MORTO L’EX PRESIDENTE CILENO SEBASTIÁN PIÑERA
Quando muore un personaggio politico che ha influenzato la politica del suo paese ed ha avuto appoggio a livello internazionale come è accaduto per l’ex presidente della repubblica cilena Sebastián Piñera le manifestazioni di cordoglio arrivano a flotte. Tutti ricordano le qualità di quel personaggio politico dimenticandosi però, come nel caso di Sebastián Piñera tutti lati oscuri delle sue presidenze.
Il 18 ottobre 2019, iniziarono le proteste contro il governo cileno presieduto da Sebastián Piñera. La scintilla o la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata l’aumento delle tariffe della metropolitana della capitale Santiago. Ma il fuoco covava da tempo sotto la cenere.
Migliaia di persone, giovani, donne e uomini si sono riversate da quel giorno nelle strade per manifestare il loro disagio economico causato dalle politiche neoliberiste messe in atto dal governo di Sebastián Piñera. La risposta alle legittime manifestazioni della popolazione da parte dell’esecutivo è stata durissima e in piena continuità con quelle della dittatura di Pinochet. Migliaia di arresti, centinaia di feriti, uso sconsiderato di mezzi di repressione verso i manifestanti.
Le repressioni hanno causato centinaia di feriti fra i quali molte decine hanno perso parzialmente o totalmente la vista per gli spari di pallini da parte dei carabineros e dei soldati dell’esercito, decine di morti, migliaia di arresti, non si contano le denunce di violenza sessuale compiute ai danni di donne ed uomini arrestati, frequentemente sono stati usati camion con idranti caricati di acqua con acido per disperdere le folle manifestanti. Insomma lo stato ha cercato in ogni modo di sedare le proteste e, sicuro della sua impunità, ha esercitato tutto il suo potere violento verso i poveri cittadini inermi che semplicemente stavano protestando.
L’Istituto Nazionale per i Diritti Umani del Cile (NHRI) ha riferito nei suoi continui rapporti sull’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine e dell’esercito cileno di aver ricevuto diversi tipi di reclami, in alcuni casi di tortura, in altri casi di trattamento crudele, disumano e degradante, anche di violenza sessuale nei confronti dei detenuti e in altri casi di inosservanza dei diritti degli arrestati.
Secondo i dati forniti dall’NHRI sono state registrate denunce di violazioni dei diritti umani incluse violenze sessuali, casi di tortura e trattamento crudele, di uso eccessivo della forza. Inoltre sono stati registrati durante le proteste migliaia di feriti, tra i quali centinaia di persone ferite agli occhi dall’uso indiscriminato di carabine caricate con pallini, persone che hanno perso un occhio o addirittura entrambi restando ciechi totali, oltre a casi di assassinio dei manifestanti.
Per tutti crimini commessi l’ex presidente della repubblica cilena nel maggio 2021 è stato denunciato presso la Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità commessi durante le manifestazioni di protesta dalla Commissione cilena per i diritti umani (CHDH), dall’ex giudice spagnolo Baltasar Garzón, dall’Associazione americana dei giuristi (AAJ) e dal Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED.
Il documento presentato al Tribunale penale, al quale ha avuto accesso l’agenzia EFE, denuncia “un attacco diffuso o sistematico ai civili” durante le proteste iniziate nell’ottobre 2019 contro le politiche liberali intraprese dal governo di Piñera. Durante le proteste i manifestanti sono stati ripetutamente attaccati dalla polizia con idranti, gas e atti violenti che hanno causato una trentina di morti e migliaia di feriti tra cui 460 hanno riportato traumi oculari che in alcuni casi hanno portato alla cecità oltre a migliaia di arresti.
Nel documento si afferma che i casi di “omicidi, torture, violenze sessuali, traumi agli occhi, mutilazioni e perdita della vista, lesioni gravi, arresti arbitrari” verificatisi durante le rivolte comportano una “politica di violazioni massicce, gravi e sistematiche dei diritti umani”. Questi atti costituiscono “crimini contro l’umanità”, che non possono rimanere impuniti, “come stabilito dalla legislazione internazionale sui diritti umani in vigore in Cile, come lo Statuto di Roma, ratificato dallo Stato cileno, il 29 giugno 2009”.
Con questo atto d’accusa sono stati chiamati in causa non solo il Presidente della Repubblica ma anche i Ministri degli Interni, della difesa ed i comandanti dei Carabineros.
L’ex presidente del Cile Sebastián Piñera è morto martedì all’età di 74 anni in un incidente aereo, dopo la caduta di un elicottero in cui viaggiava nel comune di Lago Ranco, Regione di Los Ríos.
Come scritto all’inizio le manifestazioni di cordoglio per la sua morte sono giunte in abbondanza ma nessuno si è ricordato di quello che ha fatto durante la sua seconda presidenza.
Il ministro dell’Interno, Carolina Tohá, ha espresso la sua “commozione” per la morte del leader politico e ha inviato un “abbraccio di solidarietà alla famiglia, a tutti i parenti dell’ex presidente, ma anche a tutti i cileni, perché è stato presidente democratico del Cile e avrà tutti gli onori e i riconoscimenti repubblicani”, dimenticandosi di nominare le migliaia di persone che grazie a lui sono rimaste ferite durante le manifestazioni di protesta.
“Il presidente Piñera ha contribuito, dalla sua visione, a costruire grandi accordi per il bene della patria. È stato un democratico fin dalla prima ora. E ha cercato genuinamente ciò che lui credeva fosse il meglio per il paese”, ha detto Boric in un breve pronunciamento, anche lui si è dimenticato di tutti i giovani che hanno perso un occhio o entrambi durante le repressioni.
L’ex presidente Michelle Bachelet, rivale di Piñera nelle elezioni del 2005, ha rilasciato una dichiarazione che evidenzia il suo ruolo nella democrazia cilena: “Ho sempre apprezzato l’impegno dell’ex presidente Piñera per il nostro paese e per la democrazia, così come il suo lavoro instancabile e il suo servizio alla nazione. Che riposi in pace”, dice il messaggio diffuso da La Tercera.
Dall’Argentina, il presidente Javier Milei, l’ex presidente Mauricio Macri e l’ex presidente Cristina Fernández, hanno lamentato la morte di Piñera e hanno inviato le loro condoglianze alla famiglia.
Anche il capo di stato uruguaiano Luis Lacalle Pou e dalla Colombia, gli ex presidenti Álvaro Uribe Vélez (2002-2010) e Iván Duque (2018-2022) si sono aggiunti alle condoglianze per la morte di Sebastián Piñera.
Scusate, sarò cattivo, insensibile e cinico ma non posso versare una lacrima per l’ex presidente Sebastián Piñera. Ho sempre denunciato durante le proteste le repressioni del suo governo quando nessuno lo faceva sui grandi mezzi di informazione, non sono abituato a cambiare opinione su una persona dopo la sua morte, non posso versare una lacrima per questo personaggio dopo tutte le azioni violente che ha commesso nei confronti dei cittadini. Una persona quando muore resta la stessa che era in vita, non sono abituato all’ipocrisia della tomba.
Per questo ho deciso di ricordare ai miei lettori cosa l’ex presidente della repubblica cilena Sebastián Piñera ha fatto nel corso della sua vita e quello che alcuni leader politici, ipocritamente, dicono dopo la sua morte.
E che non riposi affatto in pace.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info . info