UCRAINA: PAURA DI RESTARE SOLA
Le paure di Kiev di essere progressivamente abbandonata al suo destino dai soci occidentali ogni giorno aumenta ed i rappresentanti del suo governo non perdono occasione per manifestare il loro terrore.
A manifestare le paure che l’Ucraina sia lasciata al suo destino questa volta è il ministro delle finanze ucraino Sergey Marchenko che ha detto in un’intervista con Reuters pubblicata sabato che Kiev ha più difficoltà a ottenere il sostegno finanziario oggi rispetto ad un anno fa.
“Vedo molta stanchezza, vedo molta debolezza tra i nostri partner”, ha detto, aggiungendo che i funzionari occidentali “vorrebbero dimenticare” le azioni militari, ma le ostilità “sono ancora in corso, su larga scala”.
Il ministro ha sottolineato che, rispetto all’anno scorso, l’Ucraina sta facendo “il doppio sforzo in questo momento per convincere” l’Occidente a “prestare loro aiuto”. Secondo Márchenko, “un cambiamento geopolitico e il contesto politico interno di diversi paesi” stanno riducendo il desiderio dei governi di sostenere il suo governo. In particolare, ha menzionato le elezioni previste negli Stati Uniti e nel Parlamento europeo l’anno prossimo.
Il ministro delle finanze ucraino ha inoltre commentato il progetto di ristrutturazione del debito che l’Ucraina sta portando avanti con i creditori internazionali ed i modi per ottenere nuovi finanziamenti.
“Abbiamo un po’ di tempo per preparare i colloqui con i creditori privati”, ha dichiarato Márchenko, che non ha voluto specificare quando potrebbero iniziare i negoziati formali con i prestatori.
In precedenza il consigliere del capo dell’ufficio presidenziale dell’Ucraina, Mikhail Podoliak, aveva ritenuto l’Occidente responsabile del rallentamento della controffensiva di Kiev a causa del ritardo nella consegna delle armi al suo paese. Come è noto i risultati scadenti della contro offensiva che doveva cambiare le sorti della guerra ha infastidito non poco i paesi occidentali che pare si stiano rendendo conto di aver fornito armi e denaro senza per altro ottenere significativi risultati sul campo.
In un’intervista con Channel 24 pubblicata giovedì scorso, Podoliak ha riconosciuto che l’offensiva ucraina è “da sei a nove mesi in ritardo”. L’alto funzionario ha spiegato che i negoziati “intensi” sulla fornitura di armi, iniziati nell’autunno dello scorso anno, si sono rivelati un processo molto lungo che, a suo parere, hanno vanificato la contro offensiva stessa. Ha affermato che non è lo stesso ricevere gli aiuti un mese dopo che nove.
Da parte sua il presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky ha espresso preoccupazioni riguardo al fatto che l’attenzione occidentale sul conflitto ucraino potrebbe diminuire in mezzo all’intensificazione delle ostilità tra Hamas e Israele di questi giorni.
“Se l’attenzione internazionale si discosta dall’Ucraina, in un modo o nell’altro, questo avrà conseguenze”, ha ammesso Zelenski martedì scorso durante un’intervista al programma ‘L’Événement, l’interview’ del canale France 2.
Insomma i timori per un’abbandono dell’Ucraina al suo destino senza tutti gli aiuti ricevuti fino ad ora serpeggia con maggiore insistenza tra i membri del governo. Se poi pensiamo che a livello mediatico, dopo l’inizio della guerra in medio oriente, i riflettori sul conflitto in Ucraina sembrano essersi magicamente spenti le paure di Zelensky e soci sono del tutto plausibili.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info