GLI STATI UNITI LANCIANO L’OPERAZIONE “PROSPERITY GUARDIAN”
Gli Stati Uniti hanno annunciato l’inizio dell’operazione denominata “Prosperity Guardian”, guardiano della prosperità, ” nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, che coinvolgerà una coalizione marittima multinazionale di almeno 10 paesi che ha lo scopo di garantire il libero transito delle navi commerciali nel Mar Rosso.
Il segretario alla difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha riferito che l’iniziativa di Washington riunisce diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Spagna “per affrontare congiuntamente le sfide di sicurezza nel sud del Mar Rosso e nel Golfo di Aden, con ‘l’obiettivo di garantire la libertà di navigazione di tutti i paesi e rafforzare la sicurezza e la prosperità regionali”.
Alla missione internazionale l’Italia parteciperà, insieme a USA, Regno Unito, Bahrain, Canada, Francia, Olanda, Norvegia, Spagna e Seychelles. Si sono invece tirati indietro dopo l’Egitto anche Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
Il nostro paese, come detto, parteciperà all’operazione e non poteva essere diversamente visto il suo assoluto servilismo agli interessi degli Stati Uniti e agli ordini impartiti dalla Casa Bianca. Alla missione nel Mar Rosso partecipano inoltre tutti i paesi che già aderivano alla “Combined Task Force 153”, riferisce Francesco Dall’Aglio sul suo canale Telegram. Dall’Aglio riferisce pure che l’Italia faceva già parte della CTF 153, ma gli obiettivi di “Prosperity Guardian” sembrano, o potrebbero diventare, piuttosto diversi dal semplice pattugliamento delle acque internazionali in contrasto alla pirateria, che era appunto lo scopo della CTF 153. Non sappiamo ancora, visto il consueto assoluto silenzio del nostro governo sulla partecipazione italiana alle varie missioni internazionali, quali navi verranno impiegate.
Diversi paesi che partecipano alla missione si sono già pronunciati in merito. Così, il Ministero della Difesa spagnolo ha sottolineato, citato dai media locali, che non interverrà “unilateralmente” nell’iniziativa.
Da parte loro, i Paesi Bassi non invieranno una nave da guerra per partecipare all’operazione e invece manderanno un gruppo di ufficiali di stato maggiore, riferisce Мarineschepen.nl. Una fonte del governo canadese ha detto alla CBC che anche Ottawa non dispiegherà alcuna nave, ma trasporterà “una manciata di personale alla forza operativa internazionale”.
L’analista internazionale Alberto García Watson ritiene che l’iniziativa degli Stati Uniti potrebbe espandere il conflitto in tutta la regione e causare una destabilizzazione non solo regionale, ma globale, riporta RT.
Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, il gruppo Houthi ha ripetutamente affermato di aver lanciato attacchi con razzi contro obiettivi israeliani. Inoltre, a novembre, le forze armate dello Yemen, controllate dal movimento Ansar Allah, hanno dichiarato l’intenzione di attaccare qualsiasi nave israeliana nel Mar Rosso, sia quelle con bandiera israeliana che quelle di proprietà o gestite da aziende del paese ebraico.
In risposta alla decisione statunitense di iniziare l’operazione Prosperity Guardian il membro del movimento dei ribelli Huthi Ansar Allah dello Yemen Mohammed al Bukaiti ha scritto sul suo canale X che “Anche se gli Stati Uniti riescono a mobilitare il mondo, le nostre operazioni militari non finiranno fino a quando i crimini di genocidio nella Striscia di Gaza non saranno messi fine e cibo, medicine e carburante saranno autorizzati ad arrivare alla popolazione assediata, indipendentemente dai sacrifici che ci costerà”.
L’operazione annunciata cerca solo di “proteggere” Israele e non “la navigazione internazionale” in mare, ha detto ad Al-Alam il portavoce degli Houthi Mohamed Abdulsalam, avvertendo che “qualsiasi operazione diretta contro lo Yemen espanderà il conflitto e lo trasformerà in una guerra regionale e mondiale”.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info