SONO GIA’ DUE I MANIFESTANTI UCCISI DALLA POLIZIA DURANTE LE PROTESTE IN ECUADOR
In Ecuador continuano le manifestazioni contro il governo da parte delle comunità indigene in tutto il paese, durante le proteste due manifestanti hanno perso la vita a causa delle repressioni della polizia.
La seconda vittima delle proteste in Ecuador è stata denunciada dalla Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Amazzonia Ecuadoriana (Confeniae) martedì. L’organizzazione ha denunciato la morte di un manifestante indigeno durante la repressione della polizia nella città di Puyo, nella provincia amazzonica di Pastaza.
Secondo l’organizzazione indigena, il manifestante Byron Guatatuca è morto dopo essere stato colpito da colpi di arma da fuoco a distanza ravvicinata ed hanno ritenuto il presidente Guillermo Lasso responsabile di quanto avvenuto. Nelle immagini pubblicati sui social network si vede il giovane disteso a terra dopo essere stato colpito da colpi di arma da fuoco a seguito della repressione della polizia durante la mobilitazione indigena.
Secondo l’Alleanza delle organizzazioni per i diritti umani, dall’inizio delle manifestazioni indigene il 13 giugno, almeno 90 persone sono rimaste ferite, 87 sono state detenute e due hanno perso la vita.
I cittadini dell’Ecuador hanno iniziato uno sciopero a tempo indefinito per protestare contro l’alto costo della vita, i tagli alla spesa per l’istruzione e la salute, l’insicurezza, l’estrazione illegale e la disoccupazione. In generale le proteste nascono a causa delle numerose misure liberale introdotte dal governo di Guillermo Lasso.
La mobilitazione indigena indetta da Conaie resta a tempo indefinito, in attesa che il governo accolga la richiesta di garanzie avanzata dalle organizzazioni sociali . E’ stato inoltre richiesto l’apertura di un tavolo di dialogo.
Il Presidente della Repubblica Lasso ha introdotto lo stato d’emergenza in varie provincie del paese per tentare di soffocare le proteste senza successo. Le organizzazioni sociali hanno diffuso numerose immagini delle repressioni della polizia nei confronti dei pacifici manifestanti. “È preoccupante come la violenza dei militari e della polizia sia aumentata contro coloro che esercitano il loro diritto di protestare e resistere”, ha avvertito l’Alleanza delle organizzazioni per i diritti umani.
Nella notte di martedì, diversi gruppi di manifestanti sono stati aggrediti e repressi dalle forze di polizia a Quito, capitale dell’Ecuador, a testimonianza della violenta risposta alla mobilitazione indigena. Le azioni in cui la repressione della polizia è stata più violenta si sono concentrate nel nord della capitale ecuadoriana nei pressi dell’Università Salesiana che ospita i manifestanti.
Gli agenti in moto ea cavallo hanno cercato di disperdere la protesta con gas lacrimogeni e getti d’acqua lanciati da veicoli antisommossa.
Dato l’aumento della repressione, il leader della Conaie, Leonidas Iza, ha condizionato il dialogo con il governo ecuadoriano all’abrogazione dello stato di emergenza in vigore in sei delle 24 province del Paese. Inoltre ha fortemente criticato il governo per aver mobilitato i militari per cercare di controllare e reprimere le manifestazioni. Il leader indigeno ha sottolineato che la risposta del governo alle proteste “è riuscita solo ad esacerbare gli animi della popolazione e generare una grave escalation di violenza”.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info