ALEKSEI PUSKOV – DA GORBACIOV A PUTIN GEOPOLITICA DELLA RUSSIA
E’ recentemente uscito nelle librerie il libro “Da Gorbaciov a Putin Geopolitica della Russia” scritto da Aleksei Puskov ed edito da Sandro Teti Editore, un testo che racconta ed analizza oltre trenta anni di politica della Russia, dall’arrivo al Cremlino di Gorbaciov fino alla presidenza di Putin.
Il ritratto che traccia l’autore di Gorbaciov, colui che aveva inventato la perestroika, è inquietante ed allo stesso tempo surreale per un capo di stato. Dipinge il capo di stato dell’Unione Sovietica come un uomo che non sapeva dove avrebbero portato le sue riforme, un uomo che “ voleva porre termine alla contrapposizione frontale con l’Occidente, ma in breve perse ogni capacità di iniziativa e si ridusse a seguire la direzione dettata dai suoi interlocutori occidentali”.
A quel punto, Washington non tardò ad approfittarne e pose le basi di un nuovo ordine mondiale, tarato sugli interessi nazionali degli Stati Uniti
Ricorda, sempre parlando di Gorbaciov, che “il celebre statista tedesco Otto von Bismarck disse che in ogni alleanza c’è sempre un cavaliere e un cavallo; dunque bisogna sempre cercare di essere il cavaliere. Gorbačëv divenne in breve tempo il cavallo e, per giunta, mostrò una docilità impressionante”.
Il leader sovietico sognava un mondo nuovo, in cui i vari attori avrebbero interagito armonicamente tra loro, prendendo in considerazione e rispettando gli interessi di tutti. Secondo questa prospettiva, la Nato avrebbe continuato a ricercare il consenso dell’Urss ma la realtà è stata profondamente diversa. Infatti gli Stati Uniti hanno usato l’inesperienza o l’ingenuità di Gorbaciov per i loro interessi e non hanno mai considerato l’Unione Sovietica come un possibile partner con cui condividere le loro politiche. Hanno considerato l’URSS come una provincia del loro impero e quindi da sfruttare.
L’arrivo al Cremlino di Eltsin, un presidente che aveva indubbi problemi di alcolismo, ha fatto solo peggiorare la già difficile situazione della Russia. Lo stesso Eltsin, tra le altre cose, ha sempre pensato che le sue scelte politiche dovessero essere sempre compiaciute dagli Stati Uniti e, come Gorbaciov, amava essere sempre al centro dell’attenzione internazionale. Ciò portava spesso a sacrificare gli interessi della Russia pur di apparire e essere sempre la prima donna con un bicchiere di liquore in mano. Troppe sono state, durante la sua presidenza, le brutte figure che ha fatto in giro per il mondo dopo aver alzato un po’ troppo il gomito. Di questa sua debolezza tutti i capi di stato ne erano consapevoli e per questo ne approfittavano quando si trovavano faccia a faccia con lui.
La Russia alla fine della presidenza di Eltsin era in mano agli oligarchi che ne dirigevano le politiche economiche, con l’arrivo di Vladimir Putin al Cremlino, nel 2000, il paese euroasiatico inizia a riappropriarsi del suo orgoglio di nazione e matura la consapevolezza che può ritornare ad essere un attore internazionale di rilievo come lo era del resto fino all’arrivo di Gorbaciov alla presidenza.
Il discorso di Putin a Monaco nel 2007 traccia la linea politica della Federazione Russa per gli anni futuri nello sconcerto dei capi di stato che lo stavano ascoltando. “Ma cosa aveva mai detto Putin? Aveva spiegato che la Russia non poteva accettare l’unipolarismo perché il mondo a guida americana non sostiene la pacifica convivenza degli stati e non promuove la cooperazione internazionale”.
Le “regole del gioco erano state ideate per assicurare e legittimare l’egemonia dell’Occidente, che per raggiungere i suoi scopi non esita a ricorrere alla forza con invasioni di paesi sovrani e cambi di regime. L’ordine unipolare provoca guerre, colpi di stato e destabilizza intere regioni. Tutti lo sapevano già, ma dicendolo apertamente, in un consesso ufficiale, Putin infranse il velo di ipocrisia che copriva la politica occidentale”, scrive l’autore.
Queste sono solo alcune delle testimonianze che Aleksei Puskov riporta nel suo completo volume che ripercorre la vita dell’Unione Sovietica di Gorbaciov, passando alla Russia di Eltsin fino ad arrivare alla presidenza di Putin, Un libro che ripercorre tutte le vicende che hanno segnato gli ultimi decenni della vita politica ed economica della Russia.
Un testo indispensabile per capire come la geopolitica internazionale, a differenza di quanto normalmente viene scritto dai grandi mezzi di informazione, sia stata modellata in funzione della Federazione Russa e come ne sia stata influenzata. Inoltre l’autore, con dovizia di particolari e con inedite testimonianza dirette, ricostruisce tutti i passaggi che hanno portato all’espansione della Nato ad est. Ne risulta un quadro sconcertante. L’allargamento della Nato ai paesi satelliti della ex Unione Sovietica non è stata casuale ed inevitabile come cercano di farci intendere, ma faceva parte di una strategia di accerchiamento della Russia pianificata e ben organizzata dagli Stati Uniti che non hanno mai considerato il paese euroasiatico come un possibile partner, come invece pensavano Gorbaciov e Eltsin.
. Da non sottovalutare poi tutte le analisi riguardanti i vari conflitti organizzati dalla Nato e dagli Stati Uniti in giro per il mondo in questi ultimi decenni come la guerra in Yugoslavia, quelle in Iraq, Siria e Libia oltre alla crisi in Ucraina che non nasce un anno fa ma inizia subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che Aleksei Puskov ci restituisce nel suo testo.
Insomma un libro che farà conoscere al lettore tutta una serie di fatti ed avvenimenti che hanno caratterizzato e condizionato la storia del nostro tempo che normalmente non vengono fatti conoscere, per vari motivi, al grande pubblico. Uno strumento indispensabile per allargare la propria visione attuale sulla Russia che non mancherà di stupire anche i più attenti conoscitori della storia del paese euroasiatico e permetterà a tutti di capire come e dove si sta dirigendo il futuro del nostro mondo, perché la Russia non è solo un grande paese ma un tassello indispensabile per la visione unipolare che gli Stati Uniti hanno del nostro mondo.
Aleksei Puskov è un testimone d’eccezione della politica russa, sin da quando, giovanissimo, inizio a lavorare nello staff del presidente Gorbaciov. Politico influente, con molte legislature alle spalle nei due rami del Parlamento, è uno dei maggiori esperti russi di affari internazionali
Ha lavorato presso il Dipartimento internazionale del Comitato centrale del Partito comunista sovietico. e’ stato presidente della Commissione affari esteri della Duma (2011-2016) e dal 2016 presiede la Commissione del Senato per le politiche dell’informazione e i rapporti con i mass media.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info