SE LA RUSSIA VENISSE ESCLUSA DALLO SWIFT COME PAGHEREMMO IL GAS ED IL PETROLIO?
Tra le sanzioni proposte contro la Russia per il suo recente intervento militare in Ucraina aleggia sempre più insistentemente la possibilità di sospendere il paese dal circuito finanziario SWIFT, questa decisione provocherebbe gravi danni per il nostro paese nel settore energetico. Come pagheremmo il gas ed il petrolio?
Viene sempre più con insistenza ventilata l’ipotesi che la Russia possa essere esclusa dal circuito bancario SWIFT per ritorsione al suo recente intervento militare in Ucraina. Il nostro Presidente del Consiglio Maio Draghi in un colloquio telefonico con il suo omologo ucraino Zelensky ha confermato che l’Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’UE sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito SWIFT.
Nel comunicato rilasciato da Palazzo Chigi si legge che Draghi ha telefonato oggi a Zelensky “per esprimere a lui e al popolo ucraino la solidarietà e vicinanza dell’Italia di fronte all’attacco della Federazione Russa”.
Se la Russia venisse esclusa dal circuito interbancario SWIFT si potrebbe aprire una grave crisi energetica per il nostro paese e per l’intera Europa. Infatti al momento le sanzioni non dovrebbero toccare il settore energetico ma occorre farsi una domanda a proposito. Siccome il nostro paese come l’Unione Europea dipendono per il 46 per cento dal gas russo e per il 25 per cento dal petrolio proveniente dalla stessa Russia, se la nazione venisse esclusa dallo SWIFT come faremmo a pagare le indispensabili forniture?
Non è un particolare insignificante perché escludere la Russia dallo SWIFT comporterebbe l’impossibilità di provvedere al pagamento delle forniture di gas e petrolio indispensabile al nostro paese. Prima di promettere a Zelensky l’appoggio dell’Italia Draghi, che di economia dovrebbe intendersene, ha valutato come uscire dalla situazione che si verrà a creare? Spero proprio di si perché altrimenti la situazione sarebbe alquanto seria.
La richiesta dell’esclusione della Russia dal circuito interbancario internazionale non è farina del sacco dell’Unione Europea ma era stata suggerita nelle settimane precedenti l’intervento russo in Ucraina dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Infatti a più riprese Biden aveva affermato che in caso di invasione russa le sanzioni sarebbero state senza precedenti e avrebbero incluso anche l’esclusione della Russia dallo SWIFT. Anche sulle sanzioni l’Unione Europea non è in grado di proporre una sua linea e, come in politica estera, aspetta le direttive di Washington.
I cittadini europei saranno disposti a restare al freddo per compiacere i capricci degli Stati Uniti e della Nato che non hanno fatto assolutamente nulla in questi ultimi otto anni per risolvere la crisi ucraina? Tutti i pacifisti che oggi affollano le piazze e condannano senza appello l’azione deprecabile della Russia sanno che questa sanzione potrebbe ritorcersi proprio contro coloro che adesso la stanno proponendo? Il Segretario del Pd Enrico Letta che ieri con grande enfasi affollava Twitter con messaggi ed immagini della manifestazione di Roma a sostegno dell’Ucraina si è reso conto che escludere la Russia dal circuito bancario internazionale significa per conseguenza il blocco delle fonti energetiche provenienti dal paese euroasiatico? Evidentemente lui come Draghi non sanno di cosa stanno parlando.
Intanto dagli Stati Uniti arrivano miliardi di dollari al governo di Zelensky per aiutarlo nella difficile situazione in cui si trova attualmente il suo paese. Il Presidente Biden ha chiesto al Congresso lo stanziamento di oltre 6 miliardi di dollari in aiuti di cui 3.5 miliardi in aiuti militari che equivalgono in pratica ad un’altro contributo all’industria bellica statunitense. Ed i mercanti di morte ringraziano.
Sempre sul lato delle sanzioni Coldiretti afferma che le misure che verranno applicate alla Russia impatteranno per oltre un miliardo di dollari solo nel settore agricolo ed alimentare del nostro paese. Colpirebbe un settore già in sofferenza per la pandemia. Occorre notare che le sanzioni difficilmente, quando vengono applicate, ad un paese procurano effetti solo alla nazione a cui vengono applicate perché in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo le economie sono interconnesse e quindi si ritorcono spesso anche verso chi le applica.
Altri settori che subiranno contraccolpi dalle sanzioni sono quello della moda, degli arredamenti che assieme a all’agricolo e all’alimentare valgono circa 20 miliardi di dollari.
Dopo i contributi concessi dal governo alle aziende colpite dalla crisi della pandemia bisognerà allora anche pensare a tutte quelle attività che subiranno contraccolpi economici dalle sanzioni che verranno applicate alla Russia. Bisognerà insomma prevedere un fondo per risarcire gli imprenditori danneggiati dalle sanzioni oppure chiedergli se sono d’accordo a sostenere a loro spese le politiche della Nato e degli Stati Uniti.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info