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IL SUD AFRICA VUOLE USCIRE DALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE 

 

Il Sud Africa che ospiterà tra pochi giorni il vertice dei paesi aderenti ai Brics è intenzionato ad abbandonare la Corte Penale Internazionale.

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha annunciato martedì in una conferenza stampa che il partito di governo vuole che il paese esca dalla Corte penale internazionale (CPI), riferiscono i media locali.

Il partito al potere […] ha preso la decisione che è prudente che il Sudafrica si ritiri dalla CPI”, ha detto il presidente sudafricano.

Il presidente ha spiegato che la decisione è dovuta al trattamento ingiusto della CPI di alcuni paesi. “Vorremmo che questa questione del trattamento ingiusto fosse discussa adeguatamente, ma nel frattempo, il partito di governo ha deciso ancora una volta che ci deve essere un ritiro”, ha sottolineato alludendo evidentemente alla condanna ricevuta dal presidente russo Vladimir Putin di alcune settimane fa.

Questa non è la prima volta che il Sudafrica cerca di ritirarsi dalla CPI. Ci ha provato nel 2016 dopo una disputa quando l’allora presidente del Sudan, Omar al-Bashir, ha visitato il paese per partecipare a un vertice dell’Unione Africana.

A marzo, il tribunale ha emesso un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin in relazione alla presunta deportazione di minori ucraini in territorio russo, che descrive come un crimine di guerra, e notando che ci sono abbastanza basi per credere che c’è una  responsabilità diretta del presidente.

Da parte sua, il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov ha definito la decisione “scandalosa” e “inaccettabile”. “La Russia, come diversi paesi, non riconosce la giurisdizione di questo tribunale, e per Mosca qualsiasi decisione di questo tipo dal punto di vista legale è insignificante”, ha notato.

Insieme al presidente, la corte ha anche stabilito l’arresto di Maria Lvova-Belova, commissario presidenziale per i diritti dell’infanzia in Russia. Il funzionario ha commentato la decisione della corte: “È bello che la comunità internazionale abbia apprezzato il lavoro che facciamo per aiutare i bambini del nostro paese, che non li lasciamo nella zona di guerra, che li tiriamo fuori, che creiamo buone condizioni per loro e li circondiamo di persone amorevoli e attente”, ha detto Lvova-Belova.

Nel frattempo, anche diversi paesi del mondo si sono opposti alla decisione: il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha esortato la CPI ad evitare “la politicizzazione e i doppi standard. Da questa decisione, evidentemente politica,  la Corte Penale Internazionale è uscita con le ossa rotte ed ha perso ogni parvenza di organismo al di sopra delle parti in grado di giudicare, appunto, i crimini internazionali.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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