IN GERMANIA IL COSTO ELEVATO DELL’ENERGIA STA DIVENTANDO UN GROSSO PROBLEMA
Il direttore esecutivo delle industrie siderurgiche tedesche ha esortato le aziende del paese a non abbandonare la Germania per “evitare la progressiva deindustrializzazione della più grande economia d’Europa”, riporta il Financial Times.
Dopo l’introduzione delle sanzioni contro la Russia e soprattutto dopo che l’attentato ai gasdotti North Stream ha causato l’inevitabile aumento del prezzo del gas la più grande economia europea ha iniziato a vacillare e le imprese tedesche iniziano a pensare di abbandonare il paese a causa delle alte tariffe dell’energia.
Gunnar Groebler ha indicato che se i produttori dei materiali necessari per l’industria, come l’acciaio o i prodotti chimici, lasciassero il territorio tedesco a causa degli alti costi energetici, “si rischierebbe di perdere l’intera catena del valore” di produzione.
Nell’agosto di quest’anno, il 32 per cento delle imprese industriali ha riconosciuto di preferire gli investimenti all’estero all’espansione interna a causa delle incessanti preoccupazioni per un futuro senza gas russo a buon mercato.
I suoi commenti arrivano in un periodo complicato per l’industria tedesca: oltre all’elevato costo dell’energia anche diversi progetti nazionali legati al clima sono stati sospesi dopo che il governo ha congelato i pagamenti di un fondo destinato alla decarbonizzazione del settore, stabilendo che 60 miliardi di euro, che gli sono stati assegnati, erano illegali.
Insomma i nodi arrivano al pettine: abbiamo spesso sostenuto che il conflitto in Ucraina aveva tra gli altri obiettivi della Casa Bianca proprio la deindustrializzazione del vecchio continente. In Germania se ne stanno accorgendo ma soprattutto il silenzio del governo tedesco sull’attentato ai gasdotti North Stream, che principalmente ha coinvolto l’industria del suo paese, è davvero imbarazzante.
Se a tutto ciò si aggiunge poi che un terzo delle imprese tedesche preferisce investire all’estero abbandonando dunque la Germania il quadro economico ed industriale dell’Europa diventa desolante.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info