BIDEN SI RIAVVICINA A MADURO PER SOSTITUIRE IL PETROLIO RUSSO
Tra le sanzioni allo studio della Casa Bianca ci sarebbe anche il congelamento dell’acquisto di petrolio dalla Russia e per questo l’amministrazione Biden starebbe cercando di riallacciare le relazioni commerciali con il Venezuela.
Avete proprio letto bene, Joe Biden e la sua amministrazione pur di isolare economicamente la Russia stanno cercando di riallacciare le relazioni commerciali con uno dei nemici storici degli Stati Uniti ovvero il Venezuela di Nicolas Maduro.
Una delegazione di alto livello statunitense sarebbe andata a Caracas a parlare con il governo di Nicolas Maduro per reiniziare ad acquistare il petrolio dal Venezuela cancellando con un colpo di spugna tutte le diffidenze che negli anni hanno contraddistinto le relazioni con il vicino Venezuela.
Ricordiamo a tale proposito che gli Stati Uniti avevano accusato per l’ennesima volta il governo di Maduro di aver compiuto brogli elettorali durante le ultime elezioni presidenziali e per questo avevano riconosciuto, assieme ad una cinquantina di nazioni, la marionetta Juan Guaidò come legittimo presidente dopo che nel gennaio del 2019 si era autoproclamato quale presidente del Venezuela. L’allora inquilino della Casa Bianca Donald Trump aveva fatto di tutto per sovvertire il governo di Maduro incluso il finanziamento a gruppi mercenari con lo scopo di compiere un colpo di stato. Ma la politica internazionale cambia e per questo Biden, pur di isolare economicamente la Russia, oggi nemico giurato al primo posto della lista, è disposto a rimangiarsi ogni precedente posizione politica sul Venezuela.
Alla base di questo voltafaccia c’è la necessità per gli Stati Uniti di avere il petrolio venezuelano indispensabile per far funzionare le loro raffinerie se decidessero di non acquistare più quello russo. In precedenza avevano sostituito, nonostante la Russia sia stata posta sotto sanzioni dal 2014 a causa, secondo loro, dell’annessione della Crimea, il petrolio venezuelano proprio con quello proveniente dalla Russia.
Nel 2020 le importazioni di prodotti petroliferi provenienti dalla Russia avevano avuto un’esplosione senza precedenti ponendo il paese euroasiatico al primo posto tra i fornitori statunitensi nonostante i tentativi dell’amministrazione Trump di strangolare l’economia della Russia con l’emanazione di numerose sanzioni. La Russia aveva scalzato dalla prima posizione l’Arabia Saudita che aveva ridotto l’esportazioni in seguito alla riduzione delle quote riservategli dall’Opec.
Inoltre le raffinerie statunitensi del Golfo del Messico non ricevono più, grazie alle sanzioni di Trump, il petrolio proveniente dal Venezuela. La situazione più complicata, infatti, la stanno vivendo le raffinerie del Golfo del Messico e della costiera orientale, fra cui Citgo Petroleum, Valero Energy, Chevron, le quali si basano sulla raffinazione delle varietà più pesanti di greggio come quello di produzione venezuelana. Queste imprese comprano dalla Russia essenzialmente il bismuto necessario alla produzione di benzina.
Quindi “Perdendo il greggio venezuelano e dovendo fare i conti con il rincaro delle materie prime provenienti dai tradizionali fornitori OPEC, gli USA sono diventati il principale consumatore di bismuto russo” spiega Adi Imsirovic, collaboratore scientifico dell’Oxford Institute for Energy Studies, riporta Sputnik. La Russia è diventata un fornitore indispensabile per queste raffinerie perché dispone di numerosi tipi di prodotti petroliferi tra cui quelli sporchi e pesanti che non arrivano più dal Medio Oriente e dal Venezuela
Per gli Stati Uniti comunque sarà molto difficile poter rinunciare al petrolio proveniente dalla Russia se prima non trovano un altro fornitore in grado di garantirgli gli stessi volumi di acquisto. Ecco allora che Joe Biden decide di mangiare il rospo pur di continuare la sua crociata contro Putin. Questa è la faccia del nostro alleato, o per meglio dire il nostro padrone, che sarebbe pronto a rinnegare tutto pur di non perdere nella guerra iniziata contro la Russia.
Come dire che se le necessità cambiano anche le posizioni prese in precedenza possono essere rinnegate. Occorre però ricordare che i segnali della Casa Bianca non vanno nella direzione di una distensione delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, infatti è solo di pochi giorni fa la notizia che l’amministrazione di Joe Biden ha rinnovato l’ordine esecutivo emesso dal Premio Nobel per la Pace Barak Obama nel 2014 con cui viene dichiarato il Venezuela una minaccia improvvisa per gli interessi degli Stati Uniti, base per la successiva applicazione delle numerose sanzioni al paese sud americano..
Spero che Nicolas Maduro non cada nella rete tesa dagli Stati Uniti e che prima di iniziare una collaborazione commerciale con il nemico a stelle e strisce esiga l’abrogazione di ogni sanzione, la resa delle tonnellate d’oro giacenti nelle banche britanniche e lo scongelamento dei miliardi di dollari presenti negli istituti di credito statunitensi.
Infine mi viene da pensare che gli Stati Uniti con questa mossa stiano anche cercando di isolare la Russia dai suoi alleati storici in America Latina come il Venezuela. Prima dell’intervento armato in Ucraina Putin aveva minacciato per ritorsione alla Nato che avrebbe potuto installare missili nucleari in Venezuela ed a Cuba se l’Alleanza Atlantica li avesse messi in Ucraina.
E la marionetta Juan Guaidò ed i suoi sostenitori come avranno preso la notizia?
Andrea Puccio www.occhisulmondo.info