TRA PROGETTI DI NUOVE SANZIONI ALLA RUSSIA ED INGERENZE USA NELLA POLITICA ECONOMICA ITALIANA LA CRISI IN UCRAINA NON SI SMORZA
Il nostro governo sarebbe contrario all’incontro tra il Presidente russo Vladimir Putin ed i dirigenti delle imprese italiane confermando ancora una volta che a Palazzo Chigi si preferisce attenersi scrupolosamente a quanto dettato oltre oceano piuttosto che tutelare i nostri legittimi interessi.
Il nostro governo si sarebbe rivolto alla Camera di Commercio Italorussa per chiedere di annullare l’incontro tra il Presidente Vladimir Putin e gli amministratori delegati delle principali imprese italiane. Mossa questa che rientra nella confusa crisi tra occidente e Russia sul caso ucraino e che ovviamente potrebbe essere stata suggerita o richiesta da oltre oceano.
Infatti dalla Casa Bianca non si sono fatti attendere commenti riguardo a questo incontro, che non sembra trovare riscontro nelle strategie degli Stati Uniti.
“Quello che stanno valutando gli europei non è solo il costo delle sanzioni, ma anche di un’invasione nel cuore dell’Europa col suo impatto economico. Capiscono che se vogliamo cambiare i calcoli di Putin, dobbiamo essere pronti insieme a imporre enormi conseguenze”, riporta Sputnik.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, che cita fonti di Palazzo Chigi, sarebbe stata mossa anche la proposta alternativa di non far partecipare all’incontro i rappresentanti delle compagnie italiane partecipate dallo Stato. All’incontro non parteciperanno Claudio Descalzi dell’Eni e Marco Alverà di Snam, che si occupa dell’infrastruttura per l’estrazione e il trasporto del gas. Inoltre all’incontro tra i dirigenti dell’imprese italiane ed il Presidente russo non sarà presente neanche il console italiano a Mosca Giorgio Starace. Nella lista degli invitati si contano compagnie come Pirelli, Enel e Generali.
Nel frattempo gli Stati Uniti avrebbero preparato un pacchetto di sanzioni supplementari contro la Russia nel caso fosse realizzata un’invasione dell’Ucraina del valore di oltre 50 miliardi di dollari elaborato dalla CIA. Secondo quanto riferito dal giornale tedesco Bild il pacchetto di sanzioni è stato presentato a Berlino dal segretario di Stato Antony Blinken, in visita nella capitale tedesca lo scorso giovedì per incontrare il suo omologo tedesco, ed è stato messo a punto da William Burns, il direttore della Cia che è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Russia tra il 2005 e il 2008.
Il piano di sanzioni elaborato dalla CIA ed esposto da Blinken agli alleati prevede azioni mirate volte a “bloccare le rotte commerciali russe in tutto il mondo”, “bloccare le rotte di rifornimento” utilizzate da Mosca e garantire “una forte riduzione del personale delle ambasciate russe nei Paesi occidentali”.
I leader tedeschi, riguardo al piano elaborato dalla CIA, hanno chiesto un approccio meno rigido, assicurando a Washington che il gas non sarebbe stato pompato attraverso il nuovo gasdotto Nord Stream-2 se la situazione in Ucraina dovesse degenerare, ma escludendo la cancellazione completa del progetto energetico, come richiesto da alcuni legislatori statunitensi, riporta Sputnik.
Tra smentite e conferme la situazione in Ucraina è molto confusa. Se da un lato l’amministrazione statunitense vede prossima un’invasione del paese slavo da parte delle truppe russe, dall’altro il Cremlino smentisce categoricamente questa ipotesi. Nel mezzo arrivano le dichiarazioni del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg che martedì ha detto che la NATO non schiererà le sue truppe da combattimento sul territorio ucraino.
“La NATO non schiererà truppe da combattimento in Ucraina, ma dobbiamo essere sicuri che non ci siano malintesi sulla nostra prontezza, sul nostro impegno a difendere tutti gli alleati, specialmente nella parte orientale dell’Alleanza”, ha detto alla CNN, spiegando che è stato il motivo per cui l’organizzazione ha aumentato la sua presenza nel Mar Nero e nelle regioni baltiche, riporta RT.
Intanto l’Alleanza atlantica sta “mettendo in allerta le forze militari e sta inviando ulteriori navi e aerei da combattimento” in Europa orientale, “rafforzando la deterrenza e la difesa degli alleati” a causa della situazione intorno all’Ucraina.
Stoltenberg ha continuato affermando che “la NATO sta attualmente valutando se aumentare ulteriormente la sua posizione con una maggiore presenza in avanti o gruppi di combattimento, anche nel sud-est dell’Alleanza”. “Una forte deterrenza è il modo migliore per prevenire qualsiasi attacco a qualsiasi alleato della NATO e il modo migliore per prevenire il conflitto”, ha aggiunto.
Le dichiarazioni di Stoltenberg contrastano con la posizione del Cremlino, riassunta dal portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov. “Abbiamo visto una graduale invasione NATO del territorio ucraino con infrastrutture, istruttori, con forniture di armi difensive e offensive, [con personale] che insegna all’esercito ucraino e così via”, ha detto il portavoce il 16 gennaio. Peskov ha osservato che l’avanzata del blocco verso i confini della Russia ha creato “una situazione molto tesa” che provoca il dispiegamento di truppe russe vicino ai confini con l’Ucraina, scrive RT.
Inoltre il Cremlino nutre molte preoccupazioni riguardo le costanti forniture di armi all’Ucraina da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati che potrebbero indurre il governo ucraino a mettere in atto azioni belliche contro le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info