CUBA: ATTACCO INFORMATICO PARALIZZA IL SISTEMA DI PAGAMENTO DEI COMBUSTIBILI
Il 1° febbraio secondo le intenzioni del governo cubano doveva iniziare la nuova forma di pagamento dei combustibili che aveva come conseguenza l’aumento del prezzo della benzina e del diesel ma un attacco informatico ha messo fuori uso il sistema di pagamento con le carte di credito.
Il primo giorno di febbraio doveva entrare in vigore la riforma annunciata dal governo cubano che riportava il prezzo dei carburanti ad un livello più consono alla reale situazione economica del paese.
La benzina costava 30 Pesos Cubani, doveva essere portata dal primo giorno di febbraio a 132 Pesos. L’aumento è 440 per cento ma il cambio ufficiale tra peso cubano e dollaro è di 1 a 120, ovvero per comprare un dollaro occorrono 120 pesos, quindi adesso la benzina costa udite udite 0,25 dollari statunitensi, dal 1° febbraio costerà 1,10 dollari. Non poco per l’economia cubana ma è utile sottolineare che la maggior parte dei combustibili per uso privato viene usato dai taxisti che trasportano praticamente solo turisti.
Con l’annuncio di questa riforma in tutti i mezzi di informazione occidentali sono apparsi titoloni del tipo “Aumenti del 500 per cento della benzina a Cuba”, vero, come visto. Un aumento che però era sempre molto meno di quello che le persone pagano per i combustibili nel mercato nero. Infatti un litro di benzina da coloro che rubano senza un minimo di pudore i carburanti destinati ai servizi pubblici è arrivato a 500 pesos cubani.
Come si vede molto al di sopra del prezzo che lo stato aveva fissato anche se si considera che un taxista avesse dovuto acquistare sul mercato nero i dollari necessari per comprare il carburante. Ad oggi un dollaro vale 280 pesos cubani nel mercato nero. Se si considera poi che i taxisti per la maggior parte trasportano turisti e che si fanno pagare i loro viaggi in euro o dollari, quindi non hanno necessità di cambiare i pesos cubani in moneta internazionale, si vede chiaramente che il prezzo che avrebbero pagato alla pompa in dollari era un quarto di quello pagato ai contrabbandieri dei combustibili.
Il 1° febbraio è arrivato e magicamente un attacco informatico al sistema che gestisce le carte di credito di CIMEX che ha paralizzato la riforma che evidentemente dava più noia ai contrabbandieri di carburanti che ai cubani che acquistavano i carburanti. Un attacco hacker proveniente probabilmente da qualche angolo degli Stati Uniti sempre pronti a creare confusione a Cuba. Il governo ha per il momento sospeso la riforma e gli aumenti dei trasporti che, con l’aumento dei carburanti, era programmato lo stesso giorno.
Pensare che sia solo un caso significherebbe credere che Cristo è morto dal freddo. Facendo un ragionamento semplicissimo chi avrebbe avuto interesse a bloccare il sistema di pagamento con le carte di credito di CIMEX? Certamente non i soliti hacker che rubano milioni di dati sensibili degli utenti delle piattaforme social come Facebook o X.
Avevano interesse a che questo sistema non venisse riformato chi giornalmente si appropria in modo illecito di centinaia di litri di carburanti assegnati ad esempio alle ambulanze, ai trasporti, alle auto di servizio per poi rivenderli sul mercato nero con guadagni stratosferici per il tenore di vita cubano. Inoltre la controrivoluzione che staziona a Miami, che non perde occasione per attaccare l’isola invece di combattere il blocco economico, commerciale e finanziario perché venga eliminato, con questo attacco al sistema informatico di CIMEX ha un nuovo pretesto per continuare la narrativa che vede il governo cubano e i suoi rappresentanti come inetti ed incapaci di risolvere i problemi che quotidianamente l’isola soffre. Problemi che sono enfatizzati dalle centinaia di sanzioni che coloro che mensilmente pagano gli stipendi a questa cricca di svenditori della patria cubana applicano alla isla rebelde.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info