Tentativo di colpo di stato in BrasileTentativo di colpo di stato in Brasile

TENTATIVO DI COLPO DI STATO IN BRASILE

 

Un folto gruppo di sostenitori di destra dell’uscente Presidente del Brasile Jail Bolsonaro hanno tentato di compiere un colpo di stato occupando il Parlamento, La Corte Suprema e Palazzo Presidenziale a Brasilia.

I sostenitori di Bolsonaro hanno cercato di compiere un colpo di stato questa mattina occupando i palazzi del potere brasiliano. I golpisti, vestiti con i colori della bandiera brasiliana verdi ed oro, hanno chiesto l’intervento dell’esercito per destituire l’attuale Presidente della Repubblica Inacio Lula da Silva. 

Lula da Silva è stato subito trasportato in un luogo sicuro dalla polizia. Il Ministro della Giustizia Flavio Dino ha affermato che non prevarrà la volontà dei golpisti che hanno invaso il Congresso Nazionale ed ha autorizzato l’uso della forza per far fronte ad eventuali atti violenti.

Il Presidente cubano Miguel Diaz canel ha prontamente condannato il tentativo di colpo di stato in un messaggio su Twitter scrivendo che esprime la sua solidarietà al Presidente Lula da Silva e assicura che l’obiettivo delle proteste è non rispettare la volontà dei brasiliani. 

Gustavo Petro, Presidente della Colombia, sempre su Twitter esprime la sua solidarietà a Lula da Silva che ha iniziato la sua presidenza il 1 gennaio. Chiede inoltre la convocazione urgente dell’Organizzazione degli Stati Americani se ancora questo organismo ha ragione di esistere.

Solidarietà a Lula, condanna di quanto sta avvenendo e fermezza contro i responsabili è arrivata anche dal Presidente dell’Argentina Alberto Fernandez che attualmente è presidente pro tempore della Celac e del Mercosur.

Centinaia di militanti radicali fedeli all’ex capo di stato si sono accampati davanti al quartier generale dell’esercito a Brasilia dal giorno dopo le elezioni del 30 ottobre, in cui Lula da Silva ha sconfitto Bolsonaro.

L’area intorno al Congresso è stata isolata dalle autorità, ma i sostenitori di Bolsonaro, che si rifiutano di accettare l’elezione di Lula da Silva, sono riusciti a rompere i cordoni di sicurezza e diverse decine sono riuscite a salire la rampa di questo edificio ed hanno occupato il tetto. 

I manifestanti sono arrivati sul tetto dell’edificio e poi si sono spostati nei  giardini adiacenti, compreso il Palazzo Presidenziale di Planalto. Vestiti con magliette gialle e verdi e bandiere brasiliane, i manifestanti hanno attaccato alcuni veicoli della polizia che controllava il palazzo.

Il Presidente del Brasile Lula da Silva in un discorso diretto alla popolazione trasmesso in televisione, tra le altre cose, ha dichiarato che  “questi elementi dovranno essere puniti in modo esemplare”, ha aggiunto poi che “ ora tornerò a Brasilia per indagare su chi ha finanziato i gruppi che sono andati a distruggere la sede del governo e dei deputati”.

-Lula ha inoltre  decretato l’intervento federale a Brasilia, dopo l’assalto alle sedi del governo da parte dei bolsonaristi mentre il Bolsonaro si troverebbe negli Stati Uniti. 

Bolsonaro è in ferie negli USA e resta in silenzio, alcuni generali hanno soffiato sul fuoco e il governo del Distretto Federale di Brasilia (che è uno degli Stati della Federazione), col suo ministero di “sicurezza pubblica” e la sua polizia statale hanno favorito le intemperanze, visto che i poliziotti invece di bloccare i golpisti li filmano e si fanno selfie con loro.

Il nuovo governo, per timore di provocare gli estremisti, li ha lasciati fare i loro accampamenti e si è dimostrato “molle”. Primo grande errore dell’ex “comunista” Flavio Dino, passato ai socialisti, attuale ministro della giustizia.

Intanto lo schieramento di destra si divide sulla situazione. Valdemar Costa Neto, il capo occulto del Partito Liberale con cui si è presentato Bolsonaro e ha ottenuto la maggioranza relativa in Parlamento, ha condannato l’azione golpista.

Anche l’ex giudice anti-Lula Sergio Moro, attuale esponente del partito Unione Brasile che ha 2 ministri nel Governo Lula,  pur avendo accusato Lula di reprimere le proteste  dice che “questi atti non sono la risposta giusta”.

Sales Malafaia, il presidente dell’Assemblea di Dio, la più forte chiesa neopentecostale brasiliana, soffia sul golpismo e  dice che si tratta di “manifestazioni popolari”. Infine l’avvocato di Bolsonaro aizza i golpisti e affronta l’esercito che sta sgomberando il Parlamento.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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