CONSIGLIO MONDIALE DELLE CHIESE: A CUBA C’E’ LIBERTA’ RELIGIOSA
Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, durante la sua visita a Cuba ha affermato che “il governo cubano offre spazi per i cittadini per godere della loro fede”.
La visita del rappresentante religioso avviene un anno dopo che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha incluso Cuba nella lista dei paesi che, secondo loro, non garantiscono la libertà religiosa.
La decisione di Washington di includere Cuba nella lista è stata presa sulla base di un documento redatto dall’organizzazione non governativa spagnola Prisoners Defenders. Sul suo sito web, la ONG si presenta ufficialmente come un’organizzazione “che lavora legalmente per proteggere e promuovere i diritti umani nei paesi governati dalla tirannia” che “copre Cuba e diversi paesi dell’Asia”. L’organizzazione è presieduta dall’imprenditore cubano-spagnolo Javier Larrondo, che nella sua presentazione afferma di avere “una vasta esperienza nell’attuazione di progetti pro-democrazia a Cuba, sia filantropici che con finanziamenti non rimborsabili”.
Il rapporto utilizzato da Washington si è basato su sole 56 interviste e testimonianze, di cui 21 persone hanno dichiarato di aver subito qualche atto di persecuzione da parte del governo.
“E’ un piacere incontrare di nuovo il reverendo Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, che ho ringraziato per il sostegno e la sensibilità che ha sempre dimostrato nei confronti del nostro popolo. L’opposizione del CMI al blocco degli Stati Uniti contro Cuba è ben nota”, ha scritto Miguel Díaz-Canel sul suo account X.
Durante la conversazione il leader religioso ha ribadito “il sostegno del Consiglio Mondiale delle Chiese alla lotta di Cuba contro il blocco degli Stati Uniti” e ha espresso il suo rifiuto “dell’inclusione dell’isola nella lista (elaborata dagli Stati Uniti) dei paesi che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo”, ha riferito la presidenza cubana.
Pillay ha anche espresso preoccupazione per l’impatto delle sanzioni statunitensi contro l’isola. Ha affermato che “causano molti danni, specialmente sul lato economico di questo paese”, riferisce il sito Brasil de facto.
Il ripudio del Consiglio Mondiale delle Chiese al blocco degli Stati Uniti contro Cuba non è nuovo. Nell’ottobre 2021, i leader del consiglio hanno inviato una lettera a Biden esortandolo a prendere la “decisione audace” di porre fine al blocco economico, commerciale finanziario contro Cuba.
Attualmente, il Consiglio Mondiale delle Chiese riunisce una confraternita di 352 chiese di 120 paesi, che rappresentano circa 580 milioni di cristiani in tutto il mondo.
Al suo arrivo a Cuba domenica, terza domenica d’Avvento, Pillay ha pronunciato il sermone nella prima chiesa presbiteriana riformata dell’Avana, la chiesa dove è stato fondato il Consiglio cubano delle chiese (CIC). Attualmente, il CIC riunisce quasi 30 denominazioni cristiane dell’isola.
Durante il sermone, il reverendo ha evidenziato i “legami storici” che uniscono il Consiglio Mondiale delle Chiese alla comunità religiosa dell’isola. Ha anche notato che la fede nelle chiese cattolica romana e protestante sta crescendo nel paese caraibico.
La visita del rappresentante religioso è particolarmente importante perché avviene un anno dopo che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha incluso il paese caraibico nella sua lista annuale di paesi che “violano la libertà religiosa”. Cuba figura in questa lista perché, secondo gli Stati Uniti, sull’isola lo stato impedirebbe ai cubani di professare liberamente i culti religiosi. A tale proposito Jerry Pillay ha dichiarato che durante i suoi colloqui con le istituzioni religiose cubane non ha ricevuto alcuna denuncia formale.
Attualmente, ci sono più di 1.850 organizzazioni e istituzioni religiose sull’isola che sono riconosciute dal Ministero della Giustizia. Si stima che il numero di membri di queste istituzioni sia di almeno 1,5 milioni di persone, in un mosaico di diverse religioni e credenze. Solo la Chiesa cattolica ha più di 600 chiese in funzione.
La nuova costituzione cubana dichiara espressamente che “lo Stato riconosce, rispetta e garantisce la libertà religiosa” e che “le diverse credenze godono di uguale considerazione”.
Ma evidentemente alla Casa Bianca ritengono più affidabile il rapporto di una ong spagnola che ha basato il suo rapporto su solo poco più di venti casi piuttosto che credere ad un’organizzazione che raccoglie tutte le chiese mondiali. In fondo lo scopo di Washington non era quello di tutelare il diritto dei cubani di frequentare una chiesa ma quello di mettere ancora alla gogna il legittimo governo cubano inserendo l’isola in una delle tante liste di proscrizione che gli Stati Uniti, oggettivamente depositari del rispetto di tutti i diritti dei suoi cittadini, redigono per catalogare i buoni ed i cattivi, e Cuba figura sempre nelle liste dei cattivi.
Infine inserire continuamente Cuba in una ridicola ed arbitraria lista di proscrizione permette agli Stati Uniti di giustificare il proseguimento del sessantennale blocco economico, commerciale e finanziario contro l’isola. Un motivo bisogna averlo per dimostrare alla comunità internazionale che il blocco si basa sulla violazione dei diritti e delle libertà dei cittadini e non è invece un capriccio ereditato dalla storia.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
Articolo interesantissim.
complimenti al giornalista
Da italo cubano residente da anni a cuba non posso che riconoscere le verità di questo articolo e se lo scrive un convinto ateo anti clericale potete crederci.
Complimenti
Grazie