LA CITTA’ DI MARIUPOL E’ SOTTO IL CONTROLLO DELL’ESERCITO RUSSO
Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu ha comunicato che la città di Mariupol è sotto il controllo dell’esercito russo anche se restano asserragliati nello stabilimento siderurgico Azovstal oltre 2000 mercenari e militari dell’esercito ucraino.
Durante un incontro con Vladimir Putin il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu ha annunciato la liberazione della città di Mariupol dai nazionalisti ucraini e che adesso è sotto il controllo dell’esercito russo.
“Mariupol è stata liberata dalle forze armate della Federazione russa e dalla milizia popolare della Repubblica popolare di Donetsk. I resti della formazione nazionalista si sono rifugiati nella zona industriale dello stabilimento Azovstal”, ha detto il ministro durante l’incontro.
Nonostante le affermazioni del Presidente ucraino Zelensky dei giorni scorsi in cui affermava che la città era sotto il pieno controllo dell’esercito ucraino e che le notizie diffuse dalle autorità militari russe erano del tutto false e prive di fondamento la città di Mariupol è tornata libera. Affermazioni, quelle di Zelensky, amplificate a dovere dai nostri mezzi di informazione, si sono dimostrate pura propaganda.
Secondo quanto riferito dall’alto capo militare l’11 marzo, il giorno in cui Mariupol è stata circondata dall’esercito russo per la liberazione, il numero totale delle forze armate ucraine e dei mercenari stranieri superava le 8.100 persone. Di loro, più di 4.000 sono stati neutralizzati e 1.478 si sono arresi, mentre più di 2.000 sono ancora asserragliate nello stabilimento metallurgico Azovstal.
Il ministro ha denunciato che per opporre resistenza i nazionalisti hanno piazzato veicoli blindati e artiglieria ai piani terra degli edifici residenziali e cecchini ai piani superiori. Inoltre, radunavano i loro abitanti nei piani intermedi e nei sotterranei, trasformando la popolazione civile in “scudi umani”.
Shoigú ha aggiunto che dal 21 marzo sono stati aperti quotidianamente corridoi umanitari per evacuare civili e cittadini stranieri. Ha anche riferito che “ai soldati delle forze armate ucraine e ai militanti dei battaglioni nazionalisti” è stato offerto di deporre le armi. “Erano garantite, ovviamente, vita, sicurezza e cure mediche”.
“Nonostante la loro resistenza, sia da parte dei militanti che di tutti gli altri, siamo riusciti a evacuare 142.711 civili da Mariupol”. “Tutti gli ostaggi che si trovavano nel porto commerciale sono stati rilasciati, compresi gli equipaggi delle navi marittime i cui sistemi di comunicazione sono stati distrutti da coloro che li hanno catturati in modo che non potessero comunicare con nessuno”, ha riferito il Ministro della Difesa.
Restano, come detto, ancora militari e mercenari ucraini asserragliati nello stabilimento siderurgico Azovstal di Mariupol e molti civili usati come scudi umani. Riguardo a questa situazione Vladimir Putin ha ordinato la cancellazione dell’assalto all’Azovstal, definendolo irragionevole. “Dobbiamo pensare […] a preservare la vita e l’integrità dei nostri soldati e ufficiali. Non è necessario entrare in queste catacombe e strisciare sottoterra attraverso queste strutture industriali”. Ha poi affermato di bloccare “questa zona industriale in modo che nemmeno una mosca possa uscire”.
Nei giorni scorsi erano state diffuse notizie sull’ordine impartito dal Cremlino di radere al suolo l’intero complesso industriale. Notizie queste prive di ogni realismo dato che l’impianto ha una superficie di 11 chilometri quadrati quindi la sua completa distruzione sarebbe stata impossibile. Ma non importa quanto le notizie siano vere o presumibilmente vere basta, in questi momenti, gettare il sasso e poi ritirare la mano. Occorre che l’opinione pubblica si convinca che la guerra è l’unica maniera per risolvere questa crisi eche noi stiamo dalla parte dei buonissimi.
Infine le autorità russe hanno rinnovato l’invito a tutti coloro che si trovano ancora nel complesso industriale Azovstal a deporre le armi in modo pacifico ed ad arrendersi confermando che a nessuno saranno negate assistenza medica ed aiuti nel rispetto delle convenzioni internazionali che regolano il trattamento dei prigionieri.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info