Biden incontra DraghiBiden incontra Draghi

ELEZIONI 2022: TANTI SLOGAN INCONSISTENTI E POCHI FATTI REALI 

 

La campagna elettorale per le prossime elezioni è iniziata solo da poche settimane e siamo alle solite: tra centro destra e centro sinistra non si parla delle cose importanti per gli italiani ma solo di semplici slogan che non impattano sulle vite di noi poveri cittadini.

Come oramai avviene da molti anni la campagna elettorale che dovrebbe indirizzare gli italiani a scegliere chi governerà il nostro paese si focalizza su semplici slogan di bandiera ma non affronta i reali problemi dei semplici cittadini. Sarà mica che alla resa dei conti i due schieramenti principali, quello di centro destra e quello di centro sinistra, i più accreditati a ricevere lo scettro del comando, alla fine non differiscono di molto o addirittura, come molti dicono, sono perfettamente speculari fatta eccezione per piccoli particolari.

Ieri ha fatto scalpore la dichiarazione di Silvio Berlusconi che affermava, e poi rettificava, che in caso di approvazione di una riforma presidenzialista il Presidente della Repubblica dovrebbe dimettersi per lasciare il posto ad un nuovo presidente eletto dai cittadini. Ma per fare una riforma in questo senso occorre una modifica costituzionale non facile da realizzarsi a meno che la destra non ottenga i due terzi dei parlamentari. Poi, se guardiamo gli ultimi governi, gli esecutivi sono andati avanti con decreti e fiducia mettendo da parte la discussione parlamentare che dovrebbe essere il faro che illumina una democrazia parlamentare. Quindi quale paura ha il centro sinistra?

Altro argomento che ha affollato i talk show negli ultimi giorni è stato il fatto che Fratelli d’Italia continua ancora ad avere la fiamma sul suo simbolo elettorale. Giorgia  Meloni ha, con un video registrato in tre lingue, inglese, francese e spagnolo, dichiarato che il suo partito non ha più nulla a che fare con il fascismo del ventennio. Un discorso che aveva più lo scopo di rassicurare gli amici di oltre atlantico che tracciare un solco netto con il passato.

Il fatto che Fratelli d’Italia abbia la fiammella sul suo simbolo o meno a me non importa nulla: per me quel partito ha ancora nelle sue file esponenti che si rifanno esplicitamente al ventennio e le molte inchieste giornalistiche lo certificano inequivocabilmente. Il problema non è la fiamma ma l’idea di paese che la destra di Meloni ha, ma questo dal centro sinistra non viene evidenziato. Come dire che se la fiamma non ci fosse allora tutto sarebbe risolto.

In questa campagna elettorale nessuno dei due grandi schieramenti, adesso diventati tre con l’ingresso di Renzi e Calenda, che si sono sbeffeggiati per anni e poi per non perdere una possibili poltrona hanno deciso di tornare vecchi amici rimpaciandosi dimenticando tutto quello che si sono detti, pone l’accento sui reali problemi che affliggono il popolo italiano. In mezzo ci sono le formazioni minori che cercano di entrare in Parlamento proponendo  idee e programmi diversi ma  sono sistematicamente tagliate fuori da qualunque dibattito o discussione.

Poi c’è la tassa piatta, o se vogliamo usare la parola anglosassone flat tax, proposta ossessivamente dal centro destra ad ogni elezione, che propone un’aliquota fissa del 15 per cento, secondo Salvini, o del 23 per cento, secondo Berlusconi, per tassare i redditi personali. Una tassa che favorisce solo i redditi dei più ricchi e non ha effetti reali sui redditi della maggioranza degli italiani ma sbandierata come la soluzione per far ripartire l’economia italiana. Ma nessuno nello schieramento opposto si è focalizzato su questa semplice e banale considerazione. Forse anche a loro conviene.

Nessuno parla della politica internazionale perché tutti e due, centro destra e centro sinistra, la pensano in modo uguale. Meloni e Salvinihanno prontamente abiurato tutti i loro classici slogan sovranisti dichiarandosi atlantisti ed europeisti. Il Partito Democratico invece non ha bisogno di abiurare un bel niente dato che da sempre ha appoggiato lo Zio Sam in tutte le sue politiche guerrafondaie. Sulla crisi Ucraina nessuno dei tre poli, includo anche il duo Renzi Calenda, hanno le idee molto chiare: inviare armi senza soluzione di continuità per permettere a Zelensky di continuare la guerra all’infinito come suggerito dagli Stati Uniti.

Nessuno ha preso in considerazione che la scelta di continuare la guerra porterà il nostro paese ed il vecchio continente in un’inevitabile recessione. Ma questo non importa ne al centro sinistra ne al centro destra che ha appoggiato per quasi due anni il governo di Mario Draghi, il più atlantista che ricordi.

Chi invece pensa che dovremmo fermarci un momento e riflettere non appare in nessuna trasmissione televisiva perché il consenso a senso unico, magistralmente rappresentato da Letta e Meloni, non va messo in discussione. La campagna elettorale che ci dovrà consegnare il prossimo governo è surreale dove le armi di distrazione di massa ,rappresentate da semplici slogan privi di alcun contenuto e sostanza, hanno preso il sopravvento sulle questioni che invece ci condizioneranno i prossimi anni.

Nessuno ha menzionato una misura che possa ridurre l’inflazione che ha raggiunto l’8 per cento e che ogni anno fa perdere una mensilità ai già molto bassi stipendi. Nessuno ha messo in discussione l’applicazione delle sanzioni economiche contro la Russia, prese dal governo Draghi su precisa indicazione della Casa Bianca, che si ripercuotono sulla nostra economia maggiormente che su quella del paese a cui sono applicate.

E’ oramai un fatto compiuto che le spese militari debbano continuare ad aumentare fino a raggiungere il fatidico e imposto 2 per cento del PIL entro pochi anni. Ne il centro destra ne il centro sinistra lo mette in discussione, in fondo questo aumento lo hanno votato tutti durante il governo dei migliori. Chiediamo insistentemente la pace mondiale ma poi non discutiamo della necessità di continuare a far parte della NATO, un’organizzazione che di difensivo non ha proprio nulla, ed approviamo senza batter ciglio con maggioranze parlamentari che definire bulgare è poco l’ingresso nell’alleanza atlantica di Svezia e Finlandia che certamente non contribuisce a pacificare gli animi dei russi. Ma forse è proprio quello che i nostri governanti vogliono o debbono fare per restare sul loro scranno parlamentare. 

Sia il  centro destra che il centro sinistra si definiscono europeisti ma nessuno di loro ha ritenuto opportuno iniziare a pensare ad una politica estera dell’Unione Europea che sia indipendente dagli Stati Uniti. Una politica che finalmente tuteli gli interessi dei cittadini europei e non quelli della Casa Bianca. La crisi in Ucraina ne è l’emblema ma nonostante il vecchio continente sia il più colpito da queste scelerate decisioni i nostri politici continuano a inginocchiarsi a quanto deciso per noi dall’amministrazione di Joe Biden.

Se poi cerchi di proporre altre idee che vanno in direzione opposta a quelle speculari del centro destra e del centro sinistra vieni sistematicamente escluso da qualunque dibattito pre elettorale. Nei dibattiti non vengono mai invitati gli esponenti di quei partiti che invece mettono in discussione tutto quello di cui ho parlato fino ad ora: non bisogna permettere a chi dissente di esprimere le proprie opinioni. Alle volte poi qualcuno aprisse gli occhi ed iniziasse a pensare con la sua testa. 

La nostra politica si avvicina pericolosamente a quella degli Stati Uniti, per molti la più grande democrazia al mondo, in cui due blocchi, quello Democratico e quello Repubblicano, si contendono la guida del paese scontrandosi solamente su pochi argomenti secondari ma uniti nelle grandi decisioni di politica economica ed estera. In Italia accade lo stesso: da una parte il centro destra e dall’altra parte il centro sinistra che discutono della fiamma sul simbolo di Fratelli d’Italia mentre sulle politiche sul lavoro, sulla politica estera, sulla politica economica sono perfettamente speculari.

E se alla fine nessuno avesse una maggioranza e ci trovassimo di nuovo un governo di Mario Draghi?

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *