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ARESTOVIC: “VADANO ALL’INFERNO COLORO CHE CREDONO CHE L’UCRAINA CEDA I TERRITORI ALLA RUSSIA” 

 

Forti critiche arrivano dal governo ucraino al discorso tenuto dall’ex segretario di Stato degli Stati Uniti Henry Kissinger al World Economic Forum di Davos nel quale sostiene che l’ucraina dovrebbe cedere parte dei suoi territori alla Russia.  

Il presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky ha criticato le parole dell’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, che ha suggerito che il paese slavo dovrebbe cedere parte del suo territorio alla Russia.

Nel suo intervento al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, Kissinger ha sottolineato l’importanza che le parti tornino al tavolo dei negoziati nei prossimi due mesi per evitare che la crisi peggiori ulteriormente.  Secondo l’ex diplomatico, l’Occidente deve tenere conto delle sue relazioni a lungo termine con la Russia nel fornire aiuti all’Ucraina poiché un ulteriore prolungamento del conflitto potrebbe minacciare gli equilibri di potere in Europa.

Ma il punto che ha fatto andare su tutte le furie Zelensky ed i suoi è stato quando l’ex Segretario ha detto che “le autorità ucraine devono cedere le regioni rivendicate dalla Russia e avviare colloqui di pace con la parte russa prima che la guerra provochi tensioni più gravi e insormontabili”.

Il Presidente ucraino Zelensky ha commentato duramente le parole dell’ex Segretario degli Stati Uniti.  “Non importa quello che fa la Russia, c’è sempre qualcuno che dice: ‘terremo conto dei tuoi interessi'”, ha detto Zelensky nel suo discorso quotidiano pubblicato sul suo account Telegram.  “A Davos, per esempio, il signor Kissinger viene da un lontano passato e dice che un pezzo di Ucraina deve essere consegnato alla Russia. In modo che non ci sia alienazione della Russia e dell’Europa”.

“Sembra che il signor Kissinger non abbia il 2022 ma il 1938 nel suo calendario”, ha detto Zelensky, riferendosi all’anno in cui sono stati firmati gli accordi di Monaco che hanno approvato l’incorporazione della regione dei Sudeti, che apparteneva alla Cecoslovacchia, alla Germania.

Zelensky ha affermato inoltre  che è necessario che la comunità internazionale sviluppi “l’abitudine permanente di tenere conto dell’Ucraina” nonostante le pressioni di “coloro intrappolati ancora nel 20° secolo”.

I membri del governo ucraino fanno quadrato intorno alle critiche del loro presidente al discorso di Henry Kissinger. “Rispetto Kissinger ma rilevo che non ha una posizione ufficiale nell’amministrazione statunitense, ha la sua opinione ma siamo totalmente in disaccordo”, ha detto alla CNBC il ministro degli Esteri ucraino Dmitri Kuleba.

Il consigliere dell’Ufficio presidenziale dell’Ucraina, Mikhail Podoliak, ha affermato che si tratta di una “linea rossa” per Kiev, che “non parteciperà a questa discussione”.  “Non puoi provare a congelare il conflitto”, ha scritto il funzionario sul suo account Telegram.  “I negoziati saranno possibili solo quando le parti saranno pronte a mettersi d’accordo”, ha aggiunto.

A poi continuato affermando che  “La società ucraina ha pagato un prezzo terribile e non permetterà a nessuno, a nessun Paese o governo di fare un passo in questa direzione. Kyiv darebbe una risposta ferma a chiunque chiedesse tali impegni”.

L’alto funzionario ha le idee ben chiare su come poter fermare la guerra: ha affermato che “sebbene nessuno voglia un’azione militare prolungata o una crisi alimentare, la via più breve per porre fine alla guerra è aumentare le forniture di armi, le sanzioni anti russe e l’assistenza finanziaria all’Ucraina”.

Molto più colorite invece le parole del  consigliere del presidente dell’Ucraina, Aleksey Arestovich, che durante un’intervista manda letteralmente a quel paese l’ex Segretario di Stato statunitense. 

“Vadano al diavolo con queste proposte per commerciare un po’ con il territorio ucraino!  Loro sono pazzi?  I nostri figli stanno morendo, i soldati stanno fermando i proiettili con i loro stessi corpi e ci stanno dicendo di sacrificare i nostri territori.  Questo non accadrà mai”, ha rimproverato il consigliere del presidente dell’Ucraina, Aleksey Arestovich, durante un’intervista mercoledì.

Il governo ucraino ha precedentemente chiarito che non accetterà alcuna proposta di pace che non rispetti i suoi confini stabiliti con la Russia prima del 2014. Dall’altra parte, la Russia ha sottolineato che l’indipendenza delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, così come lo status della Crimea come regione russa, sono indiscutibili.

Da parte sua, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zajárova, ha suggerito in un breve messaggio su Telegram che il presidente ucraino attacca il sistema stesso che lo ha formato.  “Il piccolo mostro ha iniziato a mostrare i denti ai suoi creatori”, ha scritto la portavoce.

 

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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