GIORGETTI: FUORI DAL PATTO DI STABILITA’ GLI AIUTI ALL’UCRAINA
Vi ricordate quando l’anno scorso Mario Draghi chiese agli italiani se preferivano i condizionatori accesi in estate o la pace? Oggi il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci chiede se preferiamo le pensioni o gli aiuti all’Ucraina.
Durante il suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti chiede all’Europa di non conteggiare gli aiuti forniti all’Ucraina nel patto di stabilità perché “se per aiutare l’Ucraina dovessimo ridurre le pensioni agli italiani diventa un po’ più difficile da spiegare”.
“Ribadisco quello che ho detto in sede di Eurofin, l’Italia condivide una politica di riduzione del debito pubblico, quello che dice Lindner (il ministro delle finanze tedesco, ndr) io lo condivido ma non posso ignorare che la stessa Commissione Europea ci chiede una politica di un certo tipo sulla transizione energetica e quindi riteniamo ragionevole chiedere che vengano considerate in modo diverso le spese per stipendi pubblici o pensioni rispetto a questo tipo di investimento. Come pure l’Italia ha detto per prima e ribadisce che se a livello internazionale siamo tutti impegnati a supportare l’Ucraina nella guerra contro l’invasione russa, l’aiuto umanitario e militare debba essere sottratto dal patto stabilità e crescita. Altrimenti c’è un’incoerenza: se per aiutare l’Ucraina dovessimo ridurre le pensioni agli italiani diventa un po’ più difficile da spiegare”, afferma il ministro nel suo discorso.
Qualche crepa si sta formando nel governo sulla necessità di continuare a sostenere l’Ucraina? Direi proprio di no, l’importante è che i conti tornino, quindi si chiede di non conteggiare le spese sostenute per mantenere in vita il circo di Zelensky dal patto di stabilità. Non vengono messi in discussione gli aiuti ma il bilancio dello stato italiano e dunque guerra fino all’ultimo ucraino.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
Ma è mai possibile che il popolo italiano subisce tutto questo e resta inerme senza indignarsi ma ancora quande ingiustizie e abusi e di stronzate dobbiamo subire per mettere mani alle armi