SANZIONI ALLA RUSSIA: A CHI FANNO COMODO??
Gli Stati Uniti hanno annunciato alcuni giorni fa di aver messo a punto un pacchetto di sanzioni per un valore di oltre 50 miliardi di dollari contro la Russia nel caso le truppe di Mosca invadano l’Ucraina. Ma chi saranno i principali beneficiari degli effetti delle sanzioni?
Al fine di dissuadere la Russia dal compiere un’invasione dell’Ucraina, ipotesi questa che in realtà il Cremlino ha sempre smentito, gli Stati Uniti e la sodale Unione Europea hanno messo a punto un pacchetto di sanzioni economiche del valore stimato di oltre 50 miliardi di dollari contro Mosca. Le sanzioni economiche vengono usate quindi come arma di pressione e di dissuasione verso il governo di Putin in questa guerra di nervi dove un incidente potrebbe innescare un conflitto nel mezzo dell’Europa.
Se Mosca davvero invadesse militarmente l’Ucraina e alla Russia venissero applicate le sanzioni promesse chi realmente ne otterrebbe dei benefici? Il vecchio continente certamente non sarebbe uno dei beneficiari. Infatti le economie europee e russe sono interdipendenti e le misure sanzionatorie metterebbero in serio pericolo non solo l’economia russa ma anche quella europea.
Dalla Russia arriva in Europa circa il 40 per cento del gas e oltre il 25 per cento del petrolio. Impedire alla Russia di esportare le proprie materie prime fa parte delle sanzioni che le verrebbero applicate in caso di invasione dell’Ucraina, privare il nostro continente di queste indispensabili risorse energetiche metterebbe in ginocchio il nostro sistema produttivo oltre alle ovvie ripercussioni sulla vita di tutti noi cittadini europei.
Al fine di garantire le somministrazioni di gas al vecchio continente i provvidi Stati Uniti hanno iniziato ad inviare navi cariche di gas liquefatto e si sono prodigati nel trovare altri fornitori come ad esempio i paesi del Golfo Persico loro alleati. Insomma gli Stati Uniti si preoccupano molto di non lasciare al freddo i loro alleati europei di fronte alla possibilità che in caso di conflitto la Russia decida di chiudere il rubinetto del gas e del petrolio.
Ma in questa guerra chi ci sta guadagnando non è l’Europa ma proprio gli Stati Uniti che usano le sanzioni per debilitare le economie concorrenti come quella russa, strategia che mira ovviamente a tutelare i propri interessi economici. Infatti tutte le guerre e le tensioni internazionali che negli ultimi anni hanno caratterizzato la politica estera statunitense sono da ricondurre alla loro necessità di mantenere il loro predominio economico mondiale.
Applicare sanzioni a paesi come l’Iran o il Venezuela, grandi produttori di idrocarburi, usando la classica scusa delle violazioni dei diritti umani ha permesso agli Stati Uniti di impedire loro di vendere i loro prodotti petroliferi sul mercato privandoli di importanti ingressi economici che sarebbero stati usati per far crescere il benessere delle loro popolazioni. Inoltre ha favorito i loro alleati nel Golfo Persico come l’Arabia Saudita o il Qatar, grandi produttori di petrolio e gas.
Mantenere alta la Tensione in Europa è molto utile agli Stati Uniti che vedono nella Russia un competitore economico e politico a livello mondiale. Allontanare il vecchio continente dall’influenza russa significa in primo luogo privarlo di importanti ingressi economici, quindi rallentarne la crescita. La domanda che ci dobbiamo fare quindi è perché l’Unione Europea continua a seguire le mire espansionistiche statunitensi anche a scapito dei suoi interessi? La vicenda del gasdotto Nord Stream 2 è l’emblema di come il nostro continente sia alle dirette dipendenze dello Zio Sam. Impedirne l’apertura ha privato l’Europa di un’importante quantità di gas che sommato alla miopia nella stipula dei contratti a lungo termine da parte degli operatori europei ha fatto lievitare il prezzo dell’oro blu a livelli mai toccati. Questo aumento a qualcuno però sta beneficiando parecchio.
Prima degli aumenti il gas liquefatto proveniente dagli Stati Uniti non era concorrenziale sul mercato europeo, adesso, dopo gli aumenti, è diventato a buon mercato. Quindi decine di navi piene di gas sono salpate dai porti degli Stati Uniti con destinazione Europa. Nel mezzo della tanto decantata transizione ecologica si fanno salpare decine di enormi navi cariche di gas per raggiungere i porti europei senza pensare quanto inquinamento una nave di quelle dimensioni procura all’ambiente. Ma poco importa al paese regno del capitalismo, l’importante è la crescita economica.
Infine le tensioni nell’est Europa avranno anche ripercussioni sulla crescita economica del nostro continente con indubbi vantaggi per gli stessi Stati Uniti. Da non dimenticare poi che i venti di guerra favoriranno l’industria degli armamenti, una delle poche industrie fiorenti oltre oceano.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info