Armi carro armatoArmi carro armato

UN ANNO FA INIZIAVA L’OPERAZIONE SPECIALE IN UCRAINA

 

ad un anno dall’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina non è possibile non fare alcune riflessioni e valutazioni.

Il 24 febbraio dell’anno scorso la Federazione Russa iniziava la sua operazione speciale in Ucraina ed a un anno da quella data di acqua sotto i ponti ne è passata: non posso non fare alcune riflessioni e valutazioni sperando di non essere banale e superficiale.

Dal punto di vista strettamente militare la Russia immaginava o sperava che la sua operazione speciale, così la hanno chiamata a Mosca, durasse pochi giorni o tutt’al più alcune settimane invece, grazie ai continui rifornimenti di armi da parte dell’occidente, il conflitto è tutt’altro che definito anche se appare molto probabile che l’esercito ucraino non sia in grado di riconquistare né i territori che i russi hanno strappato a Kiev nel Dombass, né la Crimea, come vorrebbe Zelensky.

Nel conflitto la Nato ed i paesi che aderiscono al cartello dei volenterosi, che armano in continuazione le forze armate russe, hanno sicuramente sottostimato le capacità belliche del Cremlino. Ricordo all’inizio del conflitto che tutti ammettevano con candore che la Russia sarebbe caduta dopo poche settimane sia grazie alla presunta superiorità bellica dell’occidente, che anche in questo ha dimostrato la sua natura eccezionalistica, ovvero solo perché occidentali, per definizione, le capacità belliche dovevano essere ovviamente superiori,  sia grazie alle sanzioni economiche applicate aMosca che, come più volte affermato, avrebbero spezzato le reni alla Russia in pochi mesi.

Tutte supposizioni e supposizioni si sono rivelate ad un anno dall’inizio del conflitto. Ricordo benissimo le dichiarazioni della arrogante Ursula Von der Leyen che dichiarava candidamente che la Russia avrebbe dovuto prendere i microprocessori dalle lavatrici per usarle nei missili in quanto le stringenti e senza precedenti sanzioni non avrebbero permesso al Cremlino di approvvigionarsi di questi essenziali componenti. Ricordo le affermazioni di molti politici, e replicate come pappagalli dai soliti giornali di regime, che la Russia prima a marzo. poi a maggio, poi a settembre, poi a gennaio aveva terminato i missili: nella realtà continuano a lanciare missili come se non ci fosse un domani. Ricordo inoltre come veniva dipinto l’esercito russo: un branco di stralcioni mal addestrati, con scarpe di cartone, parafrasando la realtà del nostro esercito quando fu mandato in Russia a combattere da Mussolini, che avrebbero dovuto prendere il fucile al suo commilitone ucciso data la mancanza di armi a disposizione. E mi fermo qui. 

Affermazioni queste che se davvero pensate e sostenute  chi le affermava avrebbe dovuto essere sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio. Spero per loro che non lo pensassero davvero e che invece  affermassero ciò solo per convincere il popolino che l’occidente potente e superiore avrebbe fatto sì che l’Ucraina avrebbe archiviato, grazie alla superiorità militare degli Stati Uniti e della Nato, l’affare russo in poche settimane rendendo il nemico inattivo e sottomesso per secoli.

Sicuramente però una sottovalutazione militare della Nato nei confronti della Federazione Russa è avvenuta. Gli Stati Uniti e la Nato negli ultimi decenni hanno basato tutta la loro forza militare sull’aviazione e sulla marina trascurando invece clamorosamente la fanteria. Tutte le ultime guerre condotte in giro per il mondo sotto la bandiera della Nato sono avvenute lontano dai confini europei e statunitensi ad esclusione della Yugoslavia. In un contesto in cui la maggiore forza militare al mondo, gli Stati Uniti, conducono guerre lontane dal loro territorio l’uso della fanteria e delle attrezzature belliche di terra come l’artiglieria diventa di difficile uso. Infatti immaginiamo la guerra in Iraq o in Afganistan, paesi molto lontani dagli Stati Uniti, dove spostare ingenti truppe di terra e materiali come carri armati e artiglieria in genere è chiaramente impossibile, l’unico modo per distruggere il nemico è affidarsi all’aviazione che bombarda gli obiettivi ed alla marina.

Gli aerei sono di facile dislocamento in qualunque scenario di guerra, possono essere allocati nelle numerose basi che gli Stati Uniti dispongono in giro per il mondo. Poi possono essere trasportati dalle navi portaerei con estrema facilità. Hanno inoltre la caratteristica di poter colpire ovunque con molta celerità. Insomma la Nato si è specializzata nel condurre guerre in giro per il mondo seguendo uno schema in cui l’aviazione gioca un ruolo fondamentale.

La Russia che non ha mai condotto guerre in giro per il mondo ma si è armata in vista di una minaccia diretta verso il suo territorio ha sviluppato principalmente, ma non solo ovviamente, la sua forza in terra. Se vieni attaccato per via terrestre allora devi rispondere allo stesso modo. L’Ucraina disponeva di un ingente quantitativo di armamenti provenienti dalla vecchia Unione Sovietica ed è stata rinpinguata negli anni precedenti al conflitto da quelli di fabbricazione occidentale ma non sufficienti a contrastare l’enorme volume di fuoco dell’esercito russo.

Tanto per fare un esempio in un giorno le forze ucraine sparano circa 15 mila colpi di artiglieria mentre i russi ne sparano fino a 60 mila. In un mese di guerra in Afganistan venivano  sparati non più di 20 mila colpi  di artiglieria. Come è facile notare in un giorno di guerra in Ucraina l’esercito di Kiev, che riceve le munizioni dall’occidente.  spara all’incirca lo stesso numero di colpi di artiglieria che venivano sparati in un mese in Afganistan. Cosa è successo quindi? Semplicemente l’occidente non è in grado di fornire munizioni per l’artiglieria ucraina mentre in Russia, sapendo bene come si sarebbe sviluppato il conflitto hanno e continuano a produrre migliaia di munizioni al giorno. Infine la capacità produttiva delle fabbriche occidentali non è sufficiente a sopperire alle necessità dell’artiglieria ucraina.

Faccio notare ancora una volta che se davvero dalla Casa Bianca ed a Bruxelles pensavano che la Russia fosse una potenza militare paragonabile all’Iraq di Saddam Hussein allora davvero questa classe politica vive sulla Luna e non ha alcuna percezione di ciò che le accade intorno. Basta fare una semplice ricerca su internet per rendersi conto che Mosca dispone di almeno 12 mila, secondo alcune fonti, oppure 15 mila, secondo altre fonti, carri armati e si posiziona la primo posto al mondo riguardo la disponibilità di carri. Al secondo posto troviamo gli Stati Uniti con circa 9 mila ed in Europa la cifra totale di carri armati varia tra i 3.500 ed i 5.500 a secondo delle fonti. Quindi la superiorità sul territorio è inevitabilmente a favore della Russia.

Un attento analista militare sa benissimo che se disponi di tanti carri armati per ovvie ragioni devi disporre anche di pezzi di artiglieria e di fanteria. Cosa questa che non necessita di grosse competenze per essere capita, quindi perché hanno e continuano a sottovalutare la potenza militare del Cremlino alla Casa Bianca ed a Bruxelles? Sono davvero incompetenti questi che ci governano oppure ci sono altre ragioni?

Facendo un’ipotesi su come viene condotto il conflitto da parte occidentale, perché chi decide non si trova a Kiev ma a Washington e questo credo sia chiaro a tutti, mi sembra che le dichiarazioni espresse da Hilary Clinton subito dopo lo scoppio delle ostilità siano del tutto vere. Clinton affermò che l’Ucraina avrebbe dovuto essere per la Russia il nuovo Afganistan rifacendosi agli avvenimenti bellici degli anni ’80 dello scorso secolo dove l’allora Unione Sovietica venne letteralmente spolpata delle sue risorse economiche per portare avanti una guerra che la vide alla fine costretta a ritirare i remi in barca.

In sostanza si può ragionevolmente credere che l’occidente voglia continuare il conflitto all’infinito o almeno fino a quando le casse della Federazione Russa saranno talmente in rosso da non poter più produrre neppure una cartuccia per un fucile. Cosa possibile ma penso del tutto inverosimile in questo contesto storico. La storia è difficile che si ripeta. Le condizioni politiche ed economiche mondiali sono infinitamente diverse da quelle in cui si svolse la guerra in Afganistan negli anni ’80 del secolo scorso. Se hanno pensato questo alla Casa Bianca hanno preso un granchio colossale, ma soprattutto hanno decretato la morte di centinaia di migliaia di ucraini solo per gusto perché ciò non potrà mai avvenire.

In realtà credo però che la pensino così alla Casa Bianca oppure, essendosi ritrovati in un pantano, non gli resta altra possibilità. Infatti dopo aver sottovalutato la potenza militare della Russia, se davvero la hanno sottovalutata oppure sapevano benissimo a cosa si sarebbero trovati di fronte ed hanno pensato di essere economicamente più forti, protrarre il conflitto fino al fallimento di Mosca, non far scalare il conflitto a livello mondiale, continuando a fornire armi a Kiev ma non quelle che potrebbero essere usate per colpire direttamente il territorio russo, resta l’unica opzione in gioco a meno di non ammettere sul campo la sconfitta. Ipotesi, quest’ultima, che non è assolutamente contemplata perché spaccherebbe la Nato e l’egemonia statunitense, già in grave crisi, ne risulterebbe fortemente compromessa.

La questione della fornitura dei carri armati a Kiev va in questa direzione. Infatti prima viene negata la loro fornitura, poi la Germania. produttrice dei Leopard 2, vincola la fornitura alla contemporanea cessione da parte degli Stati Uniti dei loro Abrams, quindi a Washington accettano e allora tutti d’accordo decidono di inviarli, ma quanti e quando non è dato saperlo. Un modo elegante per tappare la bocca al solito Zelensky che regolarmente pigola  a destra ed a manca  armi. Ma fornire carri armati senza un’adeguata copertura aerea non serve praticamente a nulla: infatti i carri saranno solo altri obiettivi da colpire per le forze armate russe. Sull’invio di aerei da combattimento non sembra al momento, e sottolineo al momento,  ci sia un accordo: tutti, salvo la Francia, sembrano non disposti ad inviarli. 

Ricordo inoltre che sia i carri armati ma soprattutto gli aerei necessitano di personale militare addestrato per essere pilotati, e addestrare un pilota di aereo è molto lungo. I piloti ucraini, ammesso che ce ne siano ancora, non sono in grado di pilotarli. Potrebbero averli addestrati in segreto ma credo sia più plausibile che vengano usati mercenari occidentali.

Il piano economico, ovvero . il secondo livello su cui doveva essere  attaccata la Federazione Russa,, ha prodotto  risultati davvero minimi. Infatti i nove pacchetti di sanzioni che da parte occidentale sono stati preparati per far crollare l’economia di Mosca hanno ottenuto ben poco e, come oramai è noto a tutti tranne alla nostra classe politica, le sanzioni hanno colpitoin modo maggiore proprio i paesi che le hanno applicate e hanno invece pochi effetti sul paese a cui sono applicate.

In sostanza l’Unione Europea, a differenza degli Stati Uniti, è quella che ha risentito maggiormente delle conseguenze delle sanzioni economiche applicate alla Russia. Tanto per ricordarlo solo un quarto delle nazioni mondiali ha aderito alle sanzioni decretandone di fatto il loro  insuccesso per la Russia ma   non per l’Unione Europea. Discorso diverso invece è quello degli Stati Uniti. Infatti le sanzioni hanno distrutto il tessuto economico ed imprenditoriale europeo convertendo il paese di Biden quale principale fornitore per la stessa Europa. Uno strano modo di considerare gli alleati, piuttosto che alleati ci dovrebbero chiamare sudditi.

In pratica la forza economica dell’Unione Europea e principalmente quella della Germania, primo produttore manifatturiero europeo, si basava sulla possibilità di attingere gas e quindi energia a basso costo dalla Russia che sommato alla grande capacità produttiva aveva trasformato l’Europa in una grande potenza economica mettendo per questo in difficoltà gli stessi Stati Uniti che non hanno mai pensato minimamente di considerare gli alleati europei al loro  stesso livello. L’Europa era un mercato da conquistare e tenersi stretto quindi attaccarla se diventava troppo potente  era parte della strategia economica di oltre oceano. E questo è accaduto sotto gli occhi della nostra inetta o succube classe politica.

I gasdotti North Stream 1 e e 2 sono stati distrutti proprio dagli Stati Uniti, e dopo le recenti rivelazioni è assordante il silenzio di Bruxelles, per impedirne qualunque possibile riapertura in caso di problemi energetici seri, Come dire che siccome a Washington  si fidano dei loro alleati è meglio metterci sopra una pietra definitiva piuttosto che rischiare che una decisione saggia di qualche politico illuminato, che al momento non risulta pervenuto, potesse decidere di riaprirli, dato che la decisione di chiuderli era solo politica e non costruttiva. Voglio dire che a Berlino era stato deciso di non aprire il North Stream 2 e di chiudere a tempo indefinito il funzionante North Stream 1 per decreto e non per cause di forza maggiore. I gasdotti erano destinati a restare nel limbo a tempo indeterminato.

I costi per l’approvvigionamento energetico in Europa sono schizzati alle stelle in breve tempo anche se le prime avvisaglie  erano già state notate mesi prima dell’inizio della guerra non perché si temeva l’invasione russa dell’Ucraina ma perché l’Unione Europea aveva deciso di trattare il prezzo del gas presso la borsa di Amsterdam rinunciando così ai contratti a lungo termine che garantivano un prezzo più basso. La visione liberista dell’economia che vige nell’Unione Europea ha fatto sì che si rinunciasse ai contratti a lungo tempo delegando il mercato a regolare il prezzo del gas. RisultatoL già alla fine dell’estate 2022, ben prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, i prezzi del gas erano schizzati all’insù. Poi la guerra e la chiusura del North Stream 1 e decretazione della morte del North stream 2 hanno fatto il resto.

In sostanza le bollette energetiche sono aumentate non solo per le famiglie ma anche per le imprese mettendole così in grave crisi e rendendo le loro produzioni in parte fuori mercato. L’inflazione è arrivata a valori vicini alle due cifre, la BCE ha alzato i tassi di sconto usando la classica formula che se aumenta l’inflazione occorre aumentare i tassi non rendendosi conto che l’inflazione non è causata da un eccesso di domanda ma dalla fiammata del prezzo dell’energia che poi viene trasferito sul prodotto finito.

Di tutta questa situazione ne hanno beneficiato gli Stati Uniti diventati il primo fornitore di gas naturale liquido per l’Europa ed il primo partner commerciale dato che dalle loro parti il costo dell’energia per le imprese è almeno cinque o sei volte minore che in Europa. Allora non possiamo che domandarci perché la nostra classe politica si è infilata in questo tunnel che non ci porta da nessuna parte. Questa è la domanda delle domande a cui nessuno ancora ha saputo dare una risposta esaustiva.

Dal punto di vista della Casa Bianca sono chiari gli intenti di questa guerra che hanno voluto e programmato per decenni ma dal nostro lato non si riescono a capire. E’ ovvio che la Russia sia un boccone molto appetitoso per Washington, e da sempre lo è stato, visto che dispone di ingenti materie prime, debilitare il competitore europeo ed in primis la Germania non stupisce ma per noi europei, da questa guerra, non otteniamo un bel niente quindi perché ci siamo infognati in questa impresa?

A questo punto però occorre rendersi conto che tutta la strategia statunitense, al momento, risulta fallimentare su tutti i fronti tranne quello di rendere l’Europa inconsistente e più dipendente dagli Stati Uniti. Quindi qualcuno potrebbe pensare che in fondo gli Stati Uniti stiano ottenendo qualcosa da questa guerra. Probabilmente sì ma il loro progetto originario non era far diventare il vecchio continente il nuovo cortile della Casa Bianca ma impedire che il mondo si convertisse in multipolare.

Transizione questa oramai irreversibile, ma dalla Casa Bianca cercano in tutti i modi almeno di frenarla. Al centro degli interessi degli Stati Uniti ovviamente c’è la Cina, il competitore per eccellenza dell’economia e della egemonia mondiale detenuta da oltre oceano. Frenare la Russia per arrivare alla Cina dato che i due paesi hanno importanti relazioni politiche ed economiche era l’obiettivo della Casa Bianca. Il conflitto in Ucraina serviva anche per questo e non penso di non esagerare se dico che in realtà era il principale obiettivo per Washington. 

Dalla Casa Bianca forse speravano che Pechino aderisse alle sanzioni contro la Russia ma, come si dice, hanno fatto i conti senza l’oste. Da Pechino hanno visto invece la possibilità di ampliare le loro relazioni con Mosca proprio grazie al conflitto: la Cina ha un grande bisogno di petrolio e gas ed hanno trovato nella Russia il loro principale fornitore anche grazie ai costi ribassati del gas e del greggio a causa delle sanzioni a cui Mosca è stata sottoposta. Da Mosca invece hanno trovato nella Cina il fornitore perfetto dove acquistare tutti quei prodotti che le sanzioni non gli permettono di comprare in occidente e Pechino è ben felice di vendere tutto il necessario.

Inoltre il cerchio imposto alla Russia sul piano finanziario è stato egregiamente risolto: Mosca  ha iniziato a commerciare con gli altri  paesi nelle proprie monete e si sono  sviluppati circuiti alternativi allo Swift da cui Mosca, grazie alle sanzioni, è stata esclusa. Infine se da parte statunitense si pensava, in modo un poco eccezionalista, che le sanzioni avrebbero permesso di isolare l’economia russa di fatto hanno fatto tutto il contrario: si è verificato il processo opposto ovvero i paesi che non sottostanno alle politiche impartite da oltre oceano, Russia, Cina, Iran, Arabia Saudita, India solo per citarne alcuni hanno accelerato il processo di integrazione economica rivelando una dinamicità che in molti non sospettavano. Hanno deciso in poche parole di fare da se lasciando gli Stati Uniti e la succube Unione Europea spiazzati perché pensavano di poter controllare l’economia mondiale e che tutte le altre nazioni non avrebbero potuto fare a meno di loro. Una cocente sconfitta che il conflitto a semplicemente accelerato.

E proprio l’accelerazione dei processi di integrazione regionali credo sia il risultato più evidente di questo conflitto che mirava a proclamare la superiorità dell’occidente sulle altre nazioni del mondo e che invece ha certificato che il mondo si sta dirigendo verso una guida multipolare dove più poli economici e politici si sostituiranno a quello a guida statunitense.

Non mi sento di fare previsioni sulla durata del conflitto ma sono certo che la Russia non perderà sul campo a meno che  non si decida di scatenare la terza guerra mondiale. Quindi il conflitto durerà ancora per mesi fino a quando in Europa non ci accorgeremo che i nostri alleati di oltre oceano, oppure i nostri padroni, come meglio li dovremmo chiamare, ci hanno trascinato in una guerra in cui non ci entriamo nulla e dalla quale abbiamo solo da perdere. La mobilitazione popolare sarà la sola arma che abbiamo per far capire alla nostra inetta classe politica che siamo stanchi di gettare miliardi di euro in armi ma il popolo europeo, salvo poche eccezioni, sembra anestetizzato dalla continua propaganda dei nostri mezzi di informazione che giocano per Washington e non per noi.

E se l’occidente smettesse piano piano di sostenere l’Ucraina come ha fatto con l’Afganistan? I segnali ci sono: promesse di carri armati, aerei da combattimento, missili a lunga gittata che non si vedono per paura di un’allargamento incontrollato del conflitto. Potrebbe avvenire che l’Ucraina venga lasciata sola, svenduta ai debitori internazionali. In fondo dopo tutto quanto ho esposto sopra un successo gli Stati Uniti lo hanno ottenuto: creare il nuovo nemico ovvero la Russia con il conseguente rialzamento della cortina di ferro. Quindi potrebbero continuare ad agitare lo spettro della minaccia ai valori occidentali da parte di Mosca e Cina. perché il loro obiettivo finale è Pechino, dividendo un’altra volta il mondo in due o più blocchi. Questa politica ha permesso per oltre quaranta anni agli Stati Uniti di esercitare la propria forza egemonica sul restante mondo. 

Ed i morti caduti sul campo? I soliti effetti collaterali.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Un pensiero su “UN ANNO FA INIZIAVA L’OPERAZIONE SPECIALE IN UCRAINA”
  1. La Russia che non ha mai condotto guerre in giro per il mondo.
    Ehmmmmm? Repubblica Centrafriana, Mali, Siria, Cecenia.
    Dai, questa dicotomia tra i russi buoni poverini che si difendono e bast e gli USA cattivi imperialisti guerrafondai sta cominciando a far ridere, se non facesse piangere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *