CONTRO CUBA MIGLIAIA DI NOTIZIE FALSE FINANZIATE DAI DOLLARI STATUNITENSI
Lorenzo Poli per Pressenza
Il Granma, organo ufficiale del Partito Comunista cubano, elenca le sigle cyber-mercenarie che stanno portando avanti la nuova guerra culturale, mediatica e psicologica contro Cuba. Una guerra che negli anni si è spostata dal mainstream della televisione e della grande stampa occidentale ai social network attraverso format ad uso e consumo occidentale, creati e pensati per penetrare nell’opinione pubblica giovanile attraverso le reti sociali e nuove narrazioni postmoderne sui diritti civili.
A inizio anno Cuba ha dovuto fronteggiare l’ennesimo tentativo di golpe blando attraverso l’Operazione San Isidro orchestrata attraverso migliaia di dollari americani, il sostegno della destra cubana in loco e a Miami e del movimento di artisti che ha prodotto il brano “Patria y Vida”.
A giugno di quest’anno il Ministro degli Esteri cubano aveva rivelato, riprendendo le cifre fornite dal Cuba Money Project, che per il 2021 c’era stato un finanziamento di 20 milioni di dollari per promuovere presunti “programmi di democrazia” rivolti a Cuba, senza includere gli 810.396.000 dollari richiesti per l’Agenzia degli Stati Uniti per i Media Globali (USAGM), che supervisiona l’Ufficio di Trasmissione di Cuba (OCB).
A luglio le attenzioni si sono spostate sulle risicate manifestazioni dei “dissidenti”, che vennero definiti “oceaniche” dai media occidentali, quando in realtà di oceanico c’erano solo le manifestazioni del popolo cubano e dei giovani comunisti in difesa della Rivoluzione.
Una recente informativa del Club Argentino di Giornalisti Amici di Cuba ha denunciato che, come da copione, la guerra non-convenzionale prosegue attraverso alcuni siti composti da presunti “giornalisti indipendenti” come El Estornudo, Periodismo de Barrio e Cuba Posible, già famosi per aver incitato alle azioni “dissidenti” dell’11 e 12 luglio a Cuba.
Questi giornalisti, come afferma la fonte, “sono formati e premiati” da ONG che operano con fonti di finanziamento comuni: il National Endowment for Democracy (NED), una facciata della Central Intelligence Agency (CIA), e l’Open Society Foundation fondata dal magnate miliardario George Soros.
La nota avverte che l’Associazione Civile Cronos con sede a Buenos Aires, in Argentina, nel 2020 ha ricevuto 80.000 dollari dalla NED per formare giornalisti dell’isola legati ai media dipendenti. Secondo il club argentino, questa organizzazione ha due media principali, Revista Anfibia e Cosecha Roja. In relazione alla nazione caraibica, sottolineano, “questi siti realizzano progetti di formazione e borse di studio per giornalisti”.
D’altra parte, l’Istituto della Stampa e della Società (IPYS), con sede a Lima, in Perù, ha ricevuto nel 2020 un totale di 70.523 dollari per sviluppare programmi volti a formare “giornalisti cubani indipendenti” e promuovere i loro legami con i giornalisti della regione. “A loro volta, Cronos e IPYS ricevono finanziamenti dalle Open Society Foundation” spiega la pubblicazione.
Allo stesso modo, il progetto Giornalismo d’Investigazione a Cuba della Public Space Foundation, con sede in Cile e sviluppato tra il 2019 e il 2020, lavora con finanziamenti della NED. Questa è solo una parte di un enorme progetto continentale per formare i suoi quadri giornalistici in America Latina, che include altre organizzazioni come il Centro Gabo in Colombia e Articolo 19 in Messico.
I “giornalisti indipendenti” cubani sono formati, forniti di borse di studio e premiati da questa rete di organizzazioni in tutta l’America Latina. Come afferma il club argentino: “L’agenda di questi media e giornalisti è quella del politicamente corretto, un’estetica e un profilo amicale col progressismo che sembra avere un basso profilo politico, discutibile alla luce delle loro fonti di finanziamento, ONG legate ai peggiori crimini contro i popoli. (…) Analizzare il messaggio di questi media ci permette di comprendere la profondità e complessità dell’azione psicologica promossa dall’imperialismo contro i nostri popoli”.
A tal proposito è interessante il libro ‘Dal volantino alla psicotecnologia’ di Emiliano Lima Mesa e Mercedes Cardoso, studiosi delle procedure di guerra psicologica utilizzate dagli USA nella preparazione e sviluppo di conflitti armati. Secondo gli autori Cuba ha subito la più grande e prolungata guerra psicologica che gli USA abbiano mai scatenato contro un Paese: “Ha condotto sia azioni psicologiche che propagandistiche e si è manifestata nel blocco economico, nel sostegno alle bande mercenarie, nella guerra biologica, nelle aggressioni di tipo militare, nei sabotaggi e tentativi di assassinio contro i principali dirigenti, solo per citare alcuni esempi”.
L’opera venne pubblicata nel 2003, anno in cui la lotta contro la Rivoluzione Cubana ha avuto in internet uno dei suoi principali scenari. Raúl Antonio Capote, in un articolo per Granma, scrisse che dal 2007 la CIA considerava una questione di primaria importanza garantire l’accesso a Internet a Cuba. Sulla rotta che ha portato ai disordini dell’11 luglio 2021 ci sono molte altre tracce degli organi di intelligence USA e delle entità da essi create per agire contro Cuba.
Tra le tracce più recenti appaiono gli eventi di San Isidro e la concentrazione di giovani davanti alla sede del Ministero della Cultura dell’Avana. Entrambi i casi sono stati dipinti come una questione interna, dovuta alle nuove correnti di pensiero e all’insoddisfazione di giovani intellettuali e artisti. Se però analizziamo le cause, è impossibile ignorare che nel periodo 2008-2012 l’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ha sponsorizzato l’organizzazione non governativa (ONG) Creative Associate, che si proponeva di reclutare giovani appartenenti a quella che viene identificata come “controcultura cubana”, sinonimo di “controrivoluzione”. Nel gennaio 2012, in uno dei rapporti che giustificava le spese, l’ONG ha citato diversi risultati del suo lavoro, tra cui una rete di oltre 30 dirigenti indipendenti in tutte le province cubane e la forte costituzione di gruppi giovanili e contro culturali. Con finalità identiche, l’agenzia, insieme al National Endowment for Democracy (NED), è stato un meccanismo per convogliare gran parte dei 250 milioni di dollari che il governo USA ha dedicato negli ultimi due decenni a minare il socialismo a Cuba.
Non bisogna stupirsi che l’attacco mediatico che sta vivendo Cuba sia senza precedenti per le sue dimensioni, il potenziale tecnologico degli avversari e la loro crescente concertazione di azioni da vari punti geografici, giacché il paese è sempre stato oggetto di una guerra psicologica.
Lorenzo Poli per Pressenza
Fonte: Granma
Nella foto: la manifestazione del 18 luglio all’Avana a favore della rivoluzione castrista