L’INNO DELLA CONTRORIVOLUZIONE CUBANA VINCE IL PREMIO LATIN GRAMMY
L’inno della protesta a Cuba “Patria y Vida? degli artisti cubani Yotuel, Gente de Zona, Descemer Bueno, Maykel Osorbo e El Funky, ha vinto il Latin Grammy per la migliore canzone dell’anno. Qualcuno aveva dei dubbi?
La canzone “Patria y Vida,” interpretata da Yotuel, Gente de Zona, Descemer Bueno, Maykel Osorbo e El Funky, si è aggiudicata il premio più prestigioso dei Latin Grammy ovvero quello per la “Canción del Año”. Anche i prestigiosi Premi Grammy si convertono come mezzo di pressione verso il governo di Cuba.
La canzone infatti era diventata l’inno delle proteste contro il governo cubano che dagli inizi del 2021 avevano preso corpo sull’isola. Con il motto “Patria y Vida” gli autori hanno cercato di ribaltare la famosa frase pronunciata da Fidel Castro all’indomani dei bombardamenti statunitensi che precedettero lo sbarco di Playa Giiròn “Patria o Muerte”.
Con “Patria o Muerte” Fidel Castro chiedeva a tutti i cubani di adoperarsi per far valere il rispetto della sovranità di Cuba fino ad arrivare a sacrificare la propria vita per la patria. Motto questo invece travisato, per ignoranza od opportunismo, dagli autori della canzone che lo avevano interpretato come che Cuba, cioè la patria, governata dal socialismo, garantisce solo la morte dei propri cittadini. Da qui la nascita della canzone “Patria y Vida” nel senso che la patria deve garantire la vita e non la morte dei cubani. Diventa in breve tempo l’emblema delle proteste contro il governo reo, secondo gli autori e coloro che fanno di tutto perché a Cuba avvenga un cambio in senso neoliberale, di non garantire la libertà dei propri cittadini.
Nel corso della serata, al MGM Grand Garden Arena di Las Vegas, sono stati premiati i compositori Yadam Gonzalez e Beatriz Luengo che hanno scelto di portare in musica il loro grido contro il governo cubano. Il singolo ha raggiunto la prima posizione anche nella categoria “Urban Song Of The Year”. Sul palco di Las Vegas tutti gli autori e interpreti di “Patria Y Vida”, capitanati dal cantante Descemer Bueno che ha ringraziato il pubblico con queste parole: “Questa è per il mio Paese, per la libertà di espressione e per quella dei cubani”.
Appresa la notizia che questa canzone aveva vinto i Latin Grammy il Presidente di Cuba Miguel Diaz Canel in un messaggio su Twitter ha risposto citando il famoso motto di Fidel Castro “Patria y Muerte”. Nel messaggio ha scritto che in migliaia si sono ritrovati per gridare “Patria y Muerte” cantando l’inno nazionale.
Il Granma, organo ufficiale del Partito Comunista di Cuba, ha definito la canzone stessa “un manifesto prodotto e progettato sulla base del tentativo di colpo di stato morbido che il precedente e attuale governo degli Stati Uniti, le sue agenzie federali e le istituzioni correlate, l’ultra-destra trincerata in Florida hanno inventato per sovvertire il sistema politico e sociale adottato dalla stragrande maggioranza dei cubani”.
In tono simile, in una dichiarazione a Prensa Latina, Abel Prieto, direttore della Casa de las Américas, ha definito la canzone come un manifesto musicale politico pieno di slogan, di risentimento, pieno di insulti tipici della peggiore propaganda anti-cubana.
“Sembra uno scherzo macabro parlare di patria e vita dalla Florida, dove così tante persone sono trascurate a causa del genocidio quotidiano che il capitalismo e il neoliberismo, indipendentemente dalla componente traumatica della crisi epidemiologica globale, produce”, ha continuato.
A sua volta il critico musicale Oni Acosta ha detto a RT che, secondo lui, ‘Patria y Vida’ è costruita sulla base di un discorso volto a “rendere invisibile la migliore e la vera cultura cubana eterogenea, come nel caso del jazz, del jazz latino e della musica tradizionale”. La canzone, secondo lui, sarebbe stata premiata nel concorso a causa di “lobbying e pressioni milionarie a cui deve soccombere il Latin Grammy”.
Insomma l’impero statunitense non trascura nessun aspetto per tentare di sovvertire il legittimo governo cubano. Progetta e finanzia, attraverso una miriade di agenzie ed organizzazioni non governative, la dissidenza cubana, per poi tentare di portarla in piazza a protestare, occupa gli spazi culturali giovanili promuovendo ambigue canzoni che, grazie a presumibili pressioni, si aggiudicano persino prestigiosi premi ma si dimentica che, grazie alla medicina ed alla scienza, l’isola è riuscita a produrre cinque vaccini che, al momento, hanno permesso di vaccinare l’80 per cento della popolazione allontanando l’isola dalla pandemia.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info