IL PATTO HISTORICO DENUNCIA BROGLI ELETTORALI DURANTE LE ELEZIONI IN COLOMBIA
La coalizione di sinistra Patto Historico, capeggiata da Gustavo Petro, ha denunciato un colossale broglio elettorale durante le elezioni legislative e primarie svoltesi domenica 13 marzo in Colombia.
Secondo la denuncia presentata dalla coalizione Patto Historico durante le elezioni legislative che dovevano eleggere i membri del Senato e della Camera in Colombia domenica scorsa si sarebbe consumato un colossale broglio elettorale. Assieme alle elezioni legislative il 13 marzo si sono svolte anche le elezioni primarie per la designazione dei candidati delle diverse coalizioni che si scontreranno il 29 maggio per la presidenza della Colombia.
I testimoni presenti nelle sezioni elettorali per il Patto Historico hanno denunciato che 1.079 sezioni elettorali non sono state inserite nel Registro, in 29.425 non sono stati registrati voti per il Patto Historico, Sono state trovate 801 sezioni che non sono registrate presso l’autorità elettorale ufficiale nei consolati e 23.072 in cui è stato presentato il doppio conteggio dei voti.
Gustavo Petro, leader e candidato presidenziale del Patto Historico, ha annunciato che la sua organizzazione denuncerà davanti alle organizzazioni nazionali e internazionali, gli eventi di questa domenica anche se sarà difficile che i risultati elettorali potranno cambiare. Infatti i tempi per arrivare ad una sentenza che certifichi gli eventuali brogli sono molto lunghi e questo provocherà che anche se il giudizio fosse positivo non si avrà prima di tre o quattro anni.
Il fatto che le sentenze abbiano tempi così lunghi porta a considerare i brogli elettorali in Colombia come oramai istituzionalizzati e non perseguibili. Parlando con amici colombiani prima delle elezioni mi avevano detto che nel paese si stava sentendo un aria di cambiamento, che questa volta poteva essere davvero la volta buona per cambiare governo. Mi avevano però avvertito che in Colombia c’è sempre dietro l’angolo la possibilità di brogli elettorali. La compravendita di voti è una pratica consolidata da tempo e difficile da sradicare. Chi compra e chi vende il proprio voto compie un reato penale quindi anche chi lo vende non denuncia il fatto perché altrimenti viene condannato assieme a colui che lo ha comprato. Inoltre per motivi economici molte persone sono disposte per denaro a votare per chiunque gli garantisca dei soldi.
Quanto denunciato dai consiglieri elettorali del Patto Historico confermerebbe la grande differenza di voti che ha ottenuto Gustavo Petro alle Primarie rispetto a quelli ottenuti al Senato. Il candidato del Patto Historico infatti ha ottenuto 4,5 milioni di voti alle elezioni Primarie e solamente 2,3 milioni a quelle per il Senato, cosa piuttosto strana.
Ma le stranezze non si fermano qui, la coalizione capeggiata da Gustavo Petro denuncia che in 29.425 seggi elettorali il Patto Historico non ha ottenuto nemmeno un voto. Ciò significa che nel 26 per cento dei seggi in Colombia nessun colombiano ha votato per la coalizione di sinistra, cosa questa davvero improbabile. Con la frode elettorale scoperta tornerebbero in gioco almeno cinque seggi al Senato.
Quanto denunciato ribadisce le gravi denunce fatte riguardo alla votazione all’estero dove sono stati registrati ritardi nella fornitura dei dati, problemi vari nei diversi consolati, il malfunzionamento della pagina del Registro elettorale, soprattutto durante il giorno delle elezioni e anche i fallimenti nella registrazione delle schede, motivo per cui molte persone non hanno potuto esercitare il proprio diritto a votare.
Per ultimo un rapporto redatto dal personale dell’Unione Europea che stava vigilando sulla regolarità delle elezioni rileva vari casi di compravendita di voti nel paese.
Ora ricordo che per presunti brogli, nel 2019, furono annullate le elezioni che avevano riconfermato alla Presidenza della Bolivia Evo Morales che portarono poi al colpo di stato di Jeanine Anez. Forse la comunità internazionale, che sovente non dedica mai attenzione alle quotidiane violenze in Colombia, in questo momento è occupata nella crisi in Ucraina e non si è accorta che anche questa volta nel paese sud americano probabilmente i brogli elettorali hanno condizionato le consultazioni.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info