L’incidente al North Stream

GASDOTTI NORTH STREAM: INCIDENTE O SABOTAGGIO?

 

Ancora buio pesto sulle cause degli incidenti occorsi ai due gasdotti North Stream lunedì, anche se di incidente si parla sempre meno avvalorando quale causa un’azione deliberata, tesi questa confermata pure da varie dichiarazioni ufficiali.

Parlare di sabotaggio potrebbe essere prematuro ma molte considerazioni scarterebbero l’ipotesi, quale causa degli incidenti occorsi lunedì ai due gasdotti North Stream, che si tratti di un fatto fortuito.

Proviamo a mettere in fila tutti gli eventi. La società operativa del gasdotto Nord Stream 2, la cui costruzione è stata completata l’anno scorso, ma che non è mai stato messo in funzione e che contiene solo il cosiddetto gas tecnico, ha riferito lunedì di un brusco calo di pressione, da 105 a 7 bar, in uno dei tratti del gasdotto nelle acque danesi del Mar Baltico.

Nel frattempo, l’Autorità marittima danese ha avvertito di una perdita di gas “pericolosa per la navigazione”, registrata a sud-est dell’isola di Bornholm, mentre ha emesso un divieto di navigazione in un raggio di 5 miglia nautiche intorno al condotto.

Lunedì sera c’è stato anche un calo di pressione in entrambi i condotti del Nord Stream 1.  L’operatore Nord Stream AG ha descritto martedì come “senza precedenti” i danni ai tre condotti sottomarini del sistema Nord Stream.

Le stazioni sismologiche della Svezia hanno registrato due forti esplosioni alla stessa ora nella stessa zona in cui si sono verificate le fughe di gas, ha  riferito il canale svedese SVT, che ha raccolto la testimonianza di un manager della Rete Sismica Nazionale Svedese (SNSN). Le esplosioni hanno generato un terremoto di magnitudine 2,3 registrato da una trentina di stazioni sismologiche svedesi.

Prima considerazione: è possibile che per problemi costruttivi o di usura si possano produrre incidenti nelle condutture sottomarine di un gasdotto ma penso sia poco probabile che a sole 17 ore di distanza entrambi i gasdotti abbiano potuto subire incidenti uguali. Inoltre risulta poco probabile che la conduttura del  North Stream 2 costruita con le più recenti tecnologie e mai messa in funzione possa aver ceduto improvvisamente. 

L’ombra di azioni deliberate e non casuali aleggia anche nelle dichiarazioni ufficiali. Il primo ministro danese Mette Frederiksen ha detto martedì, citato dalla stampa locale, che il suo governo crede che le fughe siano il risultato di “azioni deliberate” e non di “un incidente”. “Non ci sono ancora informazioni che indichino chi potrebbe stare dietro questa azione”, ha aggiunto.

Il ministro dell’Energia Dan Jorgensen ha sottolineato che la dimensione dei fori nei tubi colpiti indica che le perdite non avrebbero potuto essere state causate da un evento accidentale, come, per esempio, il colpo di un’ancora.

Il primo ministro svedese Magdalena Andersson è d’accordo nel sottolineare che le fughe sono avvenute “molto probabilmente” a causa di “un atto di sabotaggio”. Il cancelliere svedese Ann Linde, ha sottolineato che le fughe sono state il risultato di “detonazioni”.

Prende posizione anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che riferisce di aver avuto una conversazione telefonica con il capo dell’esecutivo danese per affrontare “l’atto di sabotaggio” nel sistema del Nord Stream. “Qualsiasi disturbo deliberato delle infrastrutture energetiche europee attive è inaccettabile e porterà alla risposta più energica possibile”, ha detto.

Seconda considerazione: se addirittura i membri del governo svedese e la Presidente della Commissione Europea azzardano l’ipotesi di atti deliberati, modo diplomatico per definire un attentato, allora parlare di sabotaggio non pare essere frutto delle menti malate di patologici complottisti.

Ma se poi prendiamo in esame quanto pubblicato su Twitter dall’europarlamentare polacco Radoslaw Sikorski ed alle dichiarazioni del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki la teoria del sabotaggio prende sempre più piede. La domanda è chi potrebbe aver sabotato i due gasdotti North Stream?

“Come diciamo in polacco, una piccola cosa, ma molta gioia”, ha scritto sul suo account Twitter l’ex cancelliere polacco e attuale deputato del Parlamento europeo, Radoslaw Sikorski.

Ma non solo: ha anche ritwittato un video del primo febbraio in cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha minacciato di porre fine al Nord Stream 2. “Se la Russia invade l’Ucraina… allora non ci sarà più Nord Stream 2. Le porremo fine”, ha detto il presidente. Infine, ha postato un altro tweet con il commento: “Grazie, USA”, accanto a una foto che mostra la fuga di gas sulla superficie del Baltico.

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha invece detto che Varsavia si allinea alla versione del” sabotaggio” e ha insinuato che la Russia potrebbe essere coinvolta. Morawiecki ha descritto quanto accaduto con i gasdotti come “la prossima tappa nell’escalation della situazione che stiamo affrontando in Ucraina”.

Quindi da parte polacca viene scartata l’ipotesi di un incidente e  c’è chi ringrazia gli Stati Uniti e c’è chi invece getta la responsabilità del sabotaggio alla stessa Russia. Cosa quest’ultima poco probabile perché non vedo quale sia il vantaggio per il Cremlino di una azione che pregiudica i rapporti commerciali con l’Unione Europea. L’unica possibilità è che l’attentato sia stato compiuto da frange di opposizione al governo di Putin visto da certi settori nazionalisti poco interventista e poco incline ad alzare il livello della guerra in Ucraina. Un’azione quindi che avrebbe lo scopo di innalzare le tensioni. E’ utile ricordare però che per compiere un’azione come questa occorre un sommergibile o forze speciali, ciò significherebbe che il Cremlino non sta controllando il proprio esercito.

La  portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha sottolineato durante una conferenza stampa che Washington non speculerà sulle cause delle fughe di gas, mentre ha espresso la volontà degli Stati Uniti di fornire aiuto agli europei nella loro indagine.

In Germania, che è il principale consumatore di gas russo in Europa, il quotidiano locale Tagesspiegel ha riferito, citando una fonte a conoscenza della questione, che, a questo punto dell’indagine, il governo tedesco ritiene che la causa più probabile delle emergenze sia un attacco premeditato.

La rivista tedesca Spiegel ha scritto, riferendosi a informatori anonimi, che l’esecutivo federale era stato avvertito settimane fa dalla CIA di possibili attacchi contro i gasdotti nel Baltico.

Guarda caso, secondo la rivista Spiegel, il governo tedesco viene avvertito di un possibile attacco ai gasdotti dalla CIA e poi misteriosamente un incidente li mette praticamente fuori uso. Riappare poi un video di Joe Biden, noto per aprire la bocca e lasciare andare, in cui minaccia la Russia che se invaderà l’Ucraina loro provvederanno a distruggere il North Stream. Lo stesso europarlamentare polacco ringrazia gli Stati Uniti per quanto accaduto: forse una dichiarazione ufficiale?

una terza considerazione: l’incidente, perché ancora così va chiamato anche se i dubbi su quanto accaduto portano da un altra parte, avviene proprio quando sempre più insistentemente da molti settori industriali tedeschi arriva la richiesta al governo di Scholz di aprine il North Stream 2 per far fronte alle carenza di gas nel paese.

Gli Stati Uniti avrebbero quindi risposto in modo chiaro: provate ora ad aprire il North Stream 2 e ad usare il North Stream, per ricevere gas quando sarà riaperto. Sono solo congetture ma se un indizio non fa una prova, due la fanno e tre ne fanno una certezza allora bisogna riflettere.

Infine un’ultima considerazione del tutto personale e basata solo su elementi soggettivi. Nonostante la gravità di quanto accaduto ai gasdotti la nostra stampa, sempre attenta a criminalizzare la Russia ed a gettare qualunque responsabilità sul Cremlino, riguardo agli incidenti ai gasdotti  non è sembrata per niente interessata. Come se questo incidente non dovesse essere portato a conoscenza del grande pubblico. Perché oscurare un evento di tale portata? Forse per nascondere i veri autori.

Ma la risoluzione del problema potrebbe arrivare da Josef Borrell che afferma che in risposta al sabotaggio dei gasdotti North Stream da parte della Russia l’Unione Europea sta preparando un altro pacchetto di sostanziose sanzioni. Parla ufficialmente di sabotaggio e non di incidente smascherando ogni ambiguità, c’è solo da scoprire chi è stato. Ma è semplice, la Russia in un eccesso di autolesionismo.

Quindi la Russia si sarebbe sabotata da sola i gasdotti, così appare dalla dichiarazione di Borrell, e l’Unione Europea che voleva disfarsi del gas proveniente dal Cremlino, ma  solo quando lo avrebbe deciso lei, è pronta ad emettere nuove sanzioni. Un comportamento davvero bizzarro, non vi pare? Direi proprio di no visto che l’obiettivo finale era solo quello di aumentare le sanzioni e per questo occorreva trovare un pretesto. 

Se poi consideriamo che gli Stati Uniti da tutto questo ci guadagnano, non tanto per le eventuali maggiori esportazioni di gas liquefatto, ma per l’ulteriore messa in crisi dell’Europa allora il cerchio credo si sia chiuso definitivamente.

Ognuno alla fine tragga le conclusioni che vuole.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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