UN NUOVO RAPPORTO FA LUCE SUL CASO DEI 43 STUDENTI MESSICANI DI AyOTZINAPA SPARITI NEL NULLA NEL 2014
E’ stato pubblicato dalla Commissione per la verità e l’accesso alla giustizia nel caso Ayotzinapa un nuovo rapporto in cui si afferma, sulla base di molteplici prove e testimonianze, che la sparizione dei 43 studenti in Messico nel 2014 è stato un crimine di stato conosciuto ai massimi livelli.
Il rapporto, di 104 pagine ed 8 allegati, presentato dalla commissione descrive in dettaglio che le autorità federali e statali al più alto livello hanno alterato fatti e circostanze per stabilire una “conclusione estranea alla verità degli eventi”.
Tra il 26 e il 27 settembre 2014 43 studenti di Ayotzinapa scomparvero misteriosamente a Iguala, nello stato di Guerrero, in Messico e di loro non si è saputo più nulla. Dopo numerose indagini la versione ufficiale del governo e sostenuta da Jesús Murillo Karam, procuratore generale durante il mandato di sei anni dell’ex presidente messicano Enrique Peña Nieto (2012-2018) ed uno degli architetti della cosiddetta “verità storica” sul caso Ayotzinapa, sosteneva che la polizia municipale avrebbe rapito e consegnato gli studenti ai membri del cartello Guerreros Unidos, che li hanno uccisi e bruciati nella discarica di Cocula, le ceneri sono state poi gettate nel fiume San Juan. Questa tesi era già stata negata dal governo del presidente Andrés Manuel López Obrador.
La verità storica proposta dall’allora governo di Peña Nieto, che è servita a sminuire la responsabilità delle istituzioni dello Stato messicano nel caso, è stata smentita dal 7 luglio 2020 dopo l’identificazione dei resti scheletrici del maestro Christian Alfonso Rodríguez Telumbre che sono stati trovati in un sito noto come Barranca de la Carnicería.
Murillo Karam è stato arrestato ieri, il giorno dopo che la Commissione per la verità e l’accesso alla giustizia nel caso Ayotzinapa ha pubblicato un nuovo rapporto, in cui si afferma sulla base di molteplici prove e testimonianze, che si tratta di “un crimine di stato”.
Il rapporto presentato giovedì 18 agosto dalla commissione guidata dal sottosegretario al governo Alejandro Encinas è così straziante e difficile da accettare, sebbene fosse quasi certo nei dettagli e conclusioni, che i membri delle famiglie degli studenti hanno difficoltà a mandarlo giù ed hanno annunciato che si prenderanno del tempo per presentare la loro posizione.
Il rapporto della Commissione descrive in dettaglio che le autorità federali e statali al più alto livello hanno alterato fatti e circostanze al fine di stabilire una “conclusione estranea alla verità dei fatti” ed ha confermato ciò che era noto e atteso con tanta ansia. La scomparsa degli studenti dell’Iguala è stato un crimine di stato noto e monitorato al più alto livello di governo.
Nel rapporto si legge che la cosa più indegna è che quello che è successo la notte del 26 e la mattina del 27 a Iguala avrebbe potuto essere prevenuta in ogni momento perché era conosciuto dalle autorità municipali, statali e nazionali, era seguito in tempo reale dai droni della Marina come se fosse un film.
“Tutte le autorità federali, statali e municipali sono state informate ed erano a conoscenza del rapimento e del trasporto con camion, degli studenti del loro trasferimento a Iguala, del loro arrivo a Rancho del Cura e allo caserma di Iguala, del loro arrivo alla stazione degli autobus, degli atti di persecuzione e violenza a cui sono stati sottoposti”, si legge nel rapporto.
“Le omissioni compiute da queste autorità dimostrano un livello di responsabilità, sia per azione, omissione o negligenza, perché se fossero intervenute in modo tempestivo, con le informazioni a loro disposizione, la scomparsa e l’omicidio degli studenti sarebbe stata impedita”, continua il documento.
Con la revisione e l’analisi di tutti gli elementi – tra cui file, registri telefonici e di messaggistica, testimonianze, archivi dell’esercito e di altre società, registrazioni video è stato possibile dimostrare “la collusione di autorità di diversi livelli di governo, come la polizia municipale di Iguala, Cocula, Huiztuco Tetecuacuilco, Guerreros Unidos per portare a termine la scomparsa dei giovani studenti”.
La raccomandazione fatta da molti dei partecipanti alla presentazione del prezioso documento è che sia pubblicato e distribuito in tutto il mondo in modo che l’umanità non solo conosca questa barbarie, ma agisca anche per prevenirla ovunque sul pianeta.
Restano ancora molte domande senza risposta: perché lo hanno fatto? Quali forti collusioni avevano con Guerreros Unidos e in generale con la criminalità organizzata per compiere atti così violenti e barbari? Quale è stata la ragione per inventare una “verità storica”, incriminare persone innocenti, perché sono stati fatti scomparire i corpi dei giovani? Quali alti livelli di corruzione li hanno spinti? E perché i partiti politici non hanno mosso un dito per indagare?
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info