STOLTENBERG, VON DER LEIEN E BORRELL TUTTI UNITI NEL SOSTEGNO ALL’UCRAINA
La Conferenza per la Sicurezza di Monaco si è trasformata nel solito teatrino in cui si sono avvicendati i vari personaggi che animano la politica dell’Unione Europea ed hanno confermato il sostegno incondizionato all’Ucraina e la loro sottomissione agli interessi degli Stati Uniti.
Alla Conferenza sulla Sicurezza, verrebbe da chiedersi a quale sicurezza si rifanno i nostri politici, non poteva mancare il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg che ha affermato che il rischio di un’escalation del conflitto in Ucraina per la NATO non è paragonabile al rischio di una vittoria russa.
“Alcuni sono preoccupati che il nostro sostegno all’Ucraina possa innescare un’escalation. Sia chiaro: non ci sono opzioni senza rischio, ma il più grande rischio di tutti è che [il presidente russo Vladimir] Putin vinca”, ha detto, sottolineando che una vittoria di Mosca potrebbe rendere l’Occidente “vulnerabile”.
“Quindi, sostenere Kiev non è solo moralmente corretto, ma è anche nel nostro interesse per la sicurezza”, ha aggiunto il capo dell’Alleanza Atlantica.
Ha anche rivelato che gli alleati del blocco in realtà “hanno addestrato e aiutato” le forze ucraine dall’inizio della crisi nel paese e dalla riunificazione della Crimea con la Russia nel 2014.
A sua volta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato sabato che le sanzioni contro la Russia hanno cominciato ad essere progettate mesi prima che Mosca lanciasse l’operazione militare speciale in Ucraina nel febbraio dello scorso anno confermando che tutto era stato previsto e organizzato da tempo.
Le parole di von der Leyen non fanno altro che ribadire quanto affermato da Merkel ed Hollande alcune settimane fa: i due ex capi di stato avevano affermato che gli accordi di Minsk sono serviti solamente per armare e dare tempo all.l’Ucraina
La decisione è stata presa dopo i rapporti dei servizi di intelligence statunitensi sui preparativi di Mosca per un’operazione, ha detto Von der Leyen alla conferenza sulla sicurezza di Monaco. “Il mio gabinetto nella Commissione ha iniziato a lavorare con la Casa Bianca e il Tesoro [degli Stati Uniti] a dicembre, su possibili sanzioni nel caso in cui la Russia invadesse l’Ucraina”, ha detto, aggiungendo che tutti speravano “che questo non accadesse mai e che non avremmo mai dovuto ricorrere” a tali misure coercitive.
Questo ha reso possibile che “il secondo, il quarto e il decimo giorno” dell’operazione russa potessero essere messi sul tavolo “pacchetti di sanzioni molto forti”, ha detto. In questo senso, ha assicurato di essere “profondamente convinta” che questa “unità” e “determinazione” dei paesi occidentali riguardo alle azioni prese contro Mosca e a favore di Kiev “saranno mantenute”, perché “stiamo combattendo per i nostri valori e per la nostra stessa esistenza”.
Ma le dichiarazioni più sconcertanti rilasciate alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco arrivano ancora una volta dall’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell che ha chiesto domenica “meno applausi” e più armi per l’Ucraina.
“Zelenski e gli ucraini ottengono molti applausi e poche munizioni, questo è il paradosso. Hanno bisogno di meno applausi e di una migliore fornitura di armi”, ha detto Borrell, esortando gli stati membri dell’UE ad agire “rapidamente” per coprire la carenza di munizioni.
“Tutti i leader europei hanno detto qui che la Russia non può vincere la guerra, che l’Ucraina deve vincere la guerra. Quindi dobbiamo passare dalle parole ai fatti”, ha affermato, mentre ha avvertito che la sicurezza dell’UE “è stata sfidata” dal conflitto sul territorio ucraino. “Abbiamo messo insieme l’Ucraina perché questa guerra è una grande sfida per la nostra sicurezza, una sfida esistenziale per l’Europa, ha affermato il massimo rappresentante diplomatico dell’UE.
Dichiarazioni queste che non lasciano dubbi sulla volontà dell’Unione Europea di continuare la guerra e dimostrano come i nostri rappresentanti non abbiano alcuna intenzione di sedersi ad un tavolo per negoziare una pace. Continuiamo ad armare l’esercito di Kiev che dovrà combattere fino all’ultimo ucraino e quando questo avverrà dovremmo pensare ad inviare anche i nostri soldati a combattere contro la Russia e non più solo armi.
Parallelamente, Borrell ha detto che la sfida a breve termine per il blocco è “aumentare e accelerare” il sostegno militare all’Ucraina. Per quanto riguarda le sfide a medio termine, ha evocato l’aumento della capacità dell’industria degli armamenti europea e una maggiore attenzione ai paesi del Sud globale.
Ha anche ricordato che le nazioni africane hanno espresso il loro scetticismo sul sostegno che l’UE ha dato all’Ucraina, quindi – ha sottolineato – il blocco deve “impegnarsi di più”, dimostrando che “difende i valori universali e non i valori che valgono solo quando l’Ucraina, il nostro vicino, è invasa”.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info