L’ITALIA POTREBBE DIVENTARE IL PIU’ FEDELE ALLEATO DEGLI STATI UNITI
Mentre in Italia la scena politica, assecondata dai fedeli mezzi di informazione di massa, è sempre più presa tra no vax e favorevoli al vaccino, tra chi sostiene il green pass e chi lo considera il male assoluto, nel mondo e nel nostro paese molto altro accade. Un articolo della nota rivista statunitense Forbest afferma che l’Italia potrebbe diventare il più importante alleato degli Stati Uniti in Europa.
Secondo l’articolo di Forbest l’Italia potrebbe essere destinata a diventare il più importante partner europeo degli Stati Uniti d’America in ambito militare. Ad affermarlo, in un reportage, è la nota rivista americana Forbes, che ha individuato i cinque motivi per i quali l’Italia, negli anni a venire, potrebbe posizionarsi come un alleato di primo livello per Washington, agli stessi livelli di Paesi quali l’Australia e Israele.
Il mutamento delle relazioni nella NATO
Le relazioni all’interno del blocco dell’Alleanza Atlantica stanno cambiando: la più importante alleanza militare statunitense si sta evolvendo in modi che rendono i più grandi membri europei meno utili come partner regionali.
La Gran Bretagna, specialmente dopo la Brexit, si sta ritirando dal continente e la Francia chiede accordi di sicurezza alternativi, mentre la Germania, dal canto suo, sembrerebbe mostrare un’ambivalenza sulla spesa militare.
Nel frattempo, nel Mediterraneo, la Turchia ha in gran parte perso il suo status di ancoraggio del fianco meridionale dell’alleanza, a causa delle persistenti tensioni con il governo di Recep Tayyip Erdogan in relazione alla questione degli S-400 russi e la relativa espulsione di Ankara dal programma F-35.
In un tale contesto l’Italia si distingue come nazione che si è impegnata in modo affidabile nel blocco NATO e che, nell’ultimo periodo, ha registrato una crescita economica superiore a quella della Germania, secondo Forbes.
La posizione dell’Italia
La posizione strategica dell’Italia si adatta molto bene alle esigenze dell’alleanza e risulta ideale per contribuire alla sicurezza nel Mar Mediterraneo. Basti pensare alla base aerea navale di Sigonella, in Sicilia, dove sono schierati gli aerei di sorveglianza a lungo raggio e che è quasi esattamente equidistante da Beirut e Gibilterra, alle estremità opposte del Mediterraneo. Anche con un breve viaggio in aereo è possibile raggiungere i paesi più travagliati del Nord Africa, come ad esempio La Libia.
A nord, il territorio del paese si estende così tanto nell’Europa centrale e orientale che gli F-35 italiani di stanza lì si trovano nel raggio d’azione, senza rifornimento, del confine tra Polonia e Bielorussia.
Inoltre, diverse testate nucleari tattiche sono immagazzinate in due basi nel Nord del Paese, andando a costituire un blocco centrale del sistema di deterrenza NATO da una possibile aggressione esterna.
La politica estera di Roma integra quella di Washington
L’Italia sostiene costantemente le iniziative dell’alleanza, avendo contribuito a diverse missioni di pace e di stabilizzazione in diverse aree del mondo.
Roma ha inviato truppe in Afghanistan durante le prime fasi della guerra e partecipa attivamente praticamente a tutte le organizzazioni multilaterali, a partire dalle Nazioni Unite, passando per il G7 e l’Organizzazione mondiale del commercio.
Negli ultimi mesi, poi, il governo Draghi ha mostrato grande interesse nel partecipare con maggiore forza al blocco quadripartito formato da Stati Uniti, Australia, India e Giappone, istituito per contrastare le ambizioni cinesi in Asia.
La Difesa italiana sta facendo gli investimenti giusti
L’Italia ha eliminato la leva obbligatoria nel 2004 e oggi ha un esercito altamente professionale di 371.000 soldati, divisi equamente tra personale in servizio attivo e paramilitare.
La sua marina è la forza marittima dominante nel Mediterraneo, includendo una portaerei leggera, quattro cacciatorpediniere per la difesa aerea, dieci fregate, otto sottomarini diesel-elettrici e tre navi anfibie.
Inoltre, l’Italia è diventata un partner fondamentale nel programma F-35, rappresentando uno dei pochissimi partner in grado di assemblare l’intero velivolo di nuova generazione. A livello tecnologico, Roma ha utilizzato il proprio budget per investire nell’acquisto di sistemi di arma avanzati dagli USA e presenta una sofisticata base industriale, con aziende quali Fincantieri e Leonardo in grado di produrre internamente sistemi di livello mondiale.
Gli establishment politici si fidano l’uno dell’altro
Italia e USA presentano un retroterra culturale ed un’affinità molto importanti, anche in ragione del gran numero di italo-americani presenti negli USA, alcuni dei quali risultano essere volti importanti della scena politica a stelle e strisce.
Al di là delle misure tangibili, spiega Forbes, nella partnership strategica tra Roma e Washington c’è indubbiamente anche una componente emotiva, che proviene da persone in entrambe le nazioni che credono di possedere valori simili e condividere un patrimonio comune. (Sputnik)
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info