiamento” – è stato raggiunto da 28 membri della NATO nel 2023, rispetto ai sette del 2014.
Secondo il SIPRI, la Cina è stato il secondo paese al mondo con la più alta spesa militare, e ha stanziato circa 296 miliardi di dollari in spese per armamenti nel 2023, un aumento del 6% rispetto al 2022 rappresentandola metà della spesa militare totale della regione dell’Asia e dell’Oceania.
Il Giappone, da parte sua, ha stanziato 50,2 miliardi di dollari per la spesa militare nel 2023, l’11% in più rispetto al 2022. Anche la spesa militare di Taiwan è cresciuta dell’11% lo scorso anno, raggiungendo 16,6 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda la regione del Medio Oriente, la spesa militare stimata è aumentata del 9% fino a raggiungere i 200 miliardi di dollari. Questo è il più alto tasso di crescita annuale registrato nella regione nell’ultimo decennio, riporta il SIPRI.
Israele ha aumentato la sua spesa militare del 24% portandola a 27,5 miliardi di dollari, – il secondo più grande aumento della regione dopo l’Arabia Saudita. Secondo l’istituto svedese, l’aumento della spesa è dovuto principalmente all’offensiva militare su larga scala nella Striscia di Gaza in risposta all’attacco di Hamas contro il sud di Israele il 7 ottobre 2023.
Per quanto riguarda la Russia, il SIPRI ha riferito che ha aumentato la sua spesa militare del 24% fino a raggiungere una cifra stimata di 109 miliardi di dollari nel 2023, un aumento del 57% dal 2014.
Nello scorso anno, la spesa militare della Russia ha rappresentato il 16% della spesa pubblica totale e il suo carico militare (percentuale della spesa militare rispetto al prodotto interno lordo, PIL) è stato del 5,9%.
L’Ucraina, nel frattempo, è stato l’ottavo paese che ha speso di più nel 2023 con un aumento della spesa del 51% a 64,8 miliardi di dollari. Questo ha significato per l’Ucraina un carico militare del 37% e ha rappresentato il 58% della spesa pubblica totale.
La spesa militare di Kiev nel 2023 è stata il 59% di quella della Russia. Tuttavia, l’Ucraina ha anche ricevuto almeno 35 miliardi di dollari in aiuti militari durante l’anno, compresi 25,4 miliardi di dollari statunitensi. L’aiuto e la spesa militare ucraina stessa combinati, equivalgono a circa il 91% della spesa russa, ha riferito l’istituto svedese.
E il nostro paese? L’Italia ha speso 35,5 miliardi di dollari con un calo del 5,9% posizionando il nostro paese al dodicesimo posto, bisogna comunque notare che dal 2014 l’Italia ha incrementato del 31% la spesa per armamenti, lo scorso hanno è stato l’1,6% del PIL.
Se si guarda all’Italia, il dato fornito dal Sipri “segnala una riduzione della spesa militare che invece non è riscontrabile nei dati di dettaglio, sempre in crescita, elaborati dall’Osservatorio Milex”. Vignarca, della Rete Italiana Pace e Disarmo, spiega che “i dati forniti dal ministero della Difesa italiano non permettono un conteggio preciso, perché, ad esempio, per anni i pezzi di acquisto militare sono stati fatti anche con fondi del ministero dello Sviluppo economico (l’attuale dicastero delle Imprese e del made in Italy, ndr), e se questo non si sa, i dati diventano sottostimati. Inoltre si fa fatica a conoscere i dati sulle pensioni del comparto militare, o sulle partecipazioni internazionali”.
Quindi la spesa militare del nostro paese potrebbe essere superiore a quanto dichiarato.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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