CHI DI SPADA FERISCE, DI SPADA PERISCE: LE SANZIONI DEGLI USA ALLE IMPRESE HI-TECH HANNO OTTENUTO IL RISULTATO OPPOSTO
Durante la precedente amministrazione statunitense guidata da Donald Trump tra Stati Uniti e Cina i toni si sono notevolmente accentuati soprattutto in campo economico. L’amministrazione Trump ha imposto in nome della sicurezza nazionale numerose sanzioni alle aziende tecnologiche cinesi allo scopo di impedirgli l’accesso ai componenti elettronici prodotti negli Stati Uniti.
Le numerose sanzioni imposte dall’amministrazione Trump e non revocate da Joe Biden alle aziende tecnologiche cinesi hanno paradossalmente ottenuto il risultato opposto. Infatti, sebbene la Cina continui a chiedere agli Stati Uniti di rimuovere le sanzioni, i dazi e il blocco tecnologico imposto da Washington, negli ultimi anni, gli esperti affermano che, con queste sanzioni, il paese nordamericano ha raggiunto ciò che il governo cinese non aveva raggiunto: allineare gli obiettivi delle aziende private con l’obiettivo del governo di autosufficienza economica.
Potremmo usare un vecchio proverbio per descrivere la situazione che si è verificata: chi di spada ferisce, di spada perisce. Infatti le sanzioni applicate alle numerose aziende tecnologiche cinesi hanno spinto le stesse aziende a sviluppare in proprio i componenti che gli Stati Uniti gli negavano. L’inasprimento delle restrizioni commerciali da parte degli Stati Uniti dal 2018 hanno minacciato la redditività di alcune delle più grandi aziende cinesi, e questo ha allarmato Pechino, costringendo le aziende del gigante asiatico a reinventare la tecnologia statunitense a cui non potevano più accedere.
Le sanzioni hanno accelerato lo sviluppo del progetto cinese “Made in China 2025”, presentato nel 2015, che mira in un arco temporale di dieci anni a trasformare il paese asiatico in una “potenza manifatturiera globale. Secondo alcuni analisti proprio questo progetto starebbe alla base delle sanzioni statunitensi. Gli Stati Uniti avrebbero usato l’arma delle sanzioni economiche per impedire a Pechino di svilupparsi ulteriormente nel settore tecnologico, settore questo di estrema importanza adesso e nel prossimo futuro.
“Nella saga della rivalità economica tra Stati Uniti e Cina, ‘Made in China 2025’ è la vera minaccia esistenziale per la leadership tecnologica americana”, ha detto Lorand Laskai, ricercatore associato presso il Council on Foreign Relations, una ONG con sede a New York.
Il piano identifica 10 segmenti dell’industria high-tech in cui le aziende cinesi devono fare una svolta per raggiungere “l’autosufficienza sostituendo la tecnologia, diventando al contempo una superpotenza manifatturiera che domina il mercato globale nelle industrie high-tech critiche”, ha aggiunto Laskai.
Durante l’amministrazione Trump varie aziende tecnologiche sono state inserite nella lista delle imprese con cui gli statunitensi non possono commerciare. Tra le aziende inserite in questa lista troviamo ZTE, DJI, Hikvision, Huawei e Semiconductor Manufacturing International Corporation. Aziende queste che sono entrate nella lista nera a cui le imprese statunitensi, in nome della sicurezza nazionale o per politica estera, viene vietato intraprendere relazioni commerciali.
Le misure sanzionatorie applicate dal Dipartimento del Commercio hanno invece stimolato le aziende cinesi a sviluppare in proprio la tecnologia per la produzione delle parti che non venivano più vendute dalle aziende statunitensi, scelta che ha riguardato soprattutto il settore dei semiconduttori in cui l’autosufficienza è diventata inprinscindibile. Nell’estate del 2018, il presidente Xi Jinping ha affermato che la Cina deve rimanere sulla strada dell’autosufficienza in mezzo al crescente unilateralismo e protezionismo nel mondo di oggi.
A tal fine il governo cinese per incentivare la produzione di semiconduttori ha offerto al settore dei chip una serie di politiche favorevoli: dai tagli fiscali ai sussidi statali per incentivarne la produzione. (fonte RT)
Insomma sembra proprio che chi di spada ferisce di spada perisce.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info