APPROVATO UNDICESIMO PACCHETTO DI SANZIONI CONTRO LA RUSSIA
Sanzioni, sanzioni ed ancora sanzioni, questa è la politica adottata dall’Unione Europea per cercare, senza per altro riuscirci, di affondare l’economia della Federazione Russa: siamo all’undicesimo pacchetto approvato da Bruxelles.
Bruxelles ha approvato il 21 giugno l’undicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia nel tentativo di strangolarla economicamente. In questo ultimo pacchetto di sanzioni l’Unione Europea si è concentrata, non avendo altro da sanzionare, sul tentativo di impedire a terzi paesi che non applicano le sanzioni di esportare merci prodotte in Europa verso la Federazione Russa.
Viene, in un certo modo, adottata la formula della extraterritorialità dell’embargo molto usata dagli Stati Uniti verso i paesi a cui decidono di applicare sanzioni. In pratica si cerca di impedire che terzi paesi commercino con i paesi sanzionati minacciandoli. per questo, di essere sanzionati a loro volta, un po’ come accade con il blocco imposto dal paese a stelle e strisce a Cuba. Infatti Washington si arroga il diritto di sanzionare chiunque decida di non rispettare le sanzioni da loro applicate a L’Avana. In estrema sintesi potrei affermare che chi va con gli zoppi impara a zoppicare ed a Bruxelles hanno imparato molto bene.
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che il nuovo pacchetto “infliggerà un ulteriore colpo alla macchina da guerra [del Presidente russo Vladimir] Putin con restrizioni all’esportazione più severe, mirate alle entità che sostengono il Cremlino”, ha detto il 21 giugno dopo che la Presidenza svedese del Consiglio dell’UE ha annunciato che il pacchetto è stato approvato.
Se lo dice lei c’è da crederci sicuramente dato che gli altri dieci pacchetti di sanzioni non hanno intaccato troppo l’economia russa, ma la nostra invece sì. Ursula von der Leyen era quella che affermava, a pochi giorni dall’introduzione delle prime sanzioni, che Mosca avrebbe dovuto usare i chip presenti nelle lavatrici per la costruzione dei suoi missili che, sempre secondo lei, sarebbero terminati dopo poche settimane.
“Il nostro strumento antielusione impedirà alla Russia di mettere le mani sui beni sanzionati”, ha aggiunto Von der Leyen su Twitter. Le ultime sanzioni mirano a colmare le lacune in modo che beni e tecnologie vitali per lo sforzo bellico di Mosca non raggiungano la Russia attraverso le nazioni che commerciano con l’Unione Europea.
I funzionari di Bruxelles sono da tempo preoccupati per l’aumento della domanda di prodotti provenienti dall’Unione Europea da parte dei vicini della Russia, tra cui Armenia, Kazakistan e Kirghizistan, e da altri Paesi che hanno mantenuto relazioni commerciali con Mosca, come gli Emirati Arabi Uniti, la Turchia e la Cina.
Un estremo tentativo di isolamento della Russia ma di difficile attuazione perché se è facile ad esempio controllare le esportazioni in Armenia più difficile invece risulta controllare ciò che acquistano paesi di grandi dimensione come Turchia e Cina.
Non potevano mancare sanzioni contro chi, secondo loro, è implicato nella deportazione dei bambini ucraini in Russia. Infatti troviamo altre 71 persone e 33 entità che sarebbero implicate nel traffico dei bambini a cui viene impedito l’ingresso nell’Unione Europea ed a cui vengono congelati tutti i beni che si aggiungono alle altre sanzionate in precedenza.
Infine, visto noi siamo i detentori della verità, vengono revocate le licenze a cinque canali informativi russi e, per concludere, vieta l’accesso ai porti dell’UE alle navi che effettuano trasferimenti da nave a nave di petrolio greggio o prodotti petroliferi in mare se vi è motivo di sospettare che il carico sia di origine russa.
Insomma con queste sanzioni l’Unione Europea ha deciso di sanzionare i due terzi dei paesi del mondo che non si sono allineati alle politiche imposte dagli Stati Uniti.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info