La Serbia capro espiatorio dell’Occidente contro la Russia
di Luisa Pace
La signora Vjosa Osmani, Presidente del Kosovo, ha appena dichiarato: “La Serbia? imperialista come Mosca e collabora con il gruppo Wagner”. Intanto gli europei discutono e la risposta del Presidente della Repubblica di Serbia non si è fatta attendere: “Il piano europeo sul Kosovo non è entusiasmante ma dovremo collaborare.”. Nel frattempo, la polizia del Kosovo ha aperto il fuoco sui serbi. Una persona è rimasta ferita dopo che la polizia albanese ha sparato contro un’auto a un posto di blocco nel Nord del Kosovo, che Belgrado ha denunciato come illegale.
Sembra uno scherzo di cattivo gusto, ma per qualche anno dal 1999 a seguire, serbi e albanesi hanno tutti guidato senza targa e, improvvisamente, oggi, la targa diventa una questione di Stato? Ridicolo? No! E’ una strategia!
Antonio Evangelista lo spiega molto bene: “Questa è la guerra ibrida, quella della destabilizzazione con atti che sembrano poco importanti ma che impediscono la vita normale. Può sembrare folle ma nel 2004 tre bambini sono annegati, la colpa è stata data a un cane apparentemente ‘serbo’ e gli albanesi misero a ferro e fuoco il KOSOVO per questo, qualcuno cercò anche di bruciare l’ospedale da campo russo con tutti i pazienti dentro… lì dove si curavano i serbi, per non parlare delle chiese e dei fedeli serbi anche questi bruciati nel progrom del 17 marzo 2004. Luoghi di culto, di cura, cani… cose della vita quotidiana che diventano oggetto e strumento di guerra ibrida e che possono creare il mostro, in questo caso il popolo serbo.”. È così che la propaganda crea i luoghi comuni. In realtà, siamo tutti vittime della propaganda. “Il mondo è gestito da pochi ‘diavoli’ e quando parliamo di propaganda statunitense, per esempio, ed anche il popolo americano ne soffre. “.
Un documento datato 19 marzo 1984, ora declassificato (SYSTEM II – 90457 – Allegato NSDD 133) spiega la politica degli Stati Uniti nei confronti della Jugoslavia. Basta leggere il passaggio per capirne il contenuto: “La Jugoslavia deve essere usata per contenere all’espansionismo economico sovietico…”. Come non dedurre da ciò che la posizione filorussa dei serbi è imbarazzante? Non gradita direi.
Tutto era già stato scritto nel 1984 da Reagan e ora vogliono destabilizzare la Serbia per frenare di più e meglio la Russia. Si tratta ancora della strategia della guerra ibrida e della destabilizzazione magistralmente descritta da Emanuel Pietrobon, esperto di politica e geopolitica, nel suo ultimo libro “L’arte della guerra ibrida. Teoria e prassi della destabilizzazione.».
Il significato è già molto chiaro: “Con la fine della Guerra Fredda e il crollo dell’Unione Sovietica, l’anno 2000 è stato immaginato come un secolo di pace, prosperità e democrazia, ma la storia non è finita. Gli Stati Uniti e i loro alleati europei, esportando il modello occidentale “superiore”, hanno alimentato fenomeni di vendetta, come il terrorismo jihadista e il “revisionismo” dei paesi sconfitti, principalmente Russia e Cina, che lavorano costantemente per creare nuove sfere di influenza. L’anno 2000 è diventato così il secolo delle utopie irrealizzate, dell’instabilità permanente e delle guerre ibride. La globalizzazione del mercato e la comunicazione attraverso Internet hanno favorito un tipo di guerra che non è formalmente dichiarata, che utilizza armi convenzionali e non convenzionali, che può coinvolgere istituzioni pubbliche e private, movimenti di opinione, che utilizza strategie manipolative e clandestine, con l’obiettivo di rovesciare un ordine stabilito. Conoscere l’arte della guerra ibrida, che caratterizzerà sempre più la storia del nostro tempo, ci permetterà di difenderci ed esercitare una vigilanza attiva, condivisa e sostenuta.”.
Tra i documenti e le testimonianze scelte da Evangelista perché i più vicini alla realtà vissuta durante i suoi lunghi anni sul campo sono quelli dell’ex agente della CIA, Robert Baer, che ha parlato della disgregazione dell’ex Jugoslavia neglianni ’90.
Baer sostiene che poi lui e i suoi colleghi hanno ricevuto milioni di dollari per influenzare i politici e causare la divisione dell’ex Jugoslavia corrompendo partiti e politici che promuovevano l’odio tra le nazioni.
Antonio Evangelista spiega come l’intervista dell’agente CIA Baer denunci una realtà molto diversa da quella raccontata dai media ufficiali secondo cui i serbi cattivi avrebbero la responsabilità di tutto il male accaduto nei Balcani e in Srebrenica in particolare. Non solo, Baer ha scritto diversi libri su CIA, Bill Clinton e George W. Bush illustrando come dietro ai conflitti ci sia sempre l’ ‘accaparramento di risorse’ come il gas, ampiamento spiegato nel suo libro Sleeping with the Devil.
Baer ha detto: “La CIA ci aveva passato informazioni su un gruppo denominato ‘Serbian Supreme’ e sul piano di attaccare edifici chiave in Sarajevo con l’obiettivo di indurre la Bosnia a separarsi dalla Iugoslavia. Ma scoprimmo che il gruppo non esisteva, ci avevano mentito i nostri superiori. Il nostro compito principale era quello di diffondere il panico tra i politici facendo loro credere che ci sarebbero stati attacchi serbi.”.
Il nome di tutta l’operazione era “Istina”, ossia ‘la verità’ … ‘Tutto era programmato a nostra insaputa’ ha denunciato l’agente CIA.
Evangelista spiega: “La CIA nella ex Iugoslavia fu finanziata lautamente per usare ONG, attivisti, politici, media, ecc. per fomentare odio tra le etnie, le religioni. L’obiettivo era quello di dividere la Jugoslavia creando caos, terrore e morte. E non lo dice un russo… lo dice un agente della CIA.”
Morale: gli abitanti dei Balcani non si odierebbero se non ci fosse stato tutto questo spettacolo… sono stati usati, nell’ennesima ‘guerra ibrida’.
“E quale colpa avrebbe avuto allora la Iugoslavia ieri e la Serbia oggi? Forse quello di poter far passare il gas russo diretto in Occidente attraverso i gasdotti russi? Quelli che una manina misteriosa ha fatto esplodere al confine con la Germania? Siamo ancora in guerra, in una guerra ‘ibrida’!”.
La Serbie, bouc émissaire de l’Occident contre la Russie
Entretien avec Antonio Evangelista
Madame Vjosa Osmani, Président du Kosovo vient de déclarer : « La Serbie ? elle aussi impérialiste que Moscou et coopère avec Wagner ». Entre temps les Européens discutent et la réponse du Président de la République de Serbie ne se fait attendre : « Le plan européen sur le Kosovo n’est pas enthousiasmant mais on devra coopérer. ». Dans l’intervalle,la police du Kosovo a ouvert le feu sur des Serbes. Une personne a été blessée après que la police albanaise eut tiré sur une voiture à un poste de contrôle dans le nord du Kosovo, poste que Belgrade a dénoncé comme illégal.
Cela semble une mauvaise blague mais depuis longtemps les serbes ont conduit sans plaque d’immatriculation et soudainement on les oblige à les poser. Ridicule ? Non une stratégie !
Antonio Evangelista l’explique très bien : « Il s’agit de la guerre hybride, celle de la déstabilisation par des actes qui semblent sans grande importance mais qui empêchent une vie normale. Ça pourrait paraitre fou mais en 2004 trois enfants se sont noyés, la faute a été donné à un chien « apparemment » serbe et les Albanais ont mis à feu et à sangle Kosovo, certains ont même essayé de bruler l’hôpital de camp russe avec tous les malades à l’intérieur… là ou on soignait les serbes, sans compter les églises et les fidèlesserbes brulés dans le pogrom du 17 mars 2004. Lieux de culte, hôpital, chiens…choses de la vie quotidienne qui deviennent objet et instrument de guerre hybride et qui peuvent créer le monstre, dans ce cas le peuple serbe. ». C’est ainsi que la propagande fabrique des clichés. En réalité nous sommes tous victimes de la propagande. « Le monde est géré par un petit nombre de « diables » et quand on parle de la propagande US, par exemple, même le peuple américain en souffre. ».
Un document du 19 mars 1984, désormais déclassifié(SYSTEM II – 90457 – Attachment NSDD 133) explique la politique des USA envers la Yougoslavie. Il suffit de lire le passage pour en comprendre la teneur : « La Yougoslavie est un obstacle important à l’expansionnisme et à l’hégémonie soviétique… ». Comment ne pas en déduire que la prise de position pro-russe des serbes est gênante. Je dirais, très peu appréciée.
« Tout était déjà écrit en 1984 par Reagan et maintenant ils veulent déstabiliser à nouveau la Serbie afin de la freiner plus et mieux ». Cela nous renvoie à la stratégie de la guerre hybride et à la déstabilisation excellemment décrites parEmanuel Pietrobon, expert en politique et géopolitique, dans son dernier livre « L’arte della guerra ibrida. Teoria e prassi della destabilizzazione ».
Le synopsis est déjà très clair : « Avec la fin de la guerre froide et l’effondrement de l’Union soviétique, l’an 2000 a été imaginé comme un siècle de paix, de prospérité et de démocratie, mais l’histoire n’est pas terminée. Les États-Unis et leurs alliés européens, exportant le modèle occidental « supérieur », ont alimenté les phénomènes de revanche, comme le terrorisme djihadiste et le « révisionnisme » des pays vaincus, principalement la Russie et la Chine, qui travaillent sans cesse à la création de nouvelles sphères d’influence. L’an 2000 est ainsi devenu le siècle des utopies non réalisées, de l’instabilité permanente et des guerres hybrides. La mondialisation marchande et la communication par Internet ont favorisé un type de guerre qui n’est pas formellement déclaré, qui utilise des armes conventionnelles et non conventionnelles, qui peut impliquer des institutions publiques et privées, des mouvements d’opinion, qui utilise des stratégies manipulatrices et clandestines, dans le but de renverser un ordre établi. Connaître l’art de la guerre hybride, qui caractérisera de plus en plus l’histoire de notre temps, nous permettra de nous défendre et d’exercer une vigilance active, partagée et soutenue. ».
Parmi les documents et les témoignages choisis par Evangelista, tous proches de la réalité qu’il a connu durant ses longues années sur le terrain, il y a ceux de l’ancien agent CIA, Baer, qui s’est exprimé sur la dislocation de l’ancienne Yougoslavie dans les années 90.
Baer indique (2) que lui et ses collègues ont reçu des millions de dollars pour influencer les acteurs politiques et provoquer le démembrement de l’ex-Yougoslavie en soudoyant les partis et les politiciens qui encourageaient la haine entre les nations.
Antonio Evangelista explique comment l’agent de la CIA Baer dénonce dans une interview une réalité très différente de celle racontée par les médias officiels selon laquelle les méchants Serbes sont responsables de tout le mal qui s’est produit dans les Balkans et à Srebrenica en particulier. En outre, Baer a écrit plusieurs livres sur la CIA, Bill Clinton et George W. Bush, dans lesquels il décrit comment, derrière les conflits, se cache toujours la « thésaurisation des ressources » telles que le gaz, comme il l’explique amplement dans son livre « Sleeping with the Devil » (1).
Baer déclare (2) : « La CIA nous avait transmis des informations sur un groupe appelé « Serbian Supreme » et sur le projet d’attaquer des bâtiments clés à Sarajevo dans le but d’inciter la Bosnie à se séparer de la Yougoslavie. Mais nous avons découvert que le groupe n’existait pas, nos supérieurs nous avaient menti. Notre tâche principale était de semer la panique parmi les politiciens en leur faisant croire qu’il y aurait des attaques serbes ».
Le nom de toute l’opération était « Istina », c’est à dire « la vérité… » Tout un programme à notre insu dénonce pour conclure l’agent de la CIA.
Evangelista décrypte : « En ex-Yougoslavie, la CIA a été généreusement financée pour utiliser les ONG, les activistes, les politiciens, les médias, etc…, afin de fomenter la haine entre les ethnies et les religions. L’objectif était de diviser la Yougoslavie en créant le chaos, la terreur et la mort. Et cela ne vient pas d’un Russe… mais d’un agent de la CIA. ».
Moralité : les habitants des Balkans ne se détesteraient pas s’iln’y avait pas eu tout ce show… ils ont été manipulé dans une énième « guerre hybride ».
« Et quelle faute aurait alors eu la Yougoslavie hier et la Serbie aujourd’hui ? Peut-être celle de pouvoir faire passer le gaz russe à l’Ouest par les pipelines russes ? Ceux qu’une mystérieuse petite main a fait exploser à la frontière allemande ? Nous sommes toujours en guerre, dans une guerre « hybride » !
Antonio Evangelista, vétéran de la lutte antiterroriste, aujourd’hui retraité, après une longue carrière au sein de l’Interpol italien à Rome, détaché en Jordanie en tant qu’expert en sécurité avec des fonctions d’analyse et de conseil, ancien officier de la police d’État avec des missions d’enquête auprès des Nations unies et de l’Union européenne dans les Balkans.