IN RUSSIA E’ IN CORSO UN TENTATIVO DI COLPO DI STATO?
Ci siamo svegliati oggi con la notizia che Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner, avrebbe tentato un colpo di stato nei confronti del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin o semplicemente, come descrivono la sua azione altri, un regolamento di conti interno tra lui e i vertici delle forze armate russe.
Le notizie sono ancora confuse e frammentarie ma di certo c’è che Prigozhin ed i suoi uomini hanno occupato la città di Rostov sul Don che si trova a circa 900 chilometri a sud di Mosca. Sembrerebbe che una colonna di mezzi militari del gruppo Wagner si stia dirigendo in direzione della capitale Mosca anche se non è confermato. Di certo invece c’è che tutti i nostri mezzi di informazione stanno dando una grande copertura alla notizia.
Copertura che ha il sapore della rivincita su Putin. I giornalisti in preda ai soliti orgasmi multipli causati dalla possibilità che il tentativo di colpo di stato maturi in un vero e proprio cambio di governo analizzano l’azione di Prigozhin come la ovvia conseguenza di un malessere del popolo russo stanco del dittatore che abita al Cremlino.
Sostenere un possibile cambio di governo al Cremlino fa parte delle numerose strategie messe in campo dall’occidente per mettere finalmente le mani sulla Russia e le sue risorse energetiche. Ma davvero, se il tentativo di colpo di stato di Prigozhin, andasse a termine con successo la guerra terminerebbe?
Liberarsi di Putin è la speranza di tutti quelli che vedono in lui la personificazione del dittatore sanguinario, del male in persona, del diavolo. Ma Prigozhin sarebbe davvero il fantoccio che l’occidente necessita mettere a capo della Russia? A tale proposito occorre ricordare che il capo della Wagner non ha mai criticato le forze armate russe per essere troppo dure durante i combattimenti. Ha criticato i vertici militari per la poca fornitura di armi e per non essere in grado di affrontare i combattimenti in maniera ottimale.
Una posizione più da falco che da colomba. In Russia sono molti coloro che imputano a Putin di essere troppo morbido e di non aver usato metodi più determinati nel corso del conflitto in Ucraina. I falchi non si trovano solo nei paesi baltici, in Polonia ed in alcuni settori della Nato ma anche in Russia. Un Prigozhin al comando potrebbe portare la guerra ad un livello molto più alto che piacerebbe non solo ai falchi russi ma anche a quelli che circolano nella Nato.
In fondo in diciassette mesi di guerra nessuno dalle nostre parti ha mai parlato di un cessate il fuoco o di negoziati, Tutti invece continuano a credere che l’unica soluzione per far cessare il conflitto sia sconfiggere sul campo la Russia e per questo i fiumi di armi in direzione Kiev non si interrompono. Un’azione troppo violenta della Russia, come l’uso di armi nucleari tattiche, azione questa suggerita anche da alcuni analisti russi recentemente, autorizzerebbe la Nato ad un’intervento diretto con conseguenze ben prevedibili.
Quindi è ovvio che dalle nostre parti i commentatori televisivi ed i giornalisti della carta stampata guardino con interesse e speranza a quanto sta succedendo in queste ore in Russia. Oggi Prigozhin, per questi pseudo analisti, è diventato il nuovo Che Guevara russo. Sperano che con l’avvento al potere del capo della Wagner tutto si risolva nel modo da loro sempre sperato ovvero che le truppe russe abbandonino le posizioni, che si ritirino dalla Crimea, che dal Cremlino emettano un assegno a dodici cifre per pagare i danni di guerra e che, soprattutto, si riesca alla fine a smembrare in tanti staterelli, tipo vecchia Jugoslavia, la Federazione Russa.
Ma purtroppo questa ipotesi è solo una ipotesi di fantapolitica che risiede nella mente di chi parla senza avere una qualunque visione reale della realtà, un sogno figlio solo degli orgasmi multipli che i nostri giornalisti hanno in queste ore.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info