VENTI ANNI FA IL CROLLO DELLE TORRI GEMELLE MA I DUBBI SULLA LORO CADUTA RESTANO
Venti anni fa il crollo delle torri gemelle a New York causato da un attentato che ha segnato lo sparti acque nella politica degli Stati Uniti. In realtà fin dai primi giorni dopo l’attentato terroristico di Al-Qaeda si parlò di crollo controllato delle Torri Gemelle in riferimento alle detonazioni lungo i fianchi degli edifici, insomma che non tutto sia chiaro nella dinamica dei crolli non è un’ipotesi frutto di complottismi.
A 20 anni da quel terribile 11 settembre le cause che hanno portato al crollo dei due edifici non sono state chiarite completamente. Secondo uno studio svolto da un’associazione di ingegneri ed architetti statunitensi composta da 2.363 professionisti che chiedono la costituzione di una commissione di inchiesta indipendente al Congresso degli Stati Uniti.
Le Torri del World Trade Center di New York non sarebbero state distrutte soltanto dall’impatto dei due aerei di linea sequestrati dai terroristi, ma anche da un’operazione di demolizione controllata condotta con esplosivi militari a base di nano-termite, ipotizza l’associazione americana non profit “Architects & Engineers for 9/11 Truth” (Architetti & Ingegneri per la verità sull’11 Settembre), costituita dai 2.363 architetti e ingegneri statunitensi che hanno firmato una petizione indirizzata al Congresso degli Stati Uniti per riaprire una vera indagine indipendente sulla distruzione del World Trade Center.
A tale scopo, questi professionisti hanno realizzato lo scorso anno una pubblicazione di 56 pagine intitolata “Beyond Misinformation: What Science Says About the Destruction of World Trade Center Buildings 1, 2 and 7” (Oltre la Disinformazione: Ciò che la Scienza Dice Circa la Distruzione dei Palazzi 1, 2 e 7 del World Trade Center), inviata a oltre 20 mila professionisti, professori, legislatori e giornalisti.
L’autore del dossier è Ted Walter, direttore del settore Strategia e Sviluppo dell’associazione Architetti & Ingegneri per la Verità sull’11 Settembre, che ha preparato l’opera insieme ad un Comitato composto da: Sarah Chaplin, architetto e consulente di Sviluppo Urbano, ex rettore della Scuola di Architettura e Paesaggio dell’Università di Kingston, a Londra, dal Dr. Mohibullah Durrani, professore di Ingegneria e Fisica presso il Montgomery College del Maryland (USA), da Richard Gage, fondatore e direttore generale dell’Associazione Architetti e Ingegneri per la Verità sull’11 Settembre, dal Dr. Robert Korol, professore emerito di Ingegneria Civile presso l’Università McMaster dell’Ontario, dal Dr. Graeme MacQueen, professore emerito di Studi Religiosi e di Studi di Pace presso l’Università McMaster dell’Ontario, da Roberto McCoy, architetto, dal Dr. Oswald Rendon-Herrero, professore emerito di Ingegneria Civile e Ambientale presso l’Università Statale del Mississippi.
Secondo la versione ufficiale, le Torri Gemelle del World Trade Center di New York (entrambe di 110 piani per un’altezza di 415 metri) sono crollate a causa dell’impatto, e del conseguente incendio, provocato da due aerei di linea nel corso di un attentato portato a termine da un gruppo di terroristi mediorientali. Inoltre, anche la terza Torre, chiamata WTC 7, un edificio di 47 piani alto 174 metri, sarebbe crollata simmetricamente su se stessa nel pomeriggio di quel giorno, in seguito all’incendio provocato dai detriti della Torre uno. Ma questa soluzione non viene accettata, in quanto definita “non scientifica”, da buona parte degli architetti e degli ingegneri americani.
Questi esperti di edilizia dichiarano, infatti, che le tre Torri siano state fatte crollare in seguito ad un’accurata operazione di demolizione controllata provocata dalla disposizione di esplosivi e altri dispositivi, fatti detonare al momento opportuno per far crollare le strutture nel modo desiderato.
Non solo. L’associazione degli Architetti & Ingegneri dice chiaramente che l’operazione sarebbe stata preparata prima dell’11 Settembre da specialisti della demolizione che hanno avuto libero accesso alle Torri nei giorni precedenti l’attentato. Allo scopo di dimostrare la loro “ipotesi”, così viene definita nel testo per porre un termine di confronto con la tesi ufficiale voluta dal governo Bush, i professionisti americani passano ad una precisa analisi dell’evento, da un punto di vista esclusivamente scientifico.
Durante i cento anni di storia dei crolli di edifici in struttura metallica come le torri gemelle , non si è mai verificato che un edificio di quel genere fosse crollato a causa di un incendio. Tutti, infatti, sono stati abbattuti nel corso di operazioni di demolizione controllata.
Nonostante questo dato di fatto, il NIST (National Institute of Standards and Technology), incaricato dal governo Bush di indagare sul disastroso attentato, nei risultati della sua indagine ufficiale ha scritto che ha trovato 22 casi di incendio che tra il 1970 e il 2002 hanno portato al crollo di altrettanti palazzi. Di questi 22 casi, 15 furono crolli parziali, dei quali cinque superavano i 20 piani di altezza. Analizzando invece ogni singolo caso, lo studio ha accertato che soltanto in quattro casi si si è verificato un totale crollo dell’edificio interessato all’incendio, ma nessuno di questi aveva una struttura metallica e il più alto era di solo nove piani.
Sono stati fatti anche diversi test presso il Building Research Establishment (BRE) Laboratories di Cardington, in Inghilterra, ma in nessun caso è risultato che edifici con una struttura metallica potessero crollare completamente a causa di un incendio, per quanto devastante.
La probabilità che un’evenienza di questo tipo potesse accadere, è stato scritto, era “extremetly low” (estremamente bassa). Se poi si confrontano gli effetti di un crollo dovuto ad incendio rispetto ad un crollo da demolizione controllata, le differenze saltano agli occhi. Nel primo caso, infatti, il collasso dell’edificio è sempre parziale e si ferma ai piani inferiori. In una demolizione controllata, invece, il collasso è totale, avviene in pochi secondi e la caduta è libera, con una discesa simmetrica sul proprio asse.
C’è poi il discorso delle esplosioni. Mentre nel crollo da incendio, se mai si dovesse verificare un’esplosione, avverrebbe là dove le fiamme si sono sviluppate, nel crollo da demolizione controllata le esplosioni si vedono chiaramente piano per piano, all’esterno dell’edificio. Ed è quello che è accaduto nelle Torri Gemelle. In sostanza, quale delle due ipotesi sembra la più probabile per spiegare il crollo delle Torri Gemelle?
La risposta dello studio degli Architetti & Ingegneri è la seguente. Prima di tutto la probabilità di un incendio che possa aver causato il crollo totale di un edificio molto alto con una struttura metallica, è estremamente basso. Un evento di questo genere non è mai accaduto prima dell’11 Settembre 2001. D’altra parte, nella storia ogni crollo totale di un edificio molto alto a struttura metallica, è stato causato da demolizione controllata. Secondo punto, un incendio che induce un cedimento delle strutture, di fatto non mostra alcuna delle caratteristiche di una demolizione controllata. Inoltre, come può essere visto in ciò che è accaduto l’11 Settembre 2001, la distruzione del WTC 1, WTC 2, e WTC 7 mostra quasi tutte le caratteristiche della demolizione controllata e nessuna caratteristica del collasso provocato da un incendio.
Edward Munyak, un ingegnere specializzato in misure anti-incendio, afferma che “un collasso globale progressivo potrebbe anche essere straordinario. Ma averne tre in un giorno va oltre ogni comprensione”.
Questa ipotesi non è nuova, fin dalle prime settimane dal crollo delle torri gemelle vari studiosi avevano ipotizzato che il crollo fosse stato causato da una serie di esplosioni controllate e non dagli incendi. Ma il crollo causato da esplosioni controllate non è mai stato preso in seria considerazione dall’amministrazione Bush e da quelle che si sono susseguite alla Casa Bianca.
Aver dato credito a questa ipotesi significava dover rispondere ad una serie di domande che avrebbe messo in serio imbarazzo il Presidente Bush e tutta la sua amministrazione.
Come è stato possibile che delle persone siano potute entrare indisturbate nelle tre torri, abbiano piazzato delle cariche esplosive nei punti giusti e poi si siano allontanate senza che nessuno abbia visto nulla?
Chi erano queste persone? La tanto decantata sicurezza che lo stato assicura ai suoi cittadini perché in questo caso ha fallito così miseramente?
Queste sono solo banali domande a cui l’amministrazione Bush avrebbe dovuto dare una risposta. Quindi è stato molto più semplice non prendere in considerazione l’ipotesi di un crollo controllato.
Se poi volessimo fare un po’ di complottismo potremmo affermare che la caduta delle torri gemelle è stata per gli Stati Uniti un’ottima scusa per iniziare tutta una serie di guerre in giro per il mondo che, secondo la loro strategia politica, doveva portare lo stato nordamericano ad essere il padrone del mondo.
Sono trascorsi venti anni da quell’evento e le domande restano senza risposte.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
(Tratto da The Gray Zone)