HAITI: PORT-AU-PRINCE IN MANO ALLE BANDE ARMATE
La capitale haitiana Port-au-Prince sta vivendo una situazione umanitaria negli ultimi giorni terribile: ospedali assaltati, stazioni di polizia attaccate, rischi per la distribuzione del cibo, sono solo alcune delle difficoltà registrate nella città.
Gli scontri tra bande armate e polizia haitiana non si fermano, “gli abitanti della capitale vivono rinchiusi, non hanno un posto dove andare”, ha allertato sabato Philippe Branchat, il capo per Haiti dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM), descrivendo “una città sotto assedio”.
La capitale haitiana è circondata dalla bande e da gruppi armati che vogliono le dimissioni del primo ministro Ariel Henry che attualmente si trova bloccato a Portorico.
Le bande criminali, che controllano la maggior parte della capitale e le strade haitiane, attaccano da diversi giorni stazioni di polizia, carceri e tribunali, in assenza del primo ministro del paese.
A seguito della dilagante violenza, decine di abitanti hanno occupato sabato i locali di una pubblica amministrazione a Port-au-Prince, sperando di trovare rifugio lì, secondo un corrispondente dell’AFP.
, Uomini armati hanno attaccato il palazzo nazionale presidenziale e la stazione di polizia di Port-au-Prince, ha confermato all’AFP il coordinatore generale del sindacato nazionale dei poliziotti haitiani (Synapoha). Diversi aggressori sono stati uccisi, secondo la stessa fonte.
Le violenze delle bande e dei gruppi armati coinvolgono praticamente tutto il paese, scontri sono stati registrati ad Artibonite nella regione a nord ovest della capitale, blocchi a Cap Haitien, a nord.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, 362.000 persone – di cui più della metà sono bambini – si trovano attualmente sfollate ad Haiti, una cifra che è aumentata del 15% dall’inizio dell’anno confermando la situazione drammatica che vive Haiti.
L’accesso alle cure è fortemente compromesso: gli ospedali sono stati attaccati dalle bande armate e il personale medico e i pazienti sono stati evacuati , compresi i neonati”, secondo l’IOM.
Una visita di alcuni funzionari che intendevano informarsi sulla situazione dell’ospedale dell’Università statale di Haiti e fare un bilancio parziale si è quasi trasformata in una catastrofe giovedì 7 marzo 2024. Le bande armate, padroni dei luoghi, si ergono come osservatori dei principali centri ospedalieri e istituzioni di formazione della zona. Decidono chi deve avere accesso ad esso, quando e in quale condizione. Per il momento, sono loro che decidono chi può e chi non può accedere alle cure. Non si nascondono più.
“Se la paralisi dell’area metropolitana di Port-au-Prince continua nelle prossime settimane, quasi 3.000 donne incinte rischiano di non essere in grado di accedere all’assistenza sanitaria essenziale”, hanno avvertito in un comunicato congiunto diversi rappresentanti delle Nazioni Unite ad Haiti.
Secondo loro, “quasi 450 di loro potrebbero soffrire di complicazioni mediche potenzialmente letali senza assistenza medica qualificata”.
“Con la chiusura dell’aeroporto internazionale, il poco aiuto attualmente fornito ad Haiti potrebbe non arrivare più”, ha avvertito l’Organizzazione internazionale per le migrazioni giovedì. E “se non si può più accedere a questi container, Haiti avrà presto fame”.
Di fronte a questi atti di violenza la Comunità dei Caraibi (Caricom) ha invitato rappresentanti degli Stati Uniti, della Francia, del Canada e dell’ONU a una riunione lunedì in Giamaica. )Le nouvelliste)
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
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