PERU’: ARRESTATO IL PRESIDENTE PEDRO CASTILLO
Il presidente del Perù, Pedro Castillo, ha decretato questa mattina lo scioglimento temporaneo del Congresso e istituire un governo di emergenza nazionale, ore prima che il Parlamento discutesse una mozione di destituzione nei suoi confronti che avrebbe potuto destituirlo dalla presidenza della repubblica peruviana.
Nel suo messaggio televisivo alla nazione, Castillo ha anche convocato nuove elezioni parlamentari, elezioni che si dovevano tenere tra nove mesi con lo scopo di redarre una nuova costituzione. Castillo ha inoltre decretato il coprifuoco nazionale da questo mercoledì dalle 22H00 ora locale alle 04h00 del giorno successivo.
Ha anche dichiarato la riorganizzazione il sistema giudiziario, cioè la magistratura, la Procura, il Consiglio Nazionale di Giustizia e la Corte Costituzionale. Fino alla costituzione del nuovo Congresso il paese sarà governato tramite decreti legge.
“La polizia nazionale con l’aiuto delle forze armate dedicherà tutti i suoi sforzi alla lotta reale ed efficace contro il crimine, la corruzione e il traffico di droga, a tal fine saranno dotati delle risorse necessarie”, ha detto nel suo discorso.
Ha accusato il Congresso di ostacolare il suo governo. “Questa maggioranza congressista non si è fermata nel suo obiettivo di distruggere l’istituzione presidenziale. Questa maggioranza totalmente screditata, ha impedito di ridurre gli enormi divari sociali”, ha dichiarato.
Almeno tre ministri del gabinetto di Castillo hanno presentato le loro dimissioni, dopo che il presidente ha fatto l’annuncio sullo scioglimento del Congresso, che avrebbe votato mercoledì una mozione di destituzione contro di lui.
I ministri che hanno presentato le loro dimissioni sono il ministro degli affari esteri, César Landa, del Lavoro Alejandro Salas e della giustizia, Félix Chero. Betssy Chávez, Presidente del Consiglio dei Ministri, ha presentato la sua lettera di dimissioni a Pedro Castillo dopo che ha annunciato una serie di misure come lo scioglimento del Congresso.
“Ho l’onore di rivolgermi a lei per salutarlo cordialmente e allo stesso tempo presentare le mie dimissioni irrevocabili da presidente del Consiglio dei ministri”, ha detto nel documento.
Le forze armate e la polizia nazionale hanno respinto le misure del presidente ricordando che qualsiasi atto contrario all’ordine costituzionale “genera il non rispetto di entrambe le istituzioni”.
Centinaia di sostenitori del presidente peruviano si sono riuniti davanti al Congresso del paese, gridando slogan a sostegno del Presidente della Repubblica.
La vicepresidente della Repubblica, Dina Boluarte è succeduta a Pedro Castillo alla guida del Perù dopo che il Parlamento ha prestato giuramento. Dina Boluarte sarà la prima donna a ricoprire questa carica nel paese andino in 200 anni di repubblica.
Il Parlamento dopo che Castillo ne ha decretato la dissoluzione si è riunito ed ha approvato la mozione di destituzione del Presidente della Repubblica con 101 voti a favore, sei contrari e 10 astensioni, la votazione si è svolta per appello nominale. Il presidente del Congresso, José Williams, ha detto che questa decisione attiva la successione presidenziale di cui all’articolo 115 della Costituzione.
“Il signor Pedro Castillo, in aperta e flagrante violazione della Costituzione, ha annunciato uno scioglimento del ramo legislativo, fingendo di dichiarare in riorganizzazione la Procura e la magistratura, due organismi costituzionalmente autonomi”, ha detto Williams.
Questa mozione di destituzione era la terza a cui si doveva sottoporre Pedro Castillo dall’inizio della sua presidenza. La prima è stata presentata nel dicembre 2021 ma la mozione non è stata ammessa, la seconda lo lo scorso marzo, ed ha ricevuto solo 55 voti a favore.
La polizia peruviana ha successivamente arrestato il Presidente della Repubblica del Perù Pedro Castillo, il Procuratore Generale dello Stato Daniel Soria ha denunciato Castillo alla Procura per i delitti di sedizione, abuso di autorità e grave perturbazione della quiete pubblica.
Finisce nel peggiore dei modi la breve, discussa e travagliata esperienza progressista in Perù guidata da un maestro elementare di una scuola del campo. Fin dalla sua elezione abbiamo sostenuto che la sua presidenza non sarebbe stata facile dato che in parlamento non aveva una maggioranza e inoltre la presenza di molte formazione avrebbe reso difficile la governabilità del paese, ma non avremmo mai pensato ad una fine così ingloriosa. Dall’inizio della sua presidenza l’opposizione di destra ha fatto di tutto per impedire al nuovo governo di governare ed ha presentato, come detto, tre mozioni di destituzione basate sul nulla ma utili a impedire la governabilità del paese.
Sarà molto difficile alle prossime elezioni per le forze di sinistra e progressiste peruviane riuscire a vincere nuovamente in un paese dove solo la metà degli elettori si presenta alle urne e dove la popolazione è stanca e disillusa dalla politica. Tutte condizioni che normalmente favoriscono le forze di destra.
(informazioni: Telesur)
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info