I RICCHI SEMPRE PIU’ RICCHI
L’agenzia di stampa statunitense Bloomberg ha pubblicato giovedì la sua lista annuale delle 25 famiglie più ricche del mondo nel 2023, nella quale inoltre segnala che la ricchezza delle dinastie mondiali è salita del 43 per cento nell’ultimo anno, alla faccia di chi non ce la fa a raggiungere la fine del mese.
Per la prima volta, la Casa di Nahyan della famiglia dello sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahayan, che è stato presidente degli Emirati Arabi Uniti dal 2004 al 2022,, è entrata nella classifica e occupa il primo posto grazie a una fortuna di 305 miliardi di dollari.
Il secondo posto è occupato dalla famiglia Walton, proprietaria della multinazionale di negozi di origine statunitense Walmart, con un patrimonio stimato di 259.7 miliardi di dollari. Al terzo posto troviamo la famiglia Hermès, che possiede l’omonima azienda di moda di lusso francese, con 150.9 miliardi di dollari di patrimonio.
Sono seguiti dalla famiglia Mars, produttore alimentare statunitense mondiale, con 141.9 miliardi di dollari,, dalla famiglia reale del Qatar Al Thani (133 miliardi di dollari) e dalla famiglia Koch con 127.3 miliardi di dollari che è proprietaria del conglomerato di aziende statunitensi Koch Industries.
Bloomberg nota che le petrofortune stanno riconfigurando gli affari globali come non si è mai visto prima, poiché il loro dispiegamento di potere finanziario, sia personale che sovrano fa crescere l’influenza del Medio Oriente nel mondo.
Mentre le fortune dei Paperoni mondiali aumentano vertiginosamente, il 43 per cento nell’ultimo anno, i comuni cittadini non ce la fanno ad arrivare a fine mese a causa dei bassi stipendi che hanno visto ulteriormente diminuire nell’ultimo anno il loro potere di acquisto a causa dell’inflazione.
La lotta di classe al contrario continua: i ricchi si arricchiscono sempre di più ed il 99 per cento della popolazione mondiale diventa invece sempre più povera. Questo è il capitalismo, non ci dobbiamo meravigliare.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
L unica cosa che mi meraviglia è che la così detta classe operaia sta ancora a guardare sino e quando