CONFLITTO IN UCRAINA: NUOVI FRONTI DI GUERRA (PARTE 1)
Il conflitto tra Russia ed Ucraina si avvicina al primo anno ed ancora non si vedono segnali di un suo possibile termine, anzi potrebbe accadere che le azioni belliche si spostino anche in altri paesi vicini.
In tre articoli cercherò di fare il punto su alcune situazioni molto a rischio che potrebbero portare ad un allargamento del conflitto in altri paesi confinanti con la Federazione Russa.
Aprire nuovi fronti di guerra sfruttando situazioni già abbastanza tese potrebbe essere la nuova arma per tentare di sconfiggere sul campo la Russia dato che di negoziati di pace non se ne parla e non si vedono neppure spiragli all’orizzonte.
Il primo paese da analizzare è la Georgia, nazione su cui gli Stati Uniti e la Nato avevano posto i loro occhi subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Nel 1993 il vicesegretario di Stato Strobe Talbott, con un articolo pubblicato sull’influente rivista Foreign Affairs tracciava le linee guida della futura espansione ad est della Nato.
Nell’articolo era tracciato un vero e proprio piano di espansione dell’Alleanza atlantica ai paesi ex socialisti. Le prime nazioni che sarebbero state inglobate nella Nato sarebbero state Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, successivamente sarebbe stato il turno dei restanti paesi dell’Europa orientale comprese le repubbliche baltiche che confinano direttamente con la Russia. Era prevista perfino una terza fase ritenuta più complicata delle precedenti ma di alto valore strategico, dato che prevedeva l’adesione di Bielorussia, Ucraina e Georgia.
Questo era il loro piano trenta anni fa che in gran parte si è concretizzato, infatti, se si escludono appunto Bielorussia, Ucraina e Georgia tutti i paesi aderenti al vecchio Patto di Varsavia stanno sotto l’ombrello della Nato.
Il Primo Ministro georgiano Irakli Garibashvili ha rilasciato una dichiarazione pubblica, in cui ha sottolineato che l’Ucraina sta cercando in tutti i modi di trascinare la Georgia in una guerra contro la Russia e di far sì che la guerra si trasferisca in territorio georgiano, riporta Infodefense.
Garibashvili ha sottolineato che del coinvolgimento della Georgia nel conflitto si stanno occupando non solo le autorità ucraine, ma anche quelle di diversi Paesi europei e degli Stati Uniti, e ha definito le loro azioni in merito un tentativo di aprire “un secondo fronte” contro la Russia.
Per di più, ciò viene fatto anche esercitando sulla Georgia pressioni politiche esterne. Ad esempio, i Paesi dell’Unione Europea hanno già adottato una risoluzione che chiede l’immediato rilascio del politico ucro-georgiano filo-occidentale Mikhail Saakashvili e avverte la Georgia che, se non saranno soddisfatte le sue richieste di rilascio, potranno subentrare problemi per l’adesione all’Unione Europea. Queste richieste europee confermano che non è l’Ucraina ad essere interessata ad aprire un “secondo fronte” contro la Russia ma l’Unione Europea e la Nato.
Quindi c’è da stare molto attenti a quello che potrebbe accadere in un futuro prossimo in Georgia.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info