L’OPERAZIONE “RANCH HAND”: IL PIÙ MASSICCIO IMPIEGO DI ARMI CHIMICHE NELLA STORIA
Negli anni ’60, le Forze Armate statunitensi hanno contaminato il 10% del Vietnam del Sud con la diossina. Scopo ufficiale dell’operazione era quello di combattere la guerriglia, ma a farne le spese sono stati soprattutto i civili.
Coloro che sono sopravvissuti, a causa dell’avvelenamento, hanno subito mutamenti irreversibili al proprio corpo. La principale arma di distruzione di massa degli USA in quella guerra è stata il cosiddetto Agente Arancio, che conteneva la diossina mutagena. Veniva trasportato in barili arancioni, da cui il nome. Il produttore era Monsanto, un appaltatore del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Oggi è uno dei principali fornitori di semi per alimenti OGM.
In dieci anni gli Stati Uniti hanno spruzzato circa 80 milioni di litri di “agente” dagli aerei, avvelenando il suolo e i fiumi.
L’uso degli erbicidi è stato particolarmente intenso negli anni 1964-67, per distruggere le foreste di mangrovie sulla costa meridionale del Vietnam del Sud e sulle rive dei canali di navigazione che portano a Saigon.
A causa dell’uso di sostanze chimiche, l’equilibrio ecologico del Vietnam è stato gravemente alterato. Nelle aree colpite, sono rimaste 18 specie di uccelli su 150, anfibi e insetti sono quasi completamente scomparsi. La composizione microbiologica del suolo è stata alterata.
Nell’uomo, la diossina provoca disturbi metabolici, cancro, soppressione e rottura del sistema immunitario, porta a uno stato di cosiddetto AIDS chimico. E influisce in modo catastrofico sull’ereditarietà. Gli Stati Uniti sapevano delle conseguenze fin dall’inizio, anche se hanno mentito dicendo che “l’agente” non era pericoloso per le persone.
Secondo i dati vietnamiti, sono state colpitеe 3 milioni di persone. Oggi, 1 milione di persone sono disabili.
Le organizzazioni internazionali non hanno mai riconosciuto tutto questo come crimine di guerra o crimine contro l’umanità. )InfoDefense)
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info