IL VIAGGIO DEL PRESIDENTE IRANIANO A DAMASCO PREOCCUPA GLI STATI UNITI
Tra gli avvenimenti che hanno segnato gli ultimi giorni, ma che regolarmente è passato inosservato dalle nostre parti, non possiamo non ricordare la visita storica del presidente iraniano in Siria dopo oltre dieci anni, conseguenza della decisione dei due paesi di riallacciare le relazioni diplomatiche.
Il presidente iraniano Seyed Ebrahim Raisi è arrivato mercoledì a Damasco (capitale siriana), a capo di una delegazione economica e politica di alto rango, per una visita ufficiale di due giorni. Dopo la cerimonia ufficiale di benvenuto al Palazzo del Popolo, i presidenti dell’Iran e della Siria hanno tenuto una riunione con la partecipazione delle delegazioni di entrambi i paesi.
Il viaggio di Raisi in Siria è il primo di un presidente iraniano nel paese arabo negli ultimi 13 anni ed avviene dopo l’ultima visita compiuta nel 2010 dall’allora presidente Mahmud Ahmadineyad e per questo il presidente iraniano Seyed Ebrahim Raisi cataloga la sua visita in Siria come un punto di svolta nelle relazioni bilaterali tra i due paesi.
“Si creeranno nuove opportunità a beneficio dei popoli dei due paesi”, ha detto il presidente in una riunione tenuta giovedì con un certo numero di attori economici siriani e iraniani a Damasco, la capitale del paese arabo.
Raisi ha sottolineato la volontà di Teheran e Damasco di sviluppare relazioni commerciali, economiche e politiche e, a questo proposito, ha indicato che nel loro incontro di mercoledì con il presidente siriano Bashar al-Asad, hanno affrontato molte delle questioni economiche e si sono concentrati sulla rimozione degli ostacoli alle attività degli uomini d’affari e degli attori economici dei due paesi.
A tale proposito è stato firmato tra i due paesi il piano di cooperazione strategica e a lungo termine oltre alla sottoscrizione di 14 documenti di cooperazione siglati in diversi settori, tra cui cooperazione commerciale, petrolio ed energia, ingegneria tecnica, alloggi, trasporto ferroviario e aereo, zone franche e settore privato, comunicazioni, tecnologia, compiti di ricerca e soccorso, meccanismi per facilitare il pellegrinaggio.
“Nonostante il buon rapporto politico che abbiamo con il paese amico e fratello della Siria, le capacità economiche dei due paesi non sono ancora chiare per gli attori economici, ed è necessario fornire un meccanismo per capire meglio le capacità economiche dei due paesi”, ha aggiunto.
Raisi ha sostenuto che la nazione e il governo siro hanno sopportato molte difficoltà in questi 12 anni di crisi, ma poiché hanno brillato nel campo della resistenza contro gli attacchi degli Stati Uniti e di Israele risolveranno anche i problemi nei campi commerciali ed economici, riferisce Hispan TV.
Se a Damasco e Teheran applaudono per il viaggio del presidente iraniano in Siria a Washington guardano al riavvicinamento tra i due stati con enorme preoccupazione, e non potrebbe essere diversamente.
“L’approfondimento dei legami tra Iran e Siria dovrebbe essere motivo di grande preoccupazione, non solo per gli alleati degli Stati Uniti e dei paesi della regione, ma per il mondo in generale”. Con queste parole ha così reagito al viaggio di Raisi in Siria
il portavoce del Dipartimento di Stato statunitense Vedant Patel durante una conferenza stampa.
Ha escluso inoltre categoricamente che Washington possa normalizzare le relazioni diplomatiche con Damasco diffidando pure i suoi alleati a procedere in senso opposto ovvero che intraprendano azioni che possano portare alla normalizzazione diplomatica con la Siria.
Sempre riguardo alla visita di Seyed Ebrahim Raisi in Siria la rivista statunitense Forbes, in un articolo, ritiene che questo viaggio debba richiedere un’attenzione speciale a causa dell’aumento dell’influenza iraniana nella regione.
Nell’articolo pubblicato giovedì, il media analizza la visita ufficiale di due giorni del presidente Ebrahim Raisi in Siria e nota che, tenendo conto del movimento delle placche tettoniche nel paesaggio geopolitico dell’Asia occidentale, questo viaggio, che avviene mentre l’Iran sta espandendo la sua influenza nella regione, richiede un’attenzione speciale.
“Questa visita di alto profilo, la prima dal viaggio dell’ex presidente Mahmud Ahmadineyad nel 2010, mostra una nuova fase di approfondimento delle relazioni tra Teheran e Damasco. Mentre gli Stati Uniti si ritirano gradualmente [dalla zona], Cina e Russia stanno intervenendo, creando una complessa rete di manovre diplomatiche, sfruttata dall’Iran”, osserva.
Secondo l’analisi condotta dalla rivista il viaggio di Raisi persegue diversi obiettivi, da simbolici a strategici, e a questo proposito, spiega che è simbolico il fatto che la “dichiarazione di vittoria” dell’Iran e della Siria contro la coalizione anti-Asad, sia all’interno della Siria che nella regione. venga considerata una vittoria. Il testo sottolinea che questa questione è importante, soprattutto considerando che la Turchia, il principale sponsor dell’opposizione siriana, sta già negoziando con Damasco per normalizzare i suoi legami.
Teheran e Damasco affermano di aver superato con successo gli sforzi degli Stati Uniti per isolarli diplomaticamente nella regione, viene poi evidenziato nel testo , l’uscita della Siria dall’isolamento diplomatico e la normalizzazione delle relazioni dell’Iran con i paesi arabi.
“Questo cambiamento sta avvenendo mentre gli attori regionali si riposizionano, in risposta al fatto che la Cina e la Russia hanno riempito il vuoto politico lasciato dal graduale ritiro degli Stati Uniti nella regione. Mentre gli alleati degli Stati Uniti nella zona rompono i ranghi con Washington, le dinamiche della regione stanno cambiando”, continua l’articolo.
Il rapporto sottolinea poi che questo viaggio ha luogo mentre i paesi arabi, tra cui l’Egitto e l’Arabia Saudita, si aprono al presidente Bashar al-Asad riferendosi alle recenti visite dei ministri degli esteri a Damasco e anche al “viaggio storico” che il cancelliere siriano ha fatto nel territorio saudita in aprile.
“Questi sviluppi complicano gli sforzi degli Stati Uniti per isolare l’Iran, specialmente con il recente accordo Iran-Arabia Saudita mediato dalla Cina. Il Dipartimento di Stato americano avverte che l’approfondimento dei legami tra l’Iran e il governo siriano dovrebbe preoccupare il mondo”, sostiene l’articolo..
Il rapporto evidenzia il piano dell’Iran per collegare la sua rete ferroviaria attraverso l’Iraq al porto siriano di Latakia nel Mar Mediterraneo e afferma che la misura potrebbe essere potenzialmente sostenuta dalla Cina, che sta spingendo la nuova rotta della seta al fine di collegare i mercati globali.
Infine, l’analisi sottolinea che mentre l’Iran accelera i suoi sforzi diplomatici per capitalizzare la riduzione dell’influenza degli Stati Uniti, la regione sta assistendo a un rapido cambiamento nelle dinamiche di potere.
Quindi c’è chi sorride ai nuovi scenari che si stanno aprendo in medio oriente mentre dalle parti della Casa Bianca i grattacapi aumentano.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info